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Piano regionale per l’energia: metano e rinnovabili, consumi giù del 10%

Decarbonizzare la Sardegna riducendo entro il 2030 il 40% di gas serra rispetto ai valori del 1990, puntare sull’efficientamento energetico come “terza fonte rinnovabile” e sul Gnl, il metano liquido, per portare il gas naturale in tutta l’Isola, unica regione italiana priva di questa fonte energetica termica. Sono queste le linee strategiche del piano energetico regionale presentate in anteprima a Sanluri, nel ‘conclave’ del centrosinistra, dall’assessore dell’Industria Maria Grazie Piras.

Si punta sull’abbattimento di almeno il 10% dei consumi attraverso micro produzioni di energia rinnovabile sugli edifici pubblici (scuole, municipi, ecc.), immettendo in una rete smart greed tutto il surplus prodotto. Da costruire c’è la normativa che amministri la tariffa e regoli il mercato.

“Dobbiamo usare in misura minore e più efficiente le risorse della terra, all’interno di un’economia di riuso, e passare dall’utilizzo di combustibili fossili a quello delle fonti rinnovabili, passando per l’efficientamento energetico – ha spiegato l’assessore Piras ai giornalisti in un’improvvisata conferenza stampa – Punto focale è microgenerare, cioè passare dai impianti grandi a piccoli, dove almeno il 50% di produzione da fonti rinnovabili è destinata all’autoconsumo. In futuro un’autorizzazione a un impianto di grandi dimensioni, dove il fine è solo il grande business, non sarà più possibile – ha chiarito l’esponente della Giunta Pigliaru – Nel 2015 ci sono gli stessi valori di CO2 del 1990, cioè i grandi impianti non sono serviti a nulla”.

Altra questione è far arrivare il metano in Sardegna. Accantonata per ora la strada della connessione via tubo alla linea nazionale, si profilano due percorsi: i rigassificatori nelle aree già infrastrutturate (Sarroch e Porto Torres, ad esempio) o mini stoccaggi di criocontainer che mantengano il gas allo stato liquido per poi distribuirlo allo stato gassoso nei 38 bacini già previsti. Il bilancio energetico regionale all’1 gennaio 2014 vede 8600 Gwh di consumi (agricoltura 210, industria 3.900, terziario 2.320 e domestico 2.168), per un fabbisogno di 9.300 GWh e una produzione netta di 13.500 GWh (600 idroelettrico, 10 mila termoelettrico, 1800 eolico e 858 fotovoltaico).

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