M5S, parla Paola Pinna: “Espulsione irregolare in base a false informazioni”

Paola Pinna, la deputata sarda espulsa dal Movimento Cinque Stelle, racconta la sua verità, anche con documenti alla mano.

La procedura si è svolta in modo irregolare e sulla base di informazioni false“. Così Paola Pinna commenta la sua espulsione dal Movimento Cinque Stelle, un benservito messo in moto questa mattina da Beppe Grillo attraverso un voto online concluso alle 19. Tutto filtrato dal blog del grande capo, secondo il quale in 19.436 (su 27.818, pari al 69,8 per cento) hanno deciso che nell’M5S che non c’è più spazio per la deputata sarda, né per il collega toscano Massimo Artini. Il “capo di imputazione” sarebbe il mancato versamento di una parte dello stipendio al fondo per le piccole e medie imprese, come nell’obbligo stabilito dal codice interno dei Cinque Stelle.

La Pinna contesta intanto questa prima “verità” diffusa da Grillo. E spiega: “Ho sempre versato la quota stabilita. Semplicemente è successo che, insieme ad altri 18 parlamentari, non ci siamo più avvalsi del sito tirendiconto.it“. Ovvero la piattaforma grillina sulla quale finiscono online stipendi degli eletti e quote cedute al Movimento per poi essere destinate al microcredito. Secondo Grillo sono stati raccolti finora 7.947.693,49 euro.

La Pinna rimanda al proprio blog e alla propria pagina Facebook per stabilire chi abbia ragione: sei lei o il leader. Per questo stamattina, appena ha saputo della procedura di espulsione a suo carico, ha postato le copie dei movimenti bancari. Scrivendo: “Un cittadino in buona fede, anche se parlamentare, non ha nulla da temere”, si legge. Al telefono aggiunge: “Ammesso pure che non avessero visto la mia rendicontazione, una volta che ho messo online i documenti, avrebbero dovuto annullare tutto“.

Su Facebook ci sono le fotocopie di quattro bonifici. A nome della Pinna, risultano due versamenti destinati al fondo destinato alle piccole e medie imprese. Un primo di 7.114,93 euro, fatto il 30 aprile 2014; il secondo del 28 luglio scorso, pari a 4.584,29 euro. Come beneficiario figura il “Bilancio dello Stato”. Due operazioni bancarie sono per l’emergenza alluvione in Sardegna: un versamento, da 2.540,05 euro, è ancora del 30 aprile; il secondo, di 4.114,47 euro, risale sempre al 28 luglio. Stavolta il beneficiario è la “Caritas Sardegna”. Totale: 18.353,74 euro.

Fatto sta che l’annullamento dell’espulsione non è arrivato. Grillo è andato avanti per la propria strada. E anzi: nella homepage del suo blog, ci sono “Le facce e i numeri della #trasparenza“. Uno dopo l’altro, eccoli i buoni e i cattivi del Movimento, secondo il grande capo. Da una parte, quelli ligi alle regole e che avrebbero versato tutte le quote per il microcredito. Dall’altra i dissidenti, cioè coloro che non avrebbero rispettato il codice del Movimento.

La Pinna spiega poi i motivi i quali la procedura del suo benservito è da considerarsi “irregolare“. Dice: “La richiesta di espulsione deve partire da 1/5 dei deputati in carica ed essere deliberata a maggioranza assoluta dei parlamentari, in riunione congiunta tra Camera e Senato”. E solo in seconda battuta “confermata dagli iscritti al blog”. Vuol dire che “sulla Rete – chiarisce ancora la Pinna – si ratifica (o meno) la decisione presa dall’assemblea dei parlamentari. A ben vedere sono stati saltati due passaggi“.

Difficile pensare la polemica finisca così. Per la deputata sarda, la sua “espulsione – come ha scritto anche sui social – è una sospensione dello stato di diritto”. Anche perché la Pinna è certa che la rendicontazione non c’entri nulla con la sua cacciata. “È stato solo un pretesto – suona l’ultima stilettata rifilata all’ormai ex leader – dopo l’analisi del risultato elettorale da me espresso sulle Regionali di domenica scorsa”. Il Movimento Cinque Stelle è crollato sia in Emilia Romagna che in Calabria. E la Pinna non l’ha mandata a dire scrivendo sul proprio blog: “Siamo diventati marginali sulla scena politica. Ci siamo auto-condannati all’esclusione rinunciando al nostro ruolo di innovatori”. Un ruolo “usurpato da chi oggi inneggia a un 2 a 0 che non c`è, o da chi festeggia dicendo ho fatto meglio dell`Umberto e anche del Silvio”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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