Prove di guerra nell’Isola, Sardigna libera: “Pigliaru si opponga alla Nato”

Sardigna Libera, il movimento politico guidato dall’ex consigliera regionale Claudia Zuncheddu, scrive al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, per “sollecitare atti di opposizione istituzionale” sull’operazione Trident Juncuture della Nato. L’esercitazione delle Forze alleate prevede un massiccio impiego di bombe e missili.

Questo il testo della lettera. “La Nato, con una delle più imponenti esercitazioni militari del dopoguerra denominata Trident Juncture, mette la Sardegna al centro della strategia delle esercitazioni di una possibile guerra mondiale. La Nato, oggi strumento privilegiato delle politiche degli Usa nei processi di destabilizzazione degli equilibri mondiali, nonché degli alleati del Medio Oriente, da Israele alla Turchia, all’Arabia Saudita e ad altri Stati, si pone in netto contrasto con gli interessi degli alleati europei e del mondo islamico non ostile all’Europa”. Da Sardigna libera continuano così: “L’Italia ancora una volta subalterna agli Usa, già nel 2013 offrì il proprio sostegno per le esigenze strategiche e di addestramento di guerra al centro del Mediterraneo, garantendo il supporto di basi e poligoni in Sardegna. Oggi l’Isola sarà investita dalle esercitazioni più pesanti e mai viste in precedenza”.

Quindi l’appello diretto al governatore: “Di fronte alle denunce dei sardi, di associazioni e movimenti, in testa il Comitato Gettiamo le Basi, si sollecita il Presidente Pigliaru a non sottovalutare la portata dell’evento e avvalendosi del diritto di opposizione, previsto dalla legge, a impugnare il decreto a salvaguardia dell’Isola“. E infine: “Dei 15 giorni previsti per il ricorso al Consiglio dei Ministri, ne sono già passati dieci. La Regione Autonoma della Sardegna non può rassegnarsi e sostenere che “il Ministero della Difesa ha approvato in via definitiva il Decreto e nulla si può fare”. Il Decreto è del 25 settembre e solo dopo quattro giorni sono iniziate le esercitazioni, in violazione delle leggi 898/76 e 104/1990 che ne prevedono 15 giorni per eventuali opposizioni.

Così la conclusione: “Il Presidente Pigliaru per la lentezza e la debolezza delle sue azioni, ha di fatto impedito che il processo di Quirra si concludesse a favore dei sardi, agevolando ancora una volta i tempi lunghi e con ciò gli interessi dello Stato. I sardi non vorrebbero che si ripetesse quell’errore”.

Contro le servitù, oggi c’è stato un corteo a Cagliari organizzato da un gruppo di giovani antimilitaristi. Sono partiti da piazza D’Armi. Erano un’ottantina. Hanno manifestato con striscioni contro la guerra.

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