Meno debito pubblico pagato dai sardi, Roma frena. Paci: “Posizioni distanti”

Sulla riduzione degli accantonamenti, come chiesto dalla Giunta regionale, arriva la prima frenata dal Governo. Così nel vertice a Palazzo Chigi.

“Partiamo da posizioni molto distanti e il confronto di oggi, durato due ore, serrato e a tratti duro, lo conferma”. Così il vicepresidente della Giunta, Raffaele Paci, commenta il vertice a Palazzo Chigi per concertare col Governo il taglio degli accantonamenti. Ovvero, le risorse che la Sardegna versa ogni anno a copertura del debito pubblico da risanare. La Giunta, che ha affidato a Paci la trattativa con Roma, anche in qualità di assessore alla Programmazione, chiede una riduzione di 113 milioni sugli 781,7 messi nel conto dell’Isola per il 2017, in un crescendo di nuovi prelievi contestati dall’Esecutivo sardo.

Il governo di Paolo Gentiloni era rappresentato oggi dalla sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, dal ministro agli Affari Regionali, Enrico Costa, e dal capo di gabinetto del dicastero dell’Economia (Mef), Roberto Garofoli. Presenti anche alcuni dirigenti della Ragioneria generale dello Stato.

“Le posizioni del Governo e della Regione – si legge in una nota di viale Trento – sono in questo momento molto distanti. La Sardegna rivendica il diritto a tenere nelle sue casse gran parte dei 684 milioni di accantonamenti pagati nel 2016; Roma, dal canto suo, ha più volte ribadito che la situazione economica nazionale è complicata e non concede molti margini di manovra”.

Il vicepresidente della Giunta sottolinea ancora: “Abbiamo detto alla sottosegretaria Boschi e al ministro Costa che non cederemo di un passo e che porteremo le nostre rivendicazioni fino in fondo. Il Governo ha preso l’impegno di analizzare in tempi brevi la situazione con il Mef per dare le prime risposte alla Sardegna. Non sarà facile ottenere i risultati che vogliamo: le richieste che avanziamo possono generare, ci è stato detto, un effetto a cascata sulle altre regioni a statuto speciale. Noi, numeri alla mano, abbiamo tuttavia ribadito che la nostra situazione è più difficile rispetto ad altre e quindi chiediamo un’attenzione maggiore, tenendo conto del nostro particolare ciclo economico. Abbiamo infatti illustrato il dossier predisposto con il presidente Pigliaru e che dimostra quanto la Sardegna ha bisogno di tutte le proprie entrate”.

Durante le due ore di vertice, Paci ha chiarito: “Pur nella certezza, certificata dalla Corte Costituzionale, che pure le regioni a statuto speciale debbano pagare gli accantonamenti, si tratta di contributi straordinari e non possono essere incardinati come versamento contributo fisso, cosa che di fatto sta accadendo”. Quindi la sottolineatura sui numeri. “Al risanamento del debito pubblico la Sardegna ha contribuito, in misura pesante, con 3,3 miliardi di euro in questi anni. Ora basta: continuare a pretendere il pagamento di centinaia di milioni all’anno non può essere accettato. A meno che lo Stato non abbia unilateralmente deciso di modificare il nostro statuto stabilendo che nelle nostre casse debbano arrivare 5 decimi e non più i 7 decimi dell’Irpef previsti. Perché di questo stiamo parlando: continuare a trattenere tutti quegli accantonamenti significa versare alla Sardegna 2/10 in meno dell’Irpef e dunque non rispettare lo Statuto. È chiaro che non lo permetteremo e chiediamo al Governo risposte adeguate che sono sicuro arriveranno”.

Da Paci anche una nota positiva: “Ho apprezzato il fatto che, nonostante fosse solo il primo incontro, al tavolo ci fossero tutti i rappresentanti istituzionali coinvolti in modo da essere immediatamente operativi. Il confronto, insomma, è stato avviato: nelle prossime settimane ci rivedremo e ci aspettiamo le prime, concrete risposte”.

La vertenza sugli accantonamenti è cominciata a marzo, quando Paci ha incontrato il sottosegretario agli Affari generali, Gianclaudio Bressa. Il quale si era detto favorevole ad accogliere le richieste della Regione (leggi qui). Ma oggi la prima pesante frenata.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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