Sardegna promossa nella lotta alla lingua blu. È quanto emerso oggi in un incontro interistituzionale a Cagliari sulla febbre catarrale degli ovini. “L’isola è un esempio positivo per tutta Italia per diversi motivi – ha spiegato Giovanni Savini, responsabile nazionale per la blue tongue, direttore dell’Istituto zooprofilattico Molise-Teramo e referente delle malattie esotiche Izs Abruzzo-Molise – Il principale è il successo ottenuto nella lotta al sierotipo 1″. “Per capire meglio il fenomeno – aggiunge – è sufficiente guardare i numeri: 34.720 capi morti all’1 ottobre 2013, senza campagna vaccinale, 12 capi morti alla data di oggi, dopo la campagna di vaccinazioni“.
Si è parlato anche di uno scambio di aiuti interregionale: “La situazione epidemiologica della lingua blu in Sardegna – dice l’assessore della Sanità Luigi Arru – è molto diversa dallo scorso anno e il nostro vaccino è utilizzato in diverse parti d’Italia. In Abruzzo e in Umbria si stanno organizzando per fare una campagna di vaccinazioni uguale alla nostra. Dall’isola sono anche partite in Abruzzo 40 mila dosi di vaccini per tamponare l’emergenza”. Rassicurazioni anche ai pastori: il vaccino utilizzato quest’anno è “spento”, ovvero con virus inattivato, efficace e sicuro. “Può essere utilizzato – prosegue Arru – anche in gravidanza, non provoca aborti, immunizza le madri che trasmettono l’immunità agli agnelli. Ciò non toglie che debbano essere fatte anche tutte le azioni di igiene zootecnica per la lotta all’insetto vettore, che gli allevatori ben conoscono e che in futuro saranno potenziate”. “La Sardegna può vantare due grandi successi – dice Marco Pittau, direttore delle malattie infettive alla facoltà di Veterinaria di Sassari -: aver debellato la brucellosi e bloccato il siero tipo 1 del virus della lingua blu. E’ fondamentale per noi diffondere queste risultati ottenuti grazie allo studio e alle vaccinazioni mirate perché tutti gli allevatori d’Italia si convincano che questo è il modello e il protocollo da seguire”.