“Mi vergogno di stare in questo Pd”

Una lettera drammatica. La conclusione di un percorso politico diventato sempre più accidentato. Valentina Sanna, la presidente dell’assemblea regionale (il ‘parlamentino’ del Pd) ha annunciato al segretario Lai la decisione di lasciare partito da dirigente e militante.

Una lettera drammatica. Il frutto di un lungo travaglio: la conclusione di un percorso politico diventato negli ultimi anni sempre più accidentato. Valentina Sanna, la presidente dell’assemblea regionale (il ‘parlamentino’ del Pd sardo) ha annunciato al segretario Silvio Lai la decisione di lasciare partito da dirigente e anche da militante. Con un lungo j’accuse contro una gestione che aveva già provocato delusione e rabbia e che ora, dice, suscita “vergogna“: “Un sentimento nuovo che non trova più una giustificazione proporzionata al danno morale che il Pd sta infliggendo ai suoi elettori, ai militanti, agli iscritti. A me”.

La lista delle ragioni del malessere (che Valentina Sanna aveva già espresso lo scorso 30 aprile  in un’intervista a Sardinia Post) è lunghissima: “Dalle primarie ritoccate per la scelta dei parlamentari, alla drammatica vicenda dell’elezione del Capo dello Stato come anticamera al calice ben più amaro del Governo “di scopo” con il Pdl di Berlusconi; ai 101 parlamentari del Partito democratico che, uccidendo politicamente Prodi, hanno gettato una prima pietra tombale sulla speranza di una qualsiasi decente prospettiva che si fondi sulla fiducia, la tensione ideale e i bisogni veri di un popolo tenuto e guardato a distanza. Un patrimonio di migliaia di militanti e iscritti che ne costituiscono la vera ossatura e che stiamo disperdendo con un’apparente, ostinata premeditazione”.

Un governo percepito da larga parte dei militanti e dagli iscritti come “il frutto di un accordo tra oligarchie”. Il risultato dell’azione di un gruppo dirigente democratico “che ha condotto (per imperizia o per oscuro calcolo) il nostro partito a uno stato di così grave necessità difficilmente possa recuperare la fiducia di chi oggi pensa che il suo voto non serva a cambiare niente”.

Durissima la critica all’azione politica svolta dal Pd in campo regionale con la timidezza sui temi dell’ambiente, delle servitù militari: “Stiamo invece assistendo, senza che ci sia stata una vera opposizione, alla svendita e alla mostruosa cementificazione che, in tutta la Sardegna e in modo particolare in Costa Smeralda, Cappellacci e il centrodestra stanno consentendo con i vari piani casa”. Tutto questo accompagnato da una gestione del partito affidata ai “soliti capicorrente”. Secondo la Sanna non bastano più un rinnovamento generazionale o un congresso: “È necessario – scrive – sottrarsi al suo ricatto, e riconoscere che in nome dei vantaggi che ne possiamo ricevere (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti), accettiamo iniqui favoritismi e arbitrarie discriminazioni”.

Un capitolo della lettera è dedicato alla vicenda della doppia preferenza di genere e al sostanziale abbandono della battaglia per garantire un’adeguata presenza alle donne nel consiglio regionale: “Come in altre occasioni, dalla Sardegna alla Penisola, assistiamo pressoché inermi a delle vuote enunciazioni. Sembra tutto finito nel nulla, soverchiato da altri problemi, affrontati solo per titoli e per distogliere l’attenzione dalle insufficienze di un Consiglio regionale ormai concentrato quasi esclusivamente sulle prossime elezioni”.

Ed ecco la conclusione: “Come Presidente del Pd sardo, vivo la contraddizione tra il sentimento calpestato del militante e la responsabilità del dirigente di partito. E l’equivoco, alimentato da chi pretende il silenzio di fronte a colpevoli mancanze, che io debba rappresentare chi governa e rovina il Pd piuttosto che i suoi elettori e la base. Lascio questo Pd perché, pur con il rispetto verso le tante persone che ho cercato di rappresentare con dignità e onestà e verso le quali resta immutata la vicinanza, la stima e la disponibilità a un lavoro comune, non mi riconosco affatto in chi lo governa realmente a livello nazionale e regionale. Ma le energie che ho profuso in tutti questi anni nella speranza di poter incidere positivamente sul cambiamento, pur con i miei errori che certamente non sono mancati, non si esauriranno con la rinuncia al mio ruolo di rappresentanza”.

Ma l’abbandono del Pd non è l’addio alla politica. Infatti: “Proseguirò, con rinnovata passione e determinazione, l’impegno politico. Solo, proverò a seguire una strada più coerente con il mio sentire”. Le ultime parole sono una citazione di Enrico Berlinguer: «Lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada, dialogando con i cittadini, con la fiducia per le battaglie che abbiamo fatto, per le proposte che presentiamo, per quello che siamo stati insieme…»

Valentina Sanna presiedeva il Pd sardo dal novembre del 2009. Una carica onorifica, non retribuita in alcun modo. Ha cominciato a fare politica nel 2003, è stata segretario provinciale di Cagliari della Margherita. Ha fatto parte della corrente di Paolo Fadda dalla quale è uscita dopo essersi opposta alla candidatura dello stesso Fadda alle primarie per le Politiche.

N.B.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share