Peste suina, il commissariamento era un bluff

La Regione non è (e non sarà) commissariata per la peste suina, malgrado il ministro Beatrice Lorenzin avesse bollato l’Isola come l’untore d’Italia.

La Regione non è (e non sarà) commissariata per la peste suina. Da Roma non arriverà nessuno a gestire il virus di maiali e cinghiali. Il provvedimento l’aveva annunciato il ministro Beatrice Lorenzin nella sua visita cagliaritana del 25 luglio scorso, quando l’esponente alfaniana del governo Renzi era nel capoluogo isolano per partecipare a un convegno sulla sanità organizzato dai Riformatori. Ma passati cinque giorni da quell’annuncio, finito pure sulla stampa nazionale, atti ufficiali non ce ne sono. E non ce ne saranno. Elisabetta Falchi, l’assessore all’Agricoltura, lo dice diretta: “Anche noi siamo rimasti sorpresi dalle dichiarazioni del ministro, una posizione non solo anomala ma anche fuori luogo”.

È giusto una questione di equilibri politici, se lo scontro istituzionale è rimasto sottotraccia. Di certo, la Lorenzin e il ministero si sono guardati bene dallo smentire ufficialmente una notizia che si è rivelata una boutade, benché la titolare della sanità nazionale avesse bollato la Sardegna come possibile untore d’Italia. “La peste suina – era stato il commento della Lorenzin – mette a repentaglio tutto l’export di carni e derivati del Paese”. Di lì la necessità di procedere col commissariamento intervenendo attraverso “un piano di eradicazione serio e mediato con le popolazioni, perché ormai la situazione non è più sostenibile”. Il ministro non mancò di fare un’ulteriore sottolineatura: “La peste suina è la vera emergenza dell’Isola e faremo come ci è stato richiesto dall’Unione Europea”.

Sarà dunque la Sardegna a occuparsi da sola della malattia virale che colpisce maiali e cinghiali, con un’incubazione che dura dai 3 ai 14 giorni e contro la quale esiste un’unica soluzione: abbattere i capi di bestiame contagiati. Per questo la Giunta, già il 2 luglio scorso, aveva approvato l’istituzione di una cabina di regia a tre, fra gli assessorati alla Sanità, all’Agricoltura e all’Ambiente, guidati rispettivamente da Luigi Arru, la Falchi e Donatella Spano. “Una governance politica e operativa”, è scritto nella delibera che era stata subito segnalata al ministero.

Operativamente, la Regione costituirà una task force per far emergere gli allevamenti non censiti, quindi non controllati, ma dove più spesso è presente il virus della peste suina, che è molto contagioso. “Con l’unità di missione e il comitato interassessoriale – spiega la Falchi – si apre la strada al disegno di legge che ci consentirà di rendere operativo il piano di eradicamento della malattia”.

La Falchi non usa mezzi termini: “Lavorare sull’emersione degli allevamenti è innanzitutto un fatto sociale e culturale che richiede uno specifico approccio, una conoscenza del mondo agro-pastorale certamente ignota a un commissario romano”. Per questo l‘unità regionale di missione metterà insieme “i sindaci e i veterinari di tutte gli enti e le agenzie che operano nel settore, dall’Ara all’Apa” passando per “l’Agris e l’istituto zooprofilattico”.

Il 25 luglio scorso era intervenuto duramente anche Francesco Pigliaru. “Non abbiamo bisogno di alcun commissariamento esterno – aveva sottolineato il governatore – e siamo certi di aver intrapreso un percorso che ci porterà finalmente a sconfiggere la malattia. Ci aspettiamo però un comportamento leale da parte del ministero per affrontare efficacemente questa emergenza sanitaria, senza fughe in avanti o, peggio, voglia di protagonismo”.

E adesso quelle parole si capiscono ancora meglio. “All’indomani del suo insediamento – dice la Falchi -, il presidente della Regione si era preoccupato di contattare il ministero per confermare la priorità della peste suina nell’agenda politica della Giunta. E ciò era stato fatto proprio per rimarcare il cambio di passo rispetto alla precedente amministrazione, contro la quale l’ipotesi del commissariamento era già circolata lo scorso autunno”.

Insomma, un siluro, quello servito il 25 luglio da Pigliaru e adesso dalla Falchi. Di sicuro, dopo la sua visita a Cagliari la Lorenzin ha fatto passare la questione in cavalleria. Fine delle dichiarazioni e, soprattutto, nessun provvedimento preso, come conferma anche la titolare sarda dell’Agricoltura.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share