Lingua blu, Sel-Sl: “Oltre 5mila focolai, servono 20 milioni per gli indennizzi”

Al 9 dicembre, secondo i dati dell‘istituto zooprofilattico dello Stato, i focolai di lingua blu totali in Sardegna sono 5.301, quelli attivi 5.111. Nel corso dell’estate si è passati in poco più di 90 giorni dall’unico focolaio attivo a giugno ai 15 di luglio per poi arrivare ai 1.440 di agosto e ai 4.012 di settembre. Attualmente – rileva il servizio epidemiologico della Regione – i capi morti certificati sono 95.792. I dati sono stati diffusi dal gruppo Sel-Sl che hanno presentato un’interpellanza nella quale si chiede alla Giunta regionale di raddoppiare lo stanziamento previsto nel bilancio 2014, circa 10 milioni di euro, per indennizzare tutti gli allevatori nel 2013, anche quelli che per vari motivi non hanno vaccinato i capi.

“È una tragedia che è stata sottovalutata dalla Regione – ha tuonato Claudia Zuncheddu – tutti noi siamo assolutamente d’accordo sull’obbligatorietà della vaccinazione, ma i vaccini devono essere efficaci e disponibili in tempi certi come previsto dai normali protocolli di prevenzione. La situazione è sfuggita di mano e lo dicono i dati. Non c’è stata l’opera di prevenzione – ha attaccato la consigliera indipendentista – Nel 2013 la campagna di vaccinazione è partita molto tardi, e secondo le ultime dichiarazioni dell’assessore non ci saranno indennizzi per gli allevatori che non hanno vaccinato, perchè i vaccini non erano disponibili”. Secondo Daniele Cocco, “10 milioni di euro sono pochi, se si pensa che si tratta di 200 euro a capo, servono subito altri 10 milioni per i soli capi morti. Mi auguro che sia la stessa Giunta a presentare emendamenti alla Finanziaria 2014 per rimpinguare questa somma”.

“I dieci milioni di euro stanziati per gli indennizzi da lingua blu non coprono neanche la totalità dei capi morti senza contare la perdita di reddito e i danni per i capi infetti”. Lo denuncia la Coldiretti Sardegna, che ribadendo la richiesta fatta dal gruppo Sel-Sl in Consiglio regionale, chiede un aumento dei fondi: secondo i calcoli dell’associazione servono almeno ulteriori 30 milioni di euro. “La malattia, ormai diffusa a tappeto su tutto il territorio regionale, ha colpito quasi 100 mila capi che sono deceduti, in oltre 5.000 focolai che rappresentano un patrimonio ovino complessivo di oltre 1,5 milioni di capi – spiega la Coldiretti – Nonostante il tempestivo intervento della Regione sulla malattia, che stanziato complessivamente 18,5 milioni di euro strutturati in 10 milioni per gli indenni e in 8,5 milioni per le spese di smaltimento delle carcasse da parte dei comuni, tutto questo non basta”. “Abbiamo fatto una simulazione abbastanza realistica della situazione ad oggi, per informare la Regione del reale stato delle cose circa la blu tongue ed abbiamo rilevato come i denari stanziati non siano neanche lontanamente sufficienti per coprire i danni causati dalla malattia – afferma Battista Cualbu presidente di Coldiretti Sardegna – chiediamo alla Regione di attivarsi con tutte le procedure d’urgenza affinché vengano reperite le risorse finanziarie necessarie che stimiamo in almeno ulteriori 30 milioni”.

Dopo gli interventi di Sel, Sl e Coldiretti, l’assessore dell’agricoltura Oscar Cherchi ha annunciato che presenterà al Consiglio Regionale il piano di rimodulazione delle risorse previste nella legge 25 del 2013 che stanzia 18,5 milioni per far fronte all’emergenza, 10 dei quali sono già stati trasferiti nella disponibilità dei Comuni sede dei focolai, che stanno già provvedendo ai pagamenti: ‘Ho già portato in Commissione la proposta in base alla quale il Consiglio Regionale trasferirà 6 milioni di euro dall’articolo 2 all’articolo 1, portando di fatto a 16 milioni la dotazione disponibile per gli indennizzi alle aziende sede di focolaio. Inoltre in sede di finanziaria chiederò il rifinanziamento dell’articolo 1 con ulteriori 20 milioni di euro, così da poter far fronte a tutte le legittime richieste di aiuto derivanti dalla diffusione della malattia. Naturalmente, – prosegue l’assessore – continuiamo seguire gli sviluppi della situazione con il costante monitoraggio dei dati e non escludo, vista l’imprevedibilità degli sviluppi della malattia, di dover predisporre ulteriori futuri aggiustamenti che si dovessero rendere indispensabili a tutela di un patrimonio economico e culturale importantissimo per la nostra regione come quello dell’allevamento ovino’.

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