Le “lettere-truffa” di Berlusconi sul tavolo di Antonello Soro

Sarà Antonello Soro, ex capogruppo alla Camera del Partito democratico e dal giugno dell’anno scorso Garante della privacy, a occuparsi delle lettere-truffa inviate da Silvio Berlusconi a milioni di famiglie per far credere che votando Pdl avranno il rimborso dell’Imu.

Sul suo tavolo sono già arrivati due esposti e altri se ne aggiungeranno nelle prossime ore. “Dopo il caso della signora che ha segnalato di aver ricevuto la lettera a nome del marito defunto – ha sottolineato uno degli autori degli esposti, Michele Anzaldi, candidato alla Camera per il Partito democratico – nelle ultime ore si stanno moltiplicando le denunce dei cittadini e questo fa pensare che gli indirizzi siano stati presi da banche dati costituite per differenti finalità e che il loro utilizzo per finalità di propaganda sia pertanto illecito”.

In effetti non è chiaro da dove il Pdl abbia attinto per recuperare la gigantesca massa di indirizzi. Ma non è il solo aspetto. Gianfranco Mascia – candidato alle elezioni regionali del Lazio per Rivoluzione civile, e anche lui autore di un esposto – denuncia un altro aspetto della propaganda, l’affissione di manifesti sui quali si legge: “Per ottenere il rimborso dell’Imu 2012 devi votare il Pdl”.

Secondo Mascia questo genere di propaganda potrebbe configurare una violazione dell’articolo 97 del testo unico delle leggi elettorali, che dice (in corsivo le parti che possono riferirsi a questo caso): “Chiunque usa violenza o minaccia ad un elettore o ad un suo congiunto, per costringere l’elettore a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura od a votare in favore di una determinata lista o di un determinato candidato, o ad astenersi dal firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura, o dall’esercitare il diritto elettorale o, con notizie da lui conosciute false, con raggiri od artifizi, ovvero con qualunque mezzo illecito atto a diminuire la libertà degli elettori, esercita pressione per costringerli a firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura od a votare in favore di determinate liste o di determinati candidati, o ad astenersi dal firmare una dichiarazione di presentazione di candidatura o dall’esercitare il diritto elettorale, è punito con la pena della reclusione da un anno a cinque anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000″.

Mascia si spinge fino a ipotizzare che sia stato messo in atto di vero e proprio tentativo di “voto di scambio”: “Il testo della lettera firmata da Berlusconi – ha sottolineato – può essere letto come la promessa di soldi in cambio del voto”.

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