Pd, rosa da tre nomi per il segretario a tempo. In settimana nuovo conclave

Pd sardo ancora alle prese con la scelta del segretario a tempo, quello che dovrà traghettare il partito sino al congresso del 2017. Martedì vertice a Oristano.

Spuntano tre nomi nella rosa dei possibili segretari a tempo del Pd sardo: sono il consigliere regionale Piero Comandini, il senatore Giuseppe Luigi Cucca e l’ex deputato Giulio Calvisi. Coi primi due che vengono dati in leggero vantaggio rispetto al terzo per una questione di pesi e contrappesi interni alle correnti nazionali.

Comandini, Cucca e Calvini hanno certamente un comune denominatore: appartengono tutti alla minoranza congressuale dei dem isolani, quella che nel 2013 aveva candidato il senatore Ignazio Angioni, battuto da Renato Soru e fermo al 36,72 per cento di consensi, pari a 14.266 voti. Ma siccome l’ex maggioranza di fatto è implosa (prima lo scontro interno tra soriani e area popolare-riformista di Cabras-Fadda-Lai, poi le dimissioni dello stesso ex leader), ecco la decisione collegiale di far scegliere il segretario a tempo al secondo gruppo più forte del partito. La terza componente è formata dagli ex civatiani de La Traversata che raccolsero il 12,08 per cento con Thomas Castangia, passato poi a Possibile insieme ad altri sei compagni di scuderia.

I nomi di Comandini, Cucca e Calvisi, cui spetterà il ruolo dell’Epifani sardo per traghettare il Pd sino al congresso del 2017, verranno ufficializzati nel vertice di martedì a Oristano. A riunirsi sarà il direttorio dem, ovvero una delegazione ristretta in rappresentanza di tutte le aree interne alle quali verrà presentata la rosa dei papabili.

Comandini e Cucca sono considerati in vantaggio su Calvisi per questioni di equilibri correntizi, si diceva. Il primo, ex socialista, è un renziano dichiarato da tempo e in Sardegna può contare sull’appoggio di Gavino Manca, il consigliere regionale che ha un filo diretto col sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti. A sua volta estensione politica di Renzi stesso. Cucca, ex Margherita e sostenitore di Gianni Cuperlo alle primarie del 2014, si è avvicinato di recente al ministro Graziano Delrio e questo sponsor lo avvantaggia non poco nella corsa per la leadership. Calvisi, invece, è un Giovane turco, cioè la componente guidata da Matteo Orfini, renziano anche lui, ma un po’ in disgrazia dopo il cappotto incassato a Roma dal Pd, doppiato dalla neosindaca M5s Vittoria Raggi.

Tuttavia la strada non è così in discesa come sembra: non è detto che questi nomi piacciano al resto del partito e nemmeno che la stessa ex minoranza congressuale riesca a mettersi d’accordo al proprio interno. In questo caso non si sarà altra soluzione che il commissariamento del partito, ciò che comunque avvantaggerebbe i renziani guidata da Manca, i quali potrebbero contare sulla nomina di una persona vicina.

Il segretario a tempo è una strada rapida perché lo voterebbe l’Assemblea dem, cioè il parlamentino da 160. Il mandato non sarà inferiore a un anno, se si considera che a fine 2016 c’è il referendum costituzionale e forse anche le stesse primarie nazionali del Pd. O addirittura, a febbraio 2017, le elezioni politiche, se nella consultazione autunnale non dovesse vincere il Sì come vorrebbe Renzi. Il quale ha più volte dichiarato che lascerà Palazzo Chigi in caso di sconfitta (o chissà se ha cambiato idea adesso che un sondaggio commissionato a Demos dal quotidiano La Repubblica dà l’M5s dieci punti avanti rispetto al Pd).

Per calare i compiti dell’Epifani sardo nella realtà isolana, il lavoro non sarà meno importante: il nuovo segretario dovrà intanto gestire il rimpasto della Giunta di Francesco Pigliaru, un appuntamento rimandato, ma non rinviabile in eterno. E poi c’è la partita della Asl unica, col direttore generale da nominare insieme ai responsabili delle aree socio-sanitarie . Si aggiunga la presidenza della Sfirs, il braccio economico della Regione, e la prima poltrona dell’Arst, la spa del trasporto pubblico (leggi qui). Insomma, dal Pd e dal suo leader passa il potere nel senso più stretto del termine.

Martedì a Oristano si capirà l’aria che tira. Anche alla luce del documento firmato l’altro giorno dagli ex civatiani de La Traversata che, a muso duro, hanno messo in luce “la crisi di rappresentanza e rappresentatività” del Pd isolano, puntando il dito contro “le ambizioni delle persone (qui il documento completo)”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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