L’ex ministro Pisanu: “Non compete a Salvini occuparsi di immigrazione”

“Moro mi ha insegnato a tenere gli occhi aperti sulla realtà e ad ascoltare le voci che si alzano dalla società civile, prestando attenzione alle cose nuove che nascono senza indugiare troppo sulle vecchie che muoiono. Da questa posizione io colgo segnali positivi, come per esempio l’insistenza sulla moralizzazione della vita pubblica, l’attenzione sull’ambiente e sui punti più controversi come il reddito di cittadinanza. Ma vedo anche atteggiamenti preoccupanti” come sulla “lotta alle diseguaglianze, la costruzione europea, l’immigrazione. Insomma, vedo una positiva spinta utopica non sostenuta però da una adeguata capacità di analisi culturale e di proposta politica. E conntemporaneamente vedo un pericoloso riflusso verso istanze come il sovranismo e il nazionalismo che in Europa hanno già prodotto due guerre mondiali”. È l’analisi che Giuseppe Pisanu – tra i protagonisti sia della prima che della seconda Repubblica – fa in una lunga intervista rilasciata a La Nuova Sardegna in occasione del suo ritorno in pianta stabile a Sassari.

Il giudizio di Pisanu sul governo giallo-verde si estende anche al suo ‘successore’ al Viminale, Matteo Salvini. Pur con la premessa che “non è elegante da ex ministro giudicare altri ministri”, Pisanu osserva però come “le esigenze  del leader politico prevalgano sulla vocazione propria del ministro dell’Interno, che non è un ministro di polizia, ma un ministro di garanzia dei diritti di libertà e di cittadinanza. L’aspetto che più mi preoccupa – sottolinea – è l’approccio al tema dell’immigrazione. Questo è il più grande problema sociale del nostro secolo che va affrontato e risolto a livello internazionale”. “Pertanto – spiega – la competenza specifica dovrebbe essere affidata ai ministri degli Esteri e degli Affari sociali. Al ministro dell’Interno dovrebbe rimanere l’aspetto legato alla sicurezza, all’ordine pubblico e ai diritti di cittadinanza”.

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