Narbolia, sotto la serra c’è il nulla. Ma la Regione impugna lo stop del Tar

È “abusivo”, questa la decisione del Tar a luglio sul parco fotovoltaico di Narbolia. Ora nella mischia si butta anche la Regione: appena qualche giorno fa, infatti,  ha impugnato la sentenza del Tribunale amministrativo di fronte al Consiglio di Stato. Al centro della contesa le procedure che hanno portato all’autorizzazione dell’impianto. A Narbolia, nell’Oristanese, furono gli uffici del Comune a dare il via libera alla costruzione di 1600 serre fotovoltaiche sui 60 ettari a S’Arrieddu, località da cui prende il nome il comitato che ha interrogato il Tar. Ma se per i giudici amministrativi di Cagliari l’autorizzazione concessa alla società Enervitabio è viziata da incompetenza, per la Regione il problema non si pone, dato che le autorizzazioni rilasciate dal responsabile dell’area Tecnica del Comune sono state successivamente sanate da un decreto dell’assessore all’agricoltura della giunta Cappellacci Oscar Cherchi.

La bega continua

Nel frattempo, la società Enervitabio S. Reparata, la controllata della Win Sun Luxebourg (a sua volta satellite della Win Sun Group di Honh Kong) che ha costruito l’impianto con i soldi della China Development Bank Corporation, ha chiesto al consiglio di Stato di sospendere la decisione del Tar. Tutto da rifare, dunque, proprio quando a Narbolia stavano per dischiudersi nuovi margini d’azione. Solo pochi giorni fa, infatti, non era un’utopia pensare di assegnare una parte di serre a organizzazioni di produttori o a singoli imprenditori agricoli, mentre il resto dell’impianto avrebbe potuto produrre energia sufficiente a soddisfare a costo ridotto tutti i consumi energetici di Narbolia e dintorni.

Sotto la serra nulla

Come emerge dalla bega giuridica, al pari di altri l’impianti, quello di Narbolia è figlio di un enorme vuoto legislativo che permane nonostante l’avvicendamento delle giunte regionali. L’assenza di un piano energetico regionale ha infatti avuto l’effetto di promuovere una deregulation selvaggia nel campo dell’energia. Bisogna, però, ricordare che leggi regionali che disciplinano la realizzazione delle serre fotovoltaiche parlano chiaro. Il rilascio dell’autorizzazione delle serre era vincolata alla presentazione da parte della società proponente di un piano agronomico. Già al tempo i comitati avevano criticato il piano agronomico presentato dalla società. oggi si ha la prova della bontà di quelle critiche: “Oltre alle poche serre coltivate a vite – quelle più in vista e più prossime alla strada – la maggior parte è completamente inutilizzata e abbandonata – spiega Antonio Muscas, consigliere comunale di Villacidro e attivista contro la speculazione energetica. Le serre fotovoltaiche, veri e propri impianti per generare elettricità, servono a ingrossarei profitti delle società che le installano – parliamo di 9 milioni di euro l’anno – ma poco o nulla danno all’agricoltura e alla manodopera locale”.

Un buco da decine di milioni

Nel frattempo, le serre fotovoltaiche sono finite sotto le lenti delle procure di Cagliari e Oristano, che indagano sui flussi di denaro messi in circolo dall’impianto di Narbolia. Un’investimento di circa 78 milioni di euro partiti dalla China Development Bank, transitati nel Granducato di Lussemburgo, e infine arrivati nelle casse della Enervitabio Santa Reparata. Solo che all’appello finale mancano diverse decine di milioni di euro e nel frattempo la società lombarda Enerpoint, che ha materialmente realizzato l’impianto, è finita in liquidazione. Perché non è stata pagata. In pratica, buco da decine di milioni nelle casse della Enervitabio e dipendenti (precari, assunti di 3 mesi in 3 mesi) che non riescono a incassare due mesi consecutivi di stipendi. Dove sono finiti i soldi?

Piero Loi

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share