Pigliaru a Carandini (Fai): “Paesaggio prezioso ma puntiamo alla crescita”

“La nostra proposta, che è ora al Consiglio regionale apertissima ad accogliere emendamenti migliorativi, cerca un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità per favorire crescita economica e creazione di posti di lavoro intorno ad un capitale naturale preservato con rigore”, lo ha scritto il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, sul Corriere della Sera in risposta alla lettera aperta del presidente del Fondo ambiente italiano (Fai), Andrea Carandini, nella quale quest’ultimo avanzava preoccupazioni e chiedeva rassicurazioni, in merito alla nuova norma urbanistica, sulla tutela del patrimonio ambientale sardo.

“Condivido profondamente i principi di rigorosa tutela del paesaggio da lei esposti: hanno ispirato la nostra azione di governo. Appena insediati annullammo le modifiche al Piano paesaggistico regionale di chi ci ha preceduto – ha detto Pigliaru – e approvammo una legge che revocava la possibilità di lottizzazioni e ampliamenti di seconde case nei 300 metri dal mare. Voglio rassicurarla, non abbiamo cambiato idea”.

Il governatore ha precisato però che “il paesaggio è per noi un bene prezioso, per il valore in sé e perché può rendere durevoli le nostre prospettive di sviluppo turistico. Ma è paesaggio, non museo”, sottolineando che “noi in quella fascia non vogliamo” nessun nuovo albergo, lottizzazione o seconda casa, “e niente condoniamo. Vorremmo invece che strutture ricettive già esistenti e mai riqualificate potessero adeguarsi agli standard internazionali, aiutandoci ad allungare una troppo breve stagione turistica”.

Certo “potremmo non intervenire, ma il rischio sarebbe di trovarci un paesaggio di pregio marcato da costruzioni obsolete sempre meno utili alla nostra economia”. Pigliaru ha quindi chiarito: “abbiamo proposto che si possano valutare nuovi investimenti turistici, che io penso oltre i 300 metri costieri e che sarebbero chiamati a superare una rigorosa procedura che ne certifichi l’ecosostenibilità. Questa, come le norme del disegno di legge, è lì per essere discussa, emendata, migliorata, persino cancellata se alla fine ci convinceremo che non mette il paesaggio al riparo dalla speculazione immobiliare”.

Quindi un breve cenno sugli usi civici: “le norme impugnate consentono, di concerto con il Mibact, di sostituire con nuovi terreni quelli in cui sono sopravvenute irreversibili trasformazioni di tali usi. Confido che l’esame della Corte costituzionale ne chiarirà la natura virtuosa”.

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