Tutte le spese degli onorevoli

Francesca Barracciu deve presentare le “pezze d’appoggio” per un totale di 33mila euro in quattro anni, cioè 8000 euro l’anno. Ma c’è chi è arrivato a spendere, nello stesso arco di tempo, 200mila euro

Adesso c’è una cifra per ciascuno dei consiglieri indagati. E’ stata ricavata dagli inquirenti esaminando la contabilità del gruppo consiliare di appartenenza. E così si sa per certo che quel consigliere, nella precedente legislatura, ha ricevuto una precisa quota dei fondi destinati all’attività del gruppo. Solo che, nella contabilità del gruppo, il dettaglio delle spese o non è indicato, o è indicato in modo generico, o è indicato in modo preciso ma mancano le “pezze giustificative”, cioè le ricevute. Da questa constatazione scatta l’ipotesi di peculato. Perché, fino a quando il consigliere in questione non dimostrerà come li ha effettivamente utilizzati, si può pensare che quei soldi non siano andati a finanziare l’attività politica ma altre spese.

Questo lo schema che ha determinato l’indagine a carico di quasi tutto il gruppo consiliare del centrosinistra della precedente legislatura. E che, quasi certamente, condurrà in tempi brevi ad altre iscrizioni nel registro degli indagati. Che si aggiungeranno a quelle di ieri e anche a quelle effettuate in precedenza. Alcune delle quali sono già al vaglio della magistratura giudicante (è il caso del processo in corso a carico dei venti consiglieri del gruppo misto, sempre della precedente legislatura), dell’ex senatore Silvestro Ladu e dell’esponente dell’Italia dei Valori Adriano Salis.

Dentro la categoria di “consigliere indagato per peculato” si possono dunque trovare i casi più diversi. Situazioni scandalose e situazioni del tutto normali. Ai giudici spetterà il compito di distinguerle. Ai consiglieri quello di dimostrare di aver utilizzato il denaro pubblico per scopi istituzionali. Non per pagare il carrozziere della moglie (Silvestro Ladu) o per acquistare dei Rolex (Mario Diana, secondo gli accertamenti di pochi giorni fa).

Una cifra da giustificare, dunque, per ciascun consigliere. In un articolo che appare su L’Unione Sarda oggi in edicola, Maria Francesca Chiappe le indica nel dettaglio. Francesca Barracciu – che è stata convocata al pm per il 28 ottobre – per esempio, deve giustificare spese per 33mila euro effettuate tra il febbraio del 2006 al gennaio del 2009. Di una cifra identica, per lo stesso periodo, devono rispondere alcuni degli altri big i cui nomi compaiono nella lista degli indagati. E cioè il senatore e segretario regionale del Pd Silvio Lai, l’ex presidente del consiglio regionale Giacomo Spissu. E, con loro, gli ex consiglieri Angelina Corrias, Giovanni Battista Orrù, Giuseppe Pirisi e Salvatore Mattana.

Appena più alta (35mila euro) la cifra contestata agli ex consiglieri Carmelo Cachia, Nazareno Pacifico e Alberto Sanna. Di 32mila euro deve rispondere l’attuale deputato eletto in Liguria Marco Meloni. Ancora: a Giuseppe Luigi Cucca, senatore componente della giunta per le elezioni che dopodomani dovrà votare sulla decadenza di Berlusconi, il pm Cocco chiede conto di 19mila euro, mentre Siro Marrocu, ex capogruppo Ds in Consiglio regionale, deve spiegare come ha speso 92.000 euro.

Francesco Sanna, deputato, deve rispondere di spese per 45mila euro. Nella lista degli indagati finisce di nuovo l’eurodeputato Giommaria Uggias, già rinviato a giudizio per il periodo in cui era transitato nel gruppo Misto. Questa volta l’esponente dell’Italia dei valori deve rispondere di 28mila euro.

Le somme più alte sono quelle indicate nell’invito a comparire notificato all’ex consigliere regionale Giuseppe Cuccu (quasi 200mila euro) e all’ex tesoriere del gruppo Ds Antonio Ignazio Calledda (179mila euro). E poi: 77mila all’ex capoguppo della Margherita Antonio Biancu; 56mila all’attuale vice presidente della commissione Finanze Francesco Sabatini; 52mila a al consigliere Gavino Manca.

Ancora: 48mila euro dovrà giustificarli l’ex presidente della Caritas Mariuccia Cocco; 41mila all’ex consigliere Simonetta Sanna; 25.000 all’ex segretario Ds Renato Cugini; quasi 24.000 euro all’ex consigliere Gavino Giagu; 13.000 all’attuale consigliere regionale Marco Espa; 8.000 all’ex consigliere Vincenzo Floris; 5.000 all’ex assessore alla Programmazione Eliseo Secci.
Quanto ai consiglieri di progetto Sardegna – Mario Bruno, Elia Corda, Alessandro Frau, Gianluigi Gessa, Stefano Pinna e Chicco Porcudovranno giustificare dai 10.000 ai 130.000 euro.

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