Il ligure Moirano alla Asl unica, la trattativa di Pigliaru è al rush finale

Fulvio Moirano, il manager ligure che in Piemonte ha fatto tornare in attivo il bilancio della sanità, è sempre più vicino alla Asl unica della Sardegna.

Fulvio Moirano, il manager ligure che in Piemonte ha fatto tornare in attivo il bilancio della sanità, è sempre più vicino alla Asl unica della Sardegna. La trattativa aperta da Francesco Pigliaru, inizialmente in gran segreto, è ormai alle battute finale: così filtra dal Consiglio regionale insieme ad altri retroscena che spiegano cosa abbia spinto il governatore a resistere al pressing della “lobby isolana” unita su Giorgio Sorrentino, attuale commissario dell’Azienda mista di Cagliari, sino a ieri considerato a un passo dalla nomina.

Potrebbe essere solo questione di ore perché Pigliaru annunci alla maggioranza la fine della trattativa, dopo giorni di conversazioni telefoniche con Moirano. E proprio da ambienti vicini al presidente viene fuori che col manager ligure si è confrontato esclusivamente Pigliaru, dopo una chiamata di cortesia fatta dallo stesso governatore al suo pari grado piemontese, Sergio Chiamparino, per informarlo su quanto stesse succedendo. Vero che l’eurodeputato Renato Soru, venerdì scorso, ha parlato di sanità col sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, arrivato in Sardegna per mettere ordine alla crisi del Pd regionale. Ma Lotti in questa trattativa non ha giocato alcun ruolo. E nemmeno Soru, sostengono fonti di palazzo. Pigliaru, semmai, si è consultato con l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, che ha commesso sì la leggerezza di portare in Giunta la candidatura di Francesco Nicola Zavattaro, sul cui curriculum sono emerse alcune zone d’ombra (leggi qui). Ma Arru si è sempre opposto a che fosse un manager sardo il Dg della Asl unica. E questo per evitare che la politica isolana continuasse a mettere le mani sulla gestione degli ospedali che vale un passivo da 750 milioni di euro.

E se il Pd è un pezzo della “lobby sarda” che voleva Sorrentino direttore generale (gli altri partiti sono Sel, RossoMori, PdS, Centro Democratici e Upc), il grosso dello scontro si è giovato proprio all’interno dell’area democratica con lo stesso nuovo schema di alleanza emerso di recente: da una parte soriani e renziani, dall’altra le aree Cabras e Fadda. Coi primi che non hanno mancato di sottolineare a Pigliaru la loro contrarietà rispetto al metodo emerso nella seduta di Giunta del 31 agosto scorso, quella in cui Zavattaro è stato bocciato da sette assessori su dodici (Massimo Deiana, Cristiano Erriu, Elisabetta Falchi, Claudia Firino, Paolo Maninchedda, Francesco Morandi e Maria Grazia Piras). Di fatto un veto messo sul nome del manager milanese bocconiano.

Moirano, classe ’52, è quel “Messi della sanità nazionale” – così come lo aveva ribattezzato Pigliaru in un vertice di maggioranza – che ha diretto l’Agenzia nazionale di settore (Agenas) dal 2009 al 2014. Una figura di primo piano nel panorama nazionale e, con molta probabilità, vorrà scegliersi in autonomia il direttore sanitario e quello amministrativo che lo affiancheranno. Prima nella cosiddetta transizione, con lo scioglimento delle otto aziende sanitarie territoriali (tappa in quattro mesi), poi nella gestione dei tre miliardi di euro che valgono il bilancio della futura Asl unica.

Politicamente con la trattativa su Moirano il presidente Pigliaru ha giocato ruolo tutto suo rispetto ai litigi in maggioranza, sino a fare un lavoro di ricucitura concluso con la scelta di un nome che, visto il curriculum, non può incontrare opposizioni. Nemmeno da parte della “lobby sarda” che spingeva per Sorrentino in virtù della sua sardità.

Con Moirano in Sardegna è salva anche la poltrona di Arru che, a questo punto, non ha motivo per lasciare l’assessorato, come era trapelato da ambienti vicini all’assessore la scorsa settimana, quando lo scontro nel centrosinistra fu durissimo. Poi l’asso nella manica tirato fuori da Pigliaru. Manca ancora qualche dettaglio per chiudere definitivamente la partita. Ma il grosso della trattativa è concordato.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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