Niente vincoli a Palazzo Aymerich, la Zuncheddu: «Memoria mortificata»

La sentenza, come noto, è inappellabile, visto che l’ha emessa il Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa: sul Palazzo Aymerich sono caduti tutti i vincoli di salvaguardia architettonica. “E’ stata mortificata la memoria storica della città”, dice il consigliere regionale Claudia Zuncheddu.

La leader di “Sardigna libera” va al contrattacco: “Le lotte portate avanti negli anni scorsi da comitati di cittadini e all’interno del Comune di Cagliari per la difesa dallo stravolgimento architettonico del Palazzo Aymerich, vengono adesso mortificate e umiliate dal Consiglio di Stato“.

La guerra sullo storico edificio di Castello si era aperta nel 2010, con un ricorso al tar. Allora vinse il Comune di Cagliari, perché il Tribunale amministrativo respinse il ricorso presentato dalla società costruttrice Dac srl. Obiettivo: cambiare l’architettura del Palazzo. Ma la battaglia legale è andata avanti e si è conclusa con la vittoria dell’impresa edile.

La Zuncheddu precisa: “Ai giudici romani poco importa se per la città di Cagliari, già impoverita delle sue ricchezze archeologiche dalla cementificazione, quel prestigioso Palazzo danneggiato dai bombardamenti del ‘43 rappresenti parte del suo patrimonio identitario dove qualsiasi tipo di restauro e di intervento prevede la conservazione e la salvaguardia delle strutture esistenti. Ancora una volta – spiega Zuncheddu – le lobby della città e della speculazione edilizia che mercifica tutto nel nome del profitto di pochi, prevalgono sulla coscienza civile della difesa della nostra storia e della nostra cultura di cui l’architettura è espressione di identità e di diversità”.

Per il consigliere regionale il verdetto è troppo amaro per essere digerito: “A nulla sono valse negli anni le proposte di bonificare il sito, preservarlo, ristrutturarlo in tutte le sue componenti e riutilizzarlo a favore sia dei cittadini che dei proprietari, garantendo in tal modo sia la valenza pubblica che quella privata. Tutto ciò – conclude Zuncheddu – al fine di promuovere un processo di urbanistica partecipata e condivisa, onde giungere a soluzioni tese a soddisfare le diverse esigenze delle parti nonché a preservare e restituire alla cittadinanza la fruibilità del bene architettonico: parte integrante della memoria della città di Cagliari”.

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