Non ci sono big sardi, almeno per ora, che seguono Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema nella scissione del Pd. Torna invece in agenda l’ipotesi che le primarie isolane del 19 marzo slittino al 7 maggio, data in cui si apriranno le urne nazionali. La decisione sul possibile accorpamento verrà presa a Roma dalla commissione congressuale nominata ieri e sarà irrevocabile.
In Sardegna si capiva da settimane che il percorso della scissione non stesse scaldando gli animi dei big. E infatti quello che sta succedendo è un semplice riposizionamento interno. Si sa già che i deputati Siro Marrocu e Giovanna Sanna insieme al senatore Ignazio Angioni sosterranno Andrea Orlando, nel caso in cui il Guardasigilli decidesse di candidarsi alla segreteria nazionale. Per la quale sono già ufficialmente in corsa l’ex premier Matteo Renzi e il governatore della Puglia, Michele Emiliano.
Quanto all’accorpamento delle primarie sarde con quelle nazionali, l’ipotesi era nell’aria da giorni, specie nel caso in cui il voto nazionale si fosse programmate entro maggio, come poi è successo. Unire i due appuntamenti – malgrado la soluzione non piaccia ai tre candidati sardi alla segreteria, Francesco Sanna, Yuri Marcialis e Giuseppe Luigi Cucca – ha l’obiettivo di è evitare l’apertura delle urne due volte in altrettanti mesi. Parallelamente al Nazareno vogliono evitare che si formino alleanze regionali diverse dagli assetti nazionali. Tuttavia questa possibilità, viste le prime indiscrezioni che stanno trapelando, si concretizzerà ugualmente.
Salvo cambi dell’ultima ora, alle primarie nazionali del 7 maggio Francesco Sanna continuerà a sostenere Renzi, col quale il deputato di Iglesias si era schierato già nel 2013 dopo che Enrico Letta aveva sciolto la propria corrente, di cui il parlamentare faceva parte. Yuri Marcialis, invece, dovrebbe posizionarsi su Orlando, sempre nel caso in cui il ministero della Giustizia si butti nella mischia. Marcialis, assessore comunale a Cagliari, proprio da bersaniano qual era aveva guidato in città il fronte del No al referendum costituzionale del 4 dicembre. Riserve non sciolte da parte di Giuseppe Luigi Cucca che viene considerato vicino al ministero Graziano Delrio, quindi sulla carta il senatore di Nuoro sosterrà ugualmente Renzi alle primarie del 7 maggio.
Il verdetto definitivo sull’accorpamento tra primarie regionali e nazionali si conoscerà solo nei prossimi giorni, quando la commissione congressuale si riunirà per fissare le regole del voto e quindi anche la scadenza per la presentazione delle candidature.
Non si conoscono invece i tempi di nascita del nuovo movimento a cui Bersani e D’Alema daranno vita. Ieri sera l’ex presidente del Consiglio ed ex ministero degli Esteri era ospite di #CartaBianca, il nuovo talk show di Rai Tre condotto dalla Berlinguer. A domanda precisa D’Alema si è limitato a dare il proprio endorsement a Enrico Rossi come leader del futuro partito. “È uno dei migliori amministratori che abbiamo”, ha detto sul governatore della Toscana.
Sebbene non sia sarda di nascita ma nell’Isola ha lavorato, Nerina Dirindin, assessore alla Sanità nella giunta Soru, è inserita nella pattuglia di senatori che ha deciso di lasciare il Pd. Dovrebbero essere tra i 12 e i 15. Lo stesso faranno una ventina di deputati.
Al. Car.
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