La Giunta approva le linee guida per l’attuazione della legge che istituisce il reddito di inclusione sociale in Sardegna. La misura è rivolta ai nuclei familiari in condizioni di povertà e il riconoscimento del sussidio economico è condizionato alla sottoscrizione di un patto, tra utente e amministrazione, che prevede un percorso personalizzato per il superamento della condizione di povertà. Il reddito integra il Sostegno di inclusione attiva nazionale.
Tuttavia, se nel resto d’Italia gli importi erogabili sono calcolati sulla singola persona e variano da un minimo di 80 euro a un massimo di 400, nel provvedimento che si adotta nell’Isola – a parità di caratteristiche del nucleo familiare – il minimo è di 200 euro e il massimo di 500, per tutti i target e con qualsiasi Isee. I dati sui potenziali beneficiari e la loro distribuzione sul territorio regionale saranno forniti dall’Inps. La Regione prevede le stesse modalità di accesso del Sostegno nazionale, ma include anche le domande escluse dallo stesso Sostegno perché non hanno raggiunto il punteggio previsto dal bando. I beneficiari devono essere residenti nell’Isola da almeno sessanta mesi. Inoltre, i nuclei che accedono al reddito partecipano a percorsi di politiche attive del lavoro e di emancipazione programmate negli uffici. Se si tratta di minori, occorre che frequentino la scuola fino ai 18 anni. In caso di maggiore età, non devono rifiutare più di due offerte lavorative congrue. L’inosservanza di questi requisiti determina la sospensione dell’erogazione per un anno.