Ppr, ricorso degli ambientalisti contro le modifiche: “Regole stravolte”

È in corso di notifica il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro il nuovo piano paesaggistico della Sardegna varato tra le polemiche dalla Giunta di Ugo Cappellacci 48 ore prima delle elezioni regionali che hanno decretato la sconfitta dell’allora governatore di centrodestra. A farsi paladino del vecchio piano approvato nel 2009 dall’esecutivo di Renato Soru, è l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico attraverso l’avvocato del Foro di Cagliari Carlo Augusto Melis Costa. Le modifiche introdotte nell’ottobre 2013 e poi approvate con la delibera del 14 febbraio scorso, sono già state oggetto di ricorso da parte dello Stato che ha sollevato un conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale.

Nel corso della campagna elettorale, Francesco Pigliaru, nel frattempo eletto alla guida della Sardegna con il centrosinistra, aveva preso l’impegno di azzerare i provvedimenti di Cappellacci in materia di pianificazione del paesaggio e del territorio, ma lo slittamento dei tempi di insediamento del nuovo governo regionale ha convinto gli ambientalisti a procedere comunque con il ricorso a Napolitano. “Le modifiche della Giunta Cappellacci sono un autentico stravolgimento, illegittimo perché in violazione del Codice del paesaggio – spiega il portavoce del Gruppo d’intervento giuridico Stefano Deliperi – Di fatto è stato introdotto un vero e proprio far west nella parte più pregiata del territorio sardo. L’operazione spregiudicata e demagogica, effettuata a fini elettoralistici, sarà giudicata sul piano giuridico. Siamo in uno Stato di diritto, per fortuna”, commenta l’esponente ambientalista. Molti i punti di illegittimità sollevati dai firmatari del ricorso: si va da fiumi e torrenti ritenuti “irrilevanti” e per questo esclusi dall’elenco dei beni paesaggistici, alla possibilità di interventi edilizi e ristrutturazioni con aumenti di volumetrie fino al 15 per cento; dal via libera a nuove strutture residenziali e ricettive connesse ai campi da golf alla possibilità di costruire in aree agricole e di ristrutturare complessi ricettivi anche nella fascia costiera dei 300 metri dalla battigia.

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