Nuovo Ppr, il grande dilemma di Cappellacci: blitz o resa?

Sono le 24 ore più sofferte e incerte di Cappellacci, le ultime 24 da presidente della Regione uscente e il governatore si sta giocando tutto sul Ppr.

Sono le 24 ore più sofferte e incerte di Ugo Cappellacci, le ultime 24 coi pieni poteri da presidente della Regione e il governatore si sta giocando tutto sul nuovo Ppr. Ovvero, il tema che nel 2009 gli fece vincere le elezioni con la promessa di allentare i vincoli. Ma, passati cinque anni, il Ppr ribattezzato Pps non è stato nemmeno votato dalla Giunta, sebbene già impugnato dal Governo davanti alla Corte Costituzionale. Cappellacci vorrebbe fare il blitz domani e approvare la nuova normativa nell’ultimo giorno utile della legislatura. Solo che il presidente ha un gigantesco dilemma da risolvere: sul Pps manca l’ok del Savi (Servizio regionale di valutazione ambientale), un via libera senza il quale il Piano non può essere approvato. Per aggirare l’ostacolo Cappellacci ha fatto sapere che potrebbe nominare un commissario ad acta. Ma come vada a finire davvero non si sa.

Le future mosse del presidente sono blindate dalla riservatezza, ma si possono invece immaginare i due scenari. Antitetici. Il più nefasto, elettoralmente parlando per il diretto interessato, è quello che vedrebbe Cappellacci costretto alla resa: nessuna nomina del commissario ad acta, e ciò trasformerebbe definitivamente il Pps in carta straccia. Il governatore chiuderebbe i suoi cinque anni certificando la grande incompiuta sull’urbanistica.

L’altra ipotesi è che Cappellacci sfidi il Savi e a tempo di record nomini – a patto che ci siano i tempi tecnici – quel commissario di sua fiducia che apponga la firma necessaria a far votare il Pps dalla Giunta. Il governatore si presenterebbe alle urne con un tesoretto da giocarsi nelle ultime ore di campagna elettorale, anche se la procedura dovesse rivelarsi illegittima. Ma questa eventualità sarebbe ininfluente, visto che si scoprirebbe dopo il voto di domenica.

Fino alle 11 di questa mattina, notizie sulla convocazione della Giunta non ce n’erano. Sul sito della Regione si leggeva soltanto che “l’ultima seduta si è tenuta l’11 febbraio”. È scritto pure che ce ne sarà un’altra nei prossimi giorni, ma non è specificato quando. Di certo, più tardi di domani non potrà essere.

Cappellacci, comunque, sa bene di avere gli occhi della Sardegna puntati addosso e questo complica non poco le sue mosse. Se infatti spregiudicatamente ha potuto firmare una vagonata di nomine negli enti della Regione, sul Ppr la questione è ben più delicata. La forzatura del commissariamento contro gli uffici del Savi rischierebbe anche di scatenare l’intervento dei sindacati, aprendo una serie di reazioni a catena non prevedibile né gestibile negli effetti.

Insomma, Cappellacci si sta muovendo in un terreno minato, un terreno che rischia di fargli chiudere la legislatura col più pesante degli autogol. Non fosse altro che fino a oggi ha giustificato i risultati non raggiunti (per sua stessa ammissione) scaricando le colpe sullo “Stato patrigno”. Ma col Ppr questa motivazione non è ‘vendibile’.

Alessandra Carta

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