Per albergatori e costruttori l’articolo 31 del ddl Erriu sugli incrementi volumetrici dentro i 300 metri va nella direzione giusta. Per tutti eccetto la Cna Costruzioni Sardegna. Oggi in commissione Urbanistica l’associazione ha chiesto lo stralcio dell’art. 31 e anche del 43 che prevede programmi di grande interesse sociale ed economico in deroga alle aree di salvaguardia totale.
“E’ sbagliata l’idea di consentire entro i 300 metri dalla linea di battigia e nelle aree di salvaguardia previste dal Ppr, incrementi dell’ordine del 25%, anche con corpi fabbrica da realizzarsi separati – hanno evidenziato Francesco Porcu e Antonello Mascia, segretario e presidente di Cna – il sistema turistico sardo ha enormi potenzialità inespresse ed esiste uno spazio enorme da colmare promuovendo una forte azione di rilancio del comparto che non confligga con gli standard di tutela e di salvaguardia fissati dal piano paesaggistico regionale”.
Di tutt’altro avviso Federalberghi, Confartigianato e Ance. Paolo Manca ha elencato i punti principali della proposta degli albergatori: “La legge non deve discriminare fra chi è dentro e fuori i 300 metri per ristrutturazioni e ammodernamenti, deve essere chiara e permettere di ammodernare le strutture ricettive in funzione del cambio delle necessita dell’attività aziendale, inoltre la sostenibilità deve essere ambientale ma anche economica: non possiamo pensare di fare solo servizi, spa e centri congressi servono ad allungare la stagione ma il reddito lo producono le camere”.
Stefano Mameli di Confartigianato propone la possibilità di apportare incrementi volumetrici anche nelle zone F turistiche in zone residenziali ed esprime apprezzamento per l’articolo 43. Per Pierpaolo Tilocca (Ance) non bisogna porre limiti all’articolo 31, “non esiste pensare di salvaguardare una bruttura costruita entro i 300 metri dal mare in modo penoso e anti ambientale”. Sul 43, “va implementato perché non possiamo condannare determinate aree della Sardegna, come la costa ovest, a non avere sviluppo”.