Legge Casa, la giunta ne riscrive “il cuore”. Ecco gli aumenti di volume

Via libera agli incrementi volumetrici di edifici esistenti nei centri storici, nelle zone residenziali e di espansione, nelle zone industriali, artigianali e commerciali, nelle aree destinate ai servizi e nelle zone agricole. Lo prevede il novellato articolo 19 della Legge casa così come modificato ieri, a tarda sera, da un emendamento sostitutivo totale della Giunta regionale che ha riscritto in toto la norma che rappresenta il “cuore” della legge all’esame del Consiglio regionale.

Ieri, a tarda sera, la modifica che inserisce la zona turistica F tra quelle in cui sono possibili ampliamenti, quindi per le seconde case e gli alberghi, ha ottenuto l’ok con un voto segreto chiesto dal capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis. Ha spaccato la maggioranza e fatto infuriare il presidente della Regione, Francesco Pigliaru.

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Ecco gli aumenti volumetrici. Nei Centri storici, zona urbanistica A, l’incremento volumetrico del 20%, fino ad un massimo di 70 metri cubi, è consentito solo per quegli edifici che non sono tipici o storici e non in contrasto con i caratteri architettonici e tipologici del contesto e se è stato approvato un Piano particolareggiato adeguato al Piano paesaggistico regionale (Ppr). Nelle zone Residenziali e di Espansione edilizia (B e C) si potranno realizzare opere per un massimo del 20% (fino a 90 metri cubi, cioè oltre 33 metri quadrati) nei comuni costieri, che non hanno adeguato il Piano urbanistico comunale (Puc) al Ppr, cioè la maggior parte dei comuni dell’Isola, compreso Cagliari che però ha già siglato il protocollo con la Regione. Si potrà arrivare, invece, ad un massimo del 30% (fino a 120 metri cubi, cioè 45 mq) nei 12 comuni che hanno adeguato il Puc al Ppr (solo cinque quelli costieri al 100%, cioè Arborea, Magomadas, Nurachi, Posada e Siniscola) e nei comuni non costieri. Per queste tre fattispecie è previsto un ulteriore incremento del 5% se l’intervento comprende opere di efficientamento energetico, di realizzazione di tetti verdi e giardini verticali o per interventi di riutilizzo delle acqua meteoriche e delle acque reflue. Inoltre, non cumulabile con gli incrementi previsti nelle zone A, B e C, potranno essere realizzati spazi destinati ad abitazione principale dei disabili per massimo 120 metri cubi. Nelle zone a destinazione Industriale e artigianale (D) si potranno incrementare i capannoni e altre strutture strettamente connesse con l’attività produttiva (non quindi abitazioni o parti commerciali) per un massimo del 25% del volume esistente. Nella stessa zona D, ma a destinazione commerciale, l’incremento possibile viene limitato al 20% per un massimo di 400 metri cubi. Per entrambe le tipologie nei fabbricati residenziali esistenti adibiti come prima casa del titolare dell’impresa o del custode si potranno effettuare incrementi volumetrici come previsto per le zone residenziali (dal 20% al 30%). Nelle zone agricole E si potranno fare ampliamenti volumetrici come quelli previsti per le zone residenziali e di completamento (B e C), oltre la fascia di un chilometro dalla linea di battigia (300 metri per le isole minori), per gli edifici già realizzati al 31 dicembre 2014.

All’interno dei centri matrice (cioè quella parte dell’insediamento urbano originaria che dalla prima formazione si è poi sviluppata per fasi successive), in assenza del Piano particolareggiato adeguato al Piano paesaggistico regionale, sarà possibile la ristrutturazione edilizia di tipo conservativo, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia interna. La ristrutturazione di tipo conservativo è quella che mantiene immutati alcuni elementi strutturali qualificanti (come le travi di legno sul soffitto) con possibili integrazioni funzionali e strutturali, ma senza incrementi di superficie, volume e variazioni di sagoma così come storicamente esistente.

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