“L’assessorato alla Cultura non è un bancomat”

Claudia Firino spiega perché la Giunta ha deciso di congelare i 50mila euro di contributo agli editori sardi. Che al salone di Torino sono comunque presenti.

Primo errata corrige: «Al salone del libro di Torino gli editori sardi ci sono eccome, sebbene la Regione non abbia potuto sostenere finanziariamente la loro partecipazione». Claudia Firino (nella foto di Dietrich Steinmetz), titolare della Cultura e della Pubblica istruzione, la quota Sel della giunta Pigliaru, smorza le polemiche sollevate dall’Aes, l’associazione degli editori sardi che ieri, con un comunicato stampa, ha contestato all’Esecutivo il blocco di un contributo di 50mila euro inizialmente stanziato dal centrodestra di Ugo Cappellacci.

Assessore, non c’è stato modo di erogare ugualmente quei 50mila euro?

«Non è una questione di cifre né di disimpegno da parte della Giunta sul fronte dell’editoria. Siamo in carica di trenta giorni e alle prese con un problema strutturale che è il patto di stabilità. Per questo abbiamo deciso di congelare qualsivoglia intervento economico, in attesa di completare la mappatura sulla revisione della spesa, un percorso che ha coinciso con il Salone del libro. E i primi a essere dispiaciuti siamo noi».

La Rete si è divisa: c’è chi ha parlato di assistenzialismo culturale, affermando che gli editori non devono fare affidamento sulle risorse pubbliche, visto che i libri si pagano.

«Io non voglio entrare nelle dinamiche commerciali. Preferisco nuovamente chiarire che questo episodio nulla c’entra con le politiche per l’editoria e la cultura che ho in mente».

Per un’altra fetta di internauti, il contributo negato dimostra che questa Giunta non è abbastanza di sinistra. Qualcuno ha persino suggerito di cancellare l’assessorato alla Cultura.

«Se le politiche culturali si riducessero all’erogazione dei finanziamenti, non ci sarebbe davvero bisogno di un assessorato. Né di un assessore. Ma io non sono qui per fare da bancomat. Seppure il nostro mandato sia appena cominciato, ho già incontrato diversi operatori coi quali stiamo concordando un programma di sostegno e di sviluppo al settore. Da un lato rafforzeremo le nostre eccellenze, dall’altro punteremo lo sguardo verso modelli esterni e di successo».

Può già anticipare le coordinate del nuovo percorso?

«Purtroppo non ancora, perché non saranno iniziative calate dall’alto ma concordate. E il dibattito è appena cominciato. Il salone di Torino è certamente uno degli appuntamenti più importanti del nostro Paese, ma non l’unico per valorizzare l’editoria sarda».

Se gli editori dell’Isola sono comunque a Torino, come mai quei 50mila euro?

«Sarebbe stato un contributo alla partecipazione».

Da ieri quante proteste ha ricevuto?

«Non tantissime, per la verità. Ripeto: nel governo dei processi culturali i soldi non sempre sono sostanza».

Alessandra Carta

(@alessacart on Twitter)

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