Primarie Pd, Andrea Orlando a Cagliari: “Ripartiamo dall’uguaglianza sociale”

Andrea Orlando, il ministro della Giustizia candidato alla segreteria nazionale del Pd, disegna da Cagliari la sua idea di partito. Ecco la cronaca della convention.

Andrea Orlando, il ministro della Giustizia candidato alla segreteria nazionale del Pd, disegna da Cagliari la sua idea di partito. Lo fa dal T-Hotel, nel pomeriggio, tappa intermedia di una giornata cominciata alle 13,30 con l’arrivo all’aeroporto di Elmas. Poi il faccia a faccia nella vecchia sedia dem di via Emilia con gli operai sulcitani di Eurallumina e Alcoa e a fine serata una visita in fabbrica, alla Saras, sempre per incontrare una delegazione di lavoratori.

Al T-Hotel, nella sala più grande con cinquecento sedie – tutte occupate e in tanti rimasti in piedi – nessuna sorpresa sulle alleanze: nell’Isola Orlando si presenta alle urne sostenuto intanto dai Giovani Turchi isolani, ex Ds: su tutti i parlamentari Siro Marrocu, Giovanna Sanna e Ignazio Angioni più l’ex deputato Giulio Calvisi che di Orlando è stato un collaboratore quando era ministro dell’Ambiente.

Poi ecco soriani e lettiani: i primi guidati dal consigliere regionale Luigi Lotto, i secondi capeggiati dal deputato Marco Meloni, ma era presente anche l’esponente dell’Assemblea di Cagliari, Davide Carta. E ancora gli civatiani de La Traversata che hanno scelto di non partecipare al congresso regionale, ma per le primarie del 30 aprile si sono schierati in blocco con Orlando: c’erano il consigliere di Cagliari Matteo Lecis Cocco Ortu, quella di Sestu Anna Crisponi e i dirigenti del partito Gianluigi PirasLaura Pisano, Jacopo Fiori e Verdiana Canu.

È stato il sindaco Massimo Zedda, rimasto seduto in prima fila per tutta la durata della convention, a portare i saluti di Cagliari al ministro. La presenza del primo cittadino porta con sé un dato politico: Giuliano Pisapia, ideologo del Campo progressista di cui Zedda può essere considerato uno dei fondatori, ha dato un pubblico endorsement a Orlando, in vista di una nuova possibile e futura alleanza per le Politiche del 2018.

Al T-Hotel c’era anche Francesco Sanna, il deputato candidato alla guida del Pd sardo e che il 30 aprile sosterrà Renzi. Come il segretario provinciale di Cagliari, Francesco Lilliu, che gli sedeva accanto.

Orlando ha parlato per un’ora, preceduto dai capilista che lo sostengono alle primarie. E oltre a Marco Meloni (Cagliari 1), Anna Crisponi (Cagliari 2) e Giovanna Sanna (Sassarese e Gallura), sono intervenuti pure Teresa Pani (Medio Campidano e Oristanese) e Giovanni Deiana (Nuorese e Ogliastra).

Il ministro è partito dall’esito del referendum costituzionale. “Sono rimasto sconcertato – ha esordito – per la lettura complottista che la dirigenza uscente del Pd è riuscita a dare al voto popolare, prendendosela con un fantomatico establishment, come se governare il Paese e la gran parte delle regioni non fosse una posizione di rilievo”.

La bussola di Orlando è “l’uguaglianza sociale: bisogna – dice – ridistribuire la ricchezza. In Italia l’1 per cento della popolazione controlla il 25 per cento dei capitali. È un sistema che non può reggere, così come non ha senso parlare di merito se le opportunità di partenza sono diverse”.

Il candidato alla segreteria del Pd contesta “ogni impostazione leaderistica di partito: purtroppo non esistono soluzioni semplici davanti ai problemi complessi che stiamo vivendo, problemi che non vengono di certo risolti dall’intuizione di un uomo solo al comando. Mai come oggi il Pd è isolato. E quando ho sollevato il problema, Renzi ha risposto che i rapporti con la Coldiretti sono buoni. A parte che l’associazione non rappresenta nemmeno la totalità del mondo agricolo, ma si continua a far finta di niente su quel milione di cittadini che nel 2007 si era iscritto al Pd e poi ci ha abbandonato”.

Tocca i grandi temi Orlando, come l’innovazione. “Che va spiegata – sottolinea -, specie quando la sostituzione dell’uomo coi robot fa licenziare centinaia di lavoratori”. Il ministro parla anche della ripresa del dialogo con le forze sociali. “Ricordo – continua – che i sindacati furono sciolti dai fascisti. Non che questo Pd debba tornare a Marx e Engels, ma nemmeno sostituirli con Marchionne e Briatore“.

Gli applausi si susseguono. Orlando parla pure di Europa. “Sono stato l’unico – dice – a partecipare alla marcia per i sessant’anni dalla firma dei trattati di Roma. Oggi è sufficiente parlare male di Bruxelles per raccogliere qualche voto. Non che questa Ue sia perfetta, ma ricordiamo che apparteniamo all’unico grande Stato che ha cancellato la pena di morte”. Quindi un monito contro i populismi: “È illusorio pensare che il grande cambiamento possa dipendere dall’uno vale uno. le grandi riforme italiane sono arrivate con la partecipazione, con la mobilitazione, con le lotte sociali”. Infine la legge elettorale: “Forse non è chiaro a tutti che i capilista bloccati non blindano di per sé una classe dirigente. Bisogna prendere i voti per arrivare in Parlamento. Questo Pd, se non cambia rotta, rischia seriamente di perdere le prossime elezioni politiche”.

Orlando chiude pensando al voto di fine mese. “Possiamo vincere, possiamo farcela. Ma da qui al 30 aprile dobbiamo incontrare le persone, spiegare il nostro progetto, dire come vogliamo cambiare il Pd. Gli sms non bastano, dobbiamo tornare in mezzo alla gente”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share