Pigliaru: “Master plan per le zone interne”. Critiche dall’opposizione

“Presto inizieremo a parlare di un Master plan delle zone interne”. Lo ha annunciato il presidente della Regione Francesco Pigliaru, intervenendo alla presentazione del rapporto del Crenos sull’economia dell’Isola. Il governatore ha voluto mettere l’accento sul lavoro svolto dalla sua Giunta in quasi due anni e oggi, anniversario della consegna al presidente del Consiglio Matteo Renzi del dossier insularità prima dell’inaugurazione del cantiere del Mater Olbia, ha voluto riprendere i temi che saranno oggetto, “nei prossimi giorni” del patto per la Sardegna che sarà siglato con il Governo: continuità territoriale, trasporti interni su ferro ed energia con una quota di metano che spetterebbe alla Sardegna nel momento di transizione verso la green economy.

Secondo Pigliaru servono “scommesse” per creare alcune connessioni e attività economiche. La prima riguarda il superamento del problema del capitale umano con pochi laureati e alto tasso di abbandoni. “Abbiamo messo a correre 200 milioni sulla scuola e sull’edilizia scolastica – ha ribadito – il 75% degli edifici nell’Isola è interessato da progetti di manutenzione straordinaria; abbiamo stanziato decine di milioni per la formazione e per contrastare l’abbandono e pensiamo che servano meno scuole ma molto più belle, scuole del territorio e non di un singolo campanile”. Proprio oggi Pigliaru ha visitato una scuola d’eccellenza a Sestu dove gli studenti di 12 e 13 anni “costruiscono da soli le stampanti 3D. Ecco la nostra sfida deve essere quella di codificare e replicare esempi come questi”.

Altro fattore di freno allo sviluppo evidenziato dal presidente della Regione è “l’eccessivo frazionamento. La malattia della Sardegna è la frammentazione: e questo vale per i Comuni, per gli ospedali, ma anche per le aziende”. E proprio guardando alle imprese Pigliaru ha segnalato che nell’Isola “c’è scarsa frequenza di imprenditori nella popolazione”, ma ha anche fatto mea culpa sulla qualità istituzionale della macchina regionale, lenta a dare risposte soprattutto per “problemi di mobilità interna che stiamo cercando di risolvere”. Infine un appello agli imprenditori: “occorre aggregarsi e cercare mercati più grandi”.

Critico il consigliere regionale di Forza Italia Pietro Pittalis. “Un presidente della Regione che, arrivato a metà del suo mandato, ripete ancora dichiarazioni programmatiche fa cadere le braccia in terra. Sono trascorsi due anni dall’annuncio di non meglio precisati tavoli tematici sulle zone interne e di concreto c’è solo ciò che è stato già progettato e finanziato, ma neppure mezza riga ascrivibile all’attuale Giunta regionale. I dati del Crenos – evidenzia l’esponente azzurro – al di là dei toni felpati sono preoccupanti perché provenienti da una fonte che certamente non nutre pregiudizi nei confronti del professor Pigliaru e del suo collega vice-presidente. Proprio sulla scuola, che doveva essere il cavallo di battaglia dell’attuale Giunta, si registra il peggiore fallimento e il vano tentativo della Giunta di sovrapporre una verità mediatica a quella verificabile dai cittadini comune per comune. È ancora fresco il ricordo della lettera-beffa dell’agosto scorso, con cui si invitavano i primi cittadini a “fare la propria parte” mentre la Giunta era ancora ben lontana dal definire perfino gli atti di delega e le risorse. Ciò la dice lunga sulla veridicità dei numeri propinati ai media, con dati che sarebbero schiantati da qualsiasi operazione di fact-checking. Così sulle entrate, sulle infrastrutture, sui trasporti, sull’industria, finora i risultati sono tutti in negativo e lo sono per scelte sbagliate o per non scelte della Giunta regionale, non certo per la congiuntura internazionale. Pigliaru esca dalla bolla in cui si è chiuso finora e, almeno in questa seconda metà della Legislatura, inizi a fare il presidente dei sardi”.

Per il consigliere dei Riformatori Attilio Dedoni, “il ‘Master Plan’ per le zone interne promesso stamani dal presidente Pigliaru in occasione della presentazione del rapporto Crenos potrebbe sembrare, a prima vista, una buona notizia per quella vasta parte della nostra Isola più colpita dai fenomeni di spopolamento e desertificazione. Le dichiarazioni con cui il Presidente ha accompagnato l’annuncio, però, non lasciano ben sperare: il capo dell’esecutivo sembra intenzionato a portare avanti la linea politica vista finora, all’insegna di una vera e propria crociata contro i piccoli Comuni. Continuare a parlare di frammentazione in termini negativi significa non capire il valore rappresentato da una rete di piccoli centri dove, con un sostegno reale della parte pubblica, si possono raggiungere livelli elevatissimi di qualità della vita, attraendo così nuovi residenti ed invertendo il trend demografico negativo”, prosegue Dedoni. “Per fare ciò è però necessario che i servizi pubblici essenziali siano diffusi in maniera capillare e non accorpati secondo logiche di taglio lineare improntate unicamente al risparmio: non è concentrando gli investimenti che si può pensare di rilanciare le zone interne, anche perché si finirebbe per far arrivare ancora più risorse a chi è già privilegiato e continuare a sottrarle a chi ne ha più bisogno. Il discorso sulla scuola è emblematico: mentre altre Regioni si scontrano con lo Stato per difendere istituti frequentati da una manciata di alunni, la Sardegna chiude e accorpa decine di scuole, salvo poi scoprire di non essere in grado di acquistare tutti gli scuolabus necessari per garantire agli studenti il diritto allo studio al di fuori dei loro centri di residenza. Accorpare le scuole, così come tutti gli altri servizi pubblici essenziali, a partire da quelli sanitari, vuol dire incentivare lo spopolamento: basti vedere come il fenomeno si è andato accentuando negli ultimi anni, da quando la Pubblica Amministrazione si è orientata su politiche ultrarigoriste che mirano a risanare i bilanci tagliando selvaggiamente gli investimenti nelle aree più deboli”. “Invitiamo perciò il presidente Pigliaru a venire a confrontarsi in Consiglio regionale, presentando un disegno di legge a favore delle zone interne che sarà esaminato insieme alla proposta già presentata dai Riformatori, di cui sono il primo firmatario”, conclude il capogruppo. “La nostra proposta mette al primo posto la vivibilità, incentivando l’insediamento di nuovi residenti e nuove attività produttive attraverso sgravi fiscali, e stanziando risorse per il potenziamento dei servizi pubblici di base: si va nella direzione opposta rispetto all’assistenzialismo, perché creando sviluppo si contribuisce all’economia dell’intera Isola, rilanciando comparti che possono essere un punto di forza per tutta la Sardegna, a partire da un turismo che non può essere solo balneare”.

 

 

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