Piano casa, resta il nodo delle zone agricole. Sul resto maggioranza unita

Resta il nodo delle zone agricole, ma su lottizzazioni sul mare, nuove cubature per i servizi degli hotel e centri storici, il centrosinistra si è ricompattato.

L’accordo è ancora da trovare sul lotto minimo nelle zone agricole, mentre per le lottizzazioni sul mare, per i nuovi volumi destinati ai servizi degli alberghi e per i centri storici, il centrosinistra si è ricompattato. È questo il quadro che emerge in Consiglio regionale, dove oggi è ricominciato l’esame del Piano casa e sempre con l’opposizione avviata verso il voto contrario alla legge.

Dunque, Pd e alleati hanno trovato la convergenza su tre dei quattro punti che prima hanno diviso il Partito democratico e adesso stanno creando frizioni tra le forze della maggioranza. Il nodo, come detto, resta sulle regole per costruire nelle zone agricole (E): nel ddl della Giunta, approvato lo scorso ottobre su proposta dell’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu, il lotto minimo è di tre ettari. La commissione consiliare, presieduta dall’altro Dem Antonio Solinas, ha invece abbassato la soglia a un ettaro, portandosi dietro Sel e Centro Democratico. Nel mezzo il Partito dei sardi che ha proposto due ettari.

Politicamente la spaccatura ha un valore preciso: Sel, Cd e Pds, uniti nel nuovo polo sovranista da otto voti, stanno facendo il braccio di ferro contro lo strapotere del Pd. La mediazione la sta costruendo la Giunta attraverso un emendamento correttivo che lascia invariati i tre ettari di lotto minimo, ma prevede abbassamenti (o aumenti) da calare sui singoli territori una volta che sarà pronta la cartografia delle sub-zone agricole.

Al momento non è dato sapere se la modifica proposta dell’Esecutivo sia sufficiente a rassicurare Sel, Pds, e Cd. Certo è che stamattina, in Aula, alcuni consiglieri di maggioranza hanno fatto mancare per due volte il numero legale, tanto che la seduta è stata sospesa.

Per quando riguarda gli altri punti su cui, invece, tutto è tornato a filare liscio, in cima alla lista ci sono le lottizzazioni zombie, come le hanno ribattezzate gli ambientalisti del Grig (Gruppo di intervento giuridico). Si tratta di maxi investimenti sul mare, a Cala Giunco (Villasimius), a Piscinni (Domus de Maria) e a Porto Cervo, interventi che nel Piano Casa del centrodestra (la legge 4 scaduta a novembre) erano previsti attraverso l’articolo 14 recuperato da Solinas e dalla commissione con il comma 3 dell’articolo 30. In questo caso, c’è un emendamento soppressivo della Giunta che, peraltro, nel ddl di ottobre, ha lasciato fuori questi progetti. Erriu, in un’intervista a Sardinia Post, è stato chiaro: “Mai più cemento sul mare”, ha ribadito l’assessore.

Lavoro di cesello andato a buon fine pure per i nuovi volumi degli alberghi, cioè la possibilità di realizzare centri benessere o altre strutture interne con l’obiettivo di migliorare l’offerta ricettiva. La proposta iniziale della Giunta era concedere nuove cubature a tutti gli hotel, anche a quelli nella fascia dei 300 metri dal mare. Ma una settimana fa, il segretario del Pd, Renato Soru, si è messo di traverso. Le diplomazie Dem si sono quindi messe in moto arrivando a una soluzione normativa piuttosto articolata, ma che sembra accontentare tutti.

Infatti: se la fascia dei 300 metri in cui ricadono gli hotel coincide con la zona urbana, i nuovi volumi verranno concessi. In caso di alberghi in zone F (tursitiche), la materia sarà invece regolamentata con la nuova legge urbanistica, in cantiere per il prossimo anno e che sostituirà la 45 in vigore dall’89 (è nota anche come decreto Floris).

Va segnalato che sulle volumetrie per i servizi degli hotel, il presidente Francesco Pigliaru avrebbe preferito concedere immediatamente il via libera, come previsto nel ddl. Una posizione, questa, che il governatore non ha mai nascosto nel dibattito politico sardo, da ben prima che diventasse capo della Giunta. Tuttavia, Pigliaru ha deciso di accettare la mediazione col leader del Pd, un accordo costruito anche da Erriu e dal presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, proprio in quella Direzione di Oristano che Soru aveva convocato d’urgenza venerdì scorso.

Ma decisivi per arrivare all’intesa nel Pd sono stati proprio i numeri che lo stesso Erriu ha illustrato al Pd. Ovvero: in Sardegna, nei Comuni costieri, si contano circa 700 strutture ricettive, tra hotel, villaggi e residence. Di queste, 340 sono nella fascia dei 300, ma quasi 200 hanno già usufruito del Piano casa del centrodestra. Ciò vuol dire che lo stop momentaneo alle cubature per servizi riguarda solo una cinquantina di strutture, in attesa appunto della nuova legge urbanistica.

Sul fronte dei centri storici dovrebbe passare invece la correzione fatta da Solinas in commissione. Significa che tutti i proprietari di immobili, e non solo i disabili, potranno ampliare le case, a patto che il Piano particolareggiato (è lo strumento di programmazione delle cosiddette zone A) sia adeguato al Ppr. I volumi aggiuntivi concessi saranno pari al 20, per un massimo di 70 metri cubi.

A domanda precisa su quanto il Piano casa si sia rivelato faticoso per via delle tanti liti interne, Erriu dice: “Intanto pluralità di voci, nella mia visione di politica, non significa mai contrasto, semmai contrappunto. Di qui l’esigenza di incardinare le differenti posizioni in una visione complessiva, come siamo riusciti a fare. Con un punto fermo: tutto si è svolto in un quadro di trasparenza, secondo un processo democratico”.

Solinas, intervenendo in Aula, ha espresso lo stesso concetto di Erriu, quando ha risposto alla accuse della minoranza sull’assoluta “inefficacia che avrà questo Piano casa”, hanno tuonato dai banchi del centrodestra. Il presidente della commissione ha detto: “Tutto si può fare meglio, ma crediamo di essere arrivati a una sintesi che mette davvero insieme la necessità di tutelare il paesaggio con l’esigenza di creare sviluppo“.

Ecco poi i premi volumetrici ammissibili nelle zone B (di completamento) e nelle C (di espansione). Le quote fissate sono due: il 20 per cento e il 30. Il 20, con un massimo di 70 metri cubi, è l’aumento che verrà concesso nei Comuni costieri che non hanno adeguato il Puc (Piano urbanistico) al Ppr. In tutti gli altri casi, il premio è del 30 per cento, con una tetto di 90 metri cubi.

E proprio sulle premialità delle cubature, Erriu ha ribadito ancora una volta che il Piano casa introduce un nuovo concetto. “Non concediamo aumenti fine a se stessi, ma chiediamo in cambio interventi immobiliari che garantiscano migliori performance energetiche o l’utilizzo di materiali della bio-edilizia, perché l’obiettivo della legge è anche quello di rilanciare la filiera dell’abitare”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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