La presa del Psd’Az: così Solinas ha consegnato i Quattro mori a Salvini

È scritta nei nomi degli attuali dirigenti la mutazione antropologica del Psd’Az che appare sempre più un partito svuotato della originaria impostazione repubblicana e antifascista, con contaminazioni socialiste, e sempre più permeato del leghismo di Matteo Salvini. Uno spostamento a destra che martedì scorso si è concretizzato nell’espulsione del consigliere regionale Angelo Carta, a cui il segretario nazionale e senatore Christian Solinas ha dato il benservito per aver appunto criticato il ministro alleato. A febbraio lo stesso trattamento era stato riservato a tre consiglieri comunali di Cagliari, Monia Matta, Francesco Stara e Aurelio Lai, contrari all’alleanza con la Lega. Solo che allora c’erano di mezzo le Politiche e la severissima decisione parve condizionata dalla volontà di lanciare un segnale all’elettorato di destra. Era invece l’inaugurazione di un metodo.

Ma come è possibile che un partito con la storia del Psd’Az sia diventato il più fedele alleato della Lega? Sardinia Post ha provato a rispondere a questa domanda ricostruendo il percorso politico degli attuali componenti della Segretaria e del Consiglio nazionali: è emerso che l’attuale gruppo dirigente sardista è composto per circa un 30 per cento da persone che nel Psd’Az non hanno mai militato e ci sono arrivate per il tramite di Solinas. Innesti che in questo articolo, per una necessità di sintesi, chiameremo ‘sardisti esterni’ in modo da differenziarli da quelli storici, cioè da coloro che nel Psd’Az erano iscritti prima del 2015. Prima che Solinas, il deus ex machina di questa mutazione, venisse eletto segretario.

Ma andiamo con ordine, cominciando proprio da Solinas il cui ingresso nel Psd’Az trovò consacrazione alle Regionali del 2009 quando, appena 32enne, conquistò uno scranno nell’Assemblea di via Roma per poi concludere la legislatura da assessore ai Trasporti nella giunta Cappellacci (sua la fallimentare trovata della Flotta Sarda). È in quell’anno che Solinas avvia la presa dei Quattro Mori costruendo un suo personale partito all’interno del Psd’Az, con una strategia che verrà invano combattuta dall’allora presidente Giacomo Sanna che di Solinas era stato il ‘padre politico’.

Solinas comincia la sua scalata al Psd’Az dalle sezioni, specie da quelle diventate terra di nessuno con l’avanzare dell’anti-politica e della crisi della militanza attiva, da cui il Psd’Az non è risultato immune. Nel 2014, rieletto al consiglio regionale, Solinas comincia a  piazzare suoi uomini e incassa per il congresso nazionale un numero di delegati che gli danno la maggioranza e la segreteria. Nel marzo 2015 Giacomo Sanna controllava ancora la metà del partito con circa 35 voti su 71 (così per l’elezione dell’allora presidente, Giovanni Columbu), mentre oggi  con Solinas sono schierati 57 delegati. Ai ‘sardisti esterni’, i suoi uomini di fiducia, si è infatti aggiunto un nutrito drappello di ‘sardisti storici’ che ha lasciato Sanna.

Tra gli esterni spicca il nome del vicesegretario nazionale, e numero due del partito, Quirico Sanna che, insieme Giorgio Cherchi,  segretario amministrativo,  rappresenta l’emblema della mutazione antropologica targata Quattro Mori.  Sanna, avvocato cinquantenne, gallurese di Monti,  è stato folgorato sulla via del Psd’Az dopo una lunga militanza, cominciata quando era un ragazzo, in Alleanza nazionale; Cherchi, commercialista sassarese, appartiene al gruppo che abbiamo definito dei “sardisti storici”: berlusconiano, ha  abbracciato i Quattro Mori negli anni Duemila, quando la leadership era di Giacomo Sanna. Poi si è alleato con Solinas.

Proviamo ora a entrare più nel dettaglio. Con un’avvertenza: il quadro è molto complesso e potremmo incorrere in qualche imprecisione (in tal caso i lettori ce la segnalino e la correggeremo), non tale comunque da modificare la sostanza di un quadro che sintetizza la “solinizzazione” del Psd’Az.  Nel Consiglio nazionale, ovvero il parlamentino sardista, si possono contare venti “sardisti esterni” fedelissimi al segretario: Massimo Carboni; Eligio Carta; Pietro Sisinnio Collu; Pancrazio Cossu; Graziano Curreli; Angelo Pasquale Farina; Gianfilippo Grova; Davide Maggiori; Eleonora Mulas; Salvatore Mulas; Salvatore Murgia; Giuseppe Paddeu; Davide Pani; Orlando Pinna; Lino Puddu; Francesco Saba; Gianfranca Salis; Andrea Sciola; Maria Assunta Serra; Christian Stevelli. Della lista faceva parte pure Roberto Mette, cugino di Quirico Sanna, ma dimissionario dopo l’alleanza con la Lega. Menzione a parte per Gianfranco Accocci, sardista storico, entrato in maggioranza nel 2015 ed eletto nel Consiglio nazionale, ma di recente espulso con un deliberato interno – di cui non è stata mai data notizia – sempre per via della sua opposizione all’accordo con la Lega.

La lista dei “sardisti storici” che oggi stanno con Solinas (e in passato con Giacomo Sanna) è anche più lunga. Conta infatti trenta nomi: Pietro Paolo Angioni; Paolo Boi; Giorgio Cherchi; Tonino Chironi; Salvatore Cocco; Stefania Crisponi; Giovanni Dessì; Roberto Mario Erre; Stefano Esu; Babore Fele; Franco Figus; Giovanni Battista Ganadu; Gavino Gaspa; Efisio Lecis; Emanuele Lilliu; Pietro Madeddu; Massimiliano Manca di Mores; Giuseppe Mesina; Federico Onnis Cugia; Remo Ortu; Giovanni Battista Patteri; Enrico Pes; Salvatore Pintus; Giovanni Piras; Giovanni Scanu; Salvatore Sotgia; Bastianino Spanu; Giuliano Tavera; Roberto Trova; Tonino Utzeri.

È consigliere nazionale, e sembra felice dell’alleanza con la Lega, pure Mario Carboni, storico sardista che negli anni Novanta venne espulso dal Psd’Az perché aveva aderito al gruppo Sardistas di Efisio Serrenti, fondato in contrasto con la linea del partito considerata troppo moderata. Fedelissime al patto con Salvini anche Caterina Orecchioni, moglie del segretario amministrativo Giorgio Cherchi, e Carla Puligheddu, moglie dell’ex consigliere regionale Efisio Planetta. Entrambe fanno parte del Consiglio nazionale. Come Giannangelo Merella, cognato di Giancarlo Acciaro, deputato del Psd’Az negli anni Ottanta e considerato nel partito lo stratega dell’alleanza con la Lega.

Fanno sempre parte della maggioranza, ma non sono convinti dell’accordo con Salvini, i consiglieri nazionali Stefano FancelloGianuario FioriGuido Sarritzu. Posizione critica, ma in crisi ideologica (non sanno da che parte stare proprio per via della virata verso la Lega) altri tre esponenti del parlamentino Psd’Az: Walter MuggianuManuel Pirino e Francesco Sanfilippo. Invece Gianni Pia e Andrea Sassu, anche loro eletti in Consiglio, non si sono ancora schierati dopo l’accordo con le camicie verdi. Sono tutti e otto sardisti storici. È sempre nel Consiglio, ma non sta più con la maggioranza Flavio Cabitza.

Quanto alla minoranza interna, assolutamente contraria all’incontro con Salvini, è esigua per numero ma compattissima, e ovviamente è formata da sardisti che ricoprivano ruoli dirigenziali prima dell’avvento di Solinas.  Si tratta di Alessandro GervasiAntonio Marchi SoruPasquale MereuCaterina Nieddu, Antonio Pintus (noto Tonino) e Bardilio Fancello. Gervasi e Marchi hanno anche preso posizione contro l’espulsione di Angelo Carta, insieme alla segretaria della sezione di Olbia, Silvia Lidia Fancello, e al sindaco di Posada, Roberto Tola.

Il gruppo dirigente del Psd’Az include i commissari delle otto federazioni provinciali, congelate dal 2015 per ordine di Solinas che le ha affidate a fedelissimi. Anche qui lo schema sembra ripetersi con un’alternanza tra sardisti ‘esterni’ e ‘storici’. Sono ‘esterni’ il già citato consigliere nazionale Christian Stevelli (Cagliari), così come Aurelio Fadda (Sulcis) e Alessandro Pontis (Medio Campidano). Sono ‘storici’ Pietro Madeddu, Giuliano Sanna e Giuseppe Mesina (anche lui consigliere regionale) che governano rispettivamente le federazioni di Sassari, Nuoro e Ogliastra. Al fianco di Solinas, è schierato pure l’ex segretario nazionale Efisio Trincas, attuale commissario nell’Oristanese ed ex sindaco di Cabras. Trincas è passato alla storia per aver consegnato nel 2009 la bandiera dei Quattro Mori all’allora premier Silvio Berlusconi. Il commissario in Gallura è il vicesegretario Quirico Sanna, sempre stando a quanto riportato sul sito del Psd’Az. Il quadro del gruppo dirigente sardista si completa così: l”esterna’ Maria Giuseppa Piras (voluta da Solinas nella segreteria nazionale come responsabile per il coordinamento delle federazioni provinciali) e gli ‘storici’ Stefano Esu e Andrea Cocco, ex fedelissimi di Giacomo Sanna: il primo è responsabile organizzativo nazionale; il secondo responsabile degli Affari esteri. Alla conta finale delle diverse posizioni, Solinas sta governando il partito forte di 57 voti su 69 effettivi, vista l’espulsione di Accocci e il ritiro volontario di Mette. Gli indecisi sono otto, la minoranza raccoglie appena sei voti.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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