Progres ci ripensa: “Invitiamo a votare i candidati di Autodeterminatzione”

Gli indipendentisti di Progres cambiano rotta e dopo gli strali lanciati lo scorso 10 gennaio, quando annunciarono la non partecipazione alle Politiche del 4 marzo, adesso invitano “gli elettori, che riterranno opportuno votare per il rinnovo del Parlamento italiano, a sostenere gli indipendentisti candidati nella lista di Progetto Autodeterminatzione“.

Bisogna unire più fili per spiegare l’apertura di Progres che arriva, come spiega lo stesso partito in una nota, dopo “l’assemblea nazionale degli attivisti”. La quale “ritiene che manchino i presupposti fondamentali per il corretto svolgimento del confronto politico e che non sussistano le condizioni per una proficua e soddisfacente partecipazione (al voto del 4 marzo)”. Tuttavia “nonostante le motivazioni in premessa – si legge ancora – Progetu Repùblica de Sardigna accoglie con interesse le iniziative volte a far crescere nel popolo sardo una maggiore coscienza nazionale e quelle volte alla semplificazione della proposta politica dell’area indipendentista”.

A gennaio contro il partito guidato da Gianluca Collu e proprio per la decisione di tirarsi fuori dai giochi delle Politiche, sui social non mancarono attacchi da parte di alcuni esponenti di Progetto AutodetermiNatzione. E questo sebbene Progres non abbia mai aderito al cartello politico che mette insieme RossoMori, Sardos, Gentes, Comunidades, Liberu, iRs e Sardigna natzione, quindi anche pezzi di Sardegna Possibile di Michela Murgia, di cui Progres era una delle tre gambe alle Regionali del 2014.

Da Progres, in seconda battuta, non nascondono la speranza che “tale progetto (cioè AutodetermiNatzione) prenda parte attiva e propositiva nella realizzazione dell’obiettivo principale al quale sta lavorando Progres”. Il quale vuole costruire “la più ampia convergenza nazionale tra forze indipendentiste, sovraniste e autonomiste, in vista dei più determinanti appuntamenti elettorali delle Amministrative del 2018 e delle Nazionali del 2019 (che poi sono le Regionali del prossimo anno).

Chissà se nella scelta di Progres di tendere una mano al Progetto AutodetermiNatzione c’entri l’obiettivo del 20 per cento che RossoMori e alleati si sono dati per il 4 marzo invitando a votare i loro candidati. Tuttavia, il Rosatellum bis non prevede per alcuna lista sarda la validità di questa soglia di sbarramento al 20 per cento su base territoriale nei collegi plurinominali. E questo per una ragione: malgrado l’Isola sia riconosciuta come minoranza linguistica dalla legge 482 del ’99, ai fini elettorali ciò non vale perché il Rosatellum richiede espressamente che lo “statuto speciale” di riferimento o le “relative norme di attuazione” dispongano “una particolare tutela” di tali minoranze. E la Carta sarda non lo prevede, a differenza di quella trentina per esempio. Per eleggere almeno un parlamentare nelle circoscrizioni plurinominali, tutti i partiti che nell’Isola corrono da soli sono obbligati a raggiungere il 3 per cento di consenso a livello nazionale, diversamente non entrano nella ripartizione dei seggi di Camera e Senato. Discorso diverso nei collegi uninominali, dove le sfide sono dirette e non esiste soglia di sbarramento: si vince localmente e conquista il seggio chi prende più voti.

Nei prossimi mesi si tratterà di capire se ci saranno margini di manovra anche per un possibile dialogo tra Progetto Autodeterminatzione e il Partito dei sardi, con cui Progres ha cominciato a lavorare avviando dei tavoli tematici in vista delle Regionali 2019. Lo scorso 30 gennaio lo aveva annunciato, in un comunicato, lo stesso Pds guidato da Paolo Maninchedda (leggi qui).

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

LEGGI QUI LA REPLICA DI AUTODETERMINATZIONE

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