La Sardegna? Forse è Atlantide. Con le “oasi esistenziali” e i “prodotti emozionali”. Lo dice il Pdl in una proposta di legge

I cultori della supercazzola hanno una nuova Bibbia. È la proposta di legge 549, targata Pdl e recante “Disposizioni per lo sviluppo integrale della Sardegna mediante la promozione e la valorizzazione dell’intero sistema produttivo isolano e della coesione sociale”. Già il titolo non promette bene. E infatti fin dai primi articoli – quelli che riguardano i compiti della istituenda Sardegna sviluppo e promozione – gli estensori regalano perle inimmaginabili. Si parte da Atlantide, (forse la Sardegna) e si arriva alle “oasi esistenziali”. Un viaggio che andrà effettuato usando esclusivamente “prodotti emozionali”.

Per prima cosa il nuovo soggetto dovrà censire una moltitudine di “panieri”, da quello “ricco” dei “prodotti agricoli con le ineguagliabili peculiarità che li contraddistinguono, sia per freschezza, genuinità e gusto, sia per caratteristiche organolettiche e nutrizionali”, al paniere “cospicuo” dei “prodotti artigianali della Sardegna, evidenziando l’eredità di tante mani esperte”, fino a quello “inesauribile dei prodotti turistici che hanno fatto della Sardegna una delle mete più ambite del mondo, rappresentando ed elencando le obiettive ragioni naturalistiche, climatologiche e antropiche che hanno indotto tutte le più importanti civiltà dell’homo sapiens: sumeri, fenici, punici, romani e tanti altri fino ai nostri giorni, a considerare quest’isola la vera perla del Mediterraneo, forse anche la mitica Atlantide”.

E mica finisce qui. Perché, ahi loro, i dipendenti di Sardegna sviluppo e promozione dovranno pure censire “la vastissima gamma di prodotti emozionali che la Sardegna offre in ogni periodo dell’anno, in modo originale, ai flussi di traffico turistico internazionale, specializzato in: religioso, culturale, sportivo, gastronomico e mondano”, ma anche catalogare la grande “varietà di servizi legati all’accoglienza e all’ospitalità del turismo di qualità”, quel “turismo di pregio” che vuole essere “protagonista nel quotidiano del popolo che lo ospita, magari condividendone anche le ansie, però certamente in maniera appassionata”.

In seguito, partirà il solito censimento “dell’agenda colma di forti motivazioni di soggiorno in Sardegna”, che metta in luce “le suadenti ritualità sarde; da quelle inneggianti il giornaliero, il sorgere e il tramontare del sole e della luna; gli effetti positivi del vento, del tuono e della pioggia nell’Isola” o le feste “che “gloriano il nostro mare e il suo pescato” o quelle che “scandiscono le tappe fondamentali della vita dell’uomo in Sardegna: la nascita, la pubertà, la giovinezza, il lavoro, il matrimonio, la maternità/paternità, la maturità, la vecchiaia e la dolce morte”.

Infine, “redige un grande teatro di Sardegna” – qualunque cosa voglia dire – “in perenne recitazione in giro per il mondo e in ogni comune in terra sarda, sempre originale e innovativo, nel quale tanti giovani, adulti e anziani, debitamente istruiti dalla scuola di formazione etnica in seno alle Pro Loco, incarnano quotidianamente le origini e la storia millenaria di una delle prime civiltà del Mediterraneo, a beneficio di tutta quella crescente massa di vacanzieri internazionali che viaggia, sempre più, alla continua ricerca di emozioni generate proprio dalla frequentazione di tali oasi esistenziali, contornate di calda ospitalità, salubrità, genuinità, buon gusto e simpatia, offerti con efficienza precisione e puntualità”. Manca solo l’ampio parcheggio.

Da fare invidia al Conte Mascetti.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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