Favori e affari sulla pelle degli studenti

La Scuola digitale oggi sarebbe, realtà. Con benefici economici per le famiglie e migliori condizioni per lo studio. Ma un giorno La Regione incrociò Ilaria Sbressa e…

Nel summit cagliaritano si parla del progetto “Scuola digitale” e della formazione dei docenti. Ma non solo: spunta anche la bozza di un accordo quadro – poi effettivamente firmato il 27 luglio 2012 – tra Regione e Ministero. È il documento che farà naufragare tutto il lavoro degli ultimi tre anni, relegando la Sardegna a un ruolo a dir poco subalterno. E tutto succede con l’avallo della giunta regionale: il 31 luglio 2012 Ugo Cappellacci firma la delibera 33/1 (vedi), approva l’accordo con il Miur e contestualmente, a pochi giorni dalla scadenza, revoca il bando sulla scuola digitale.

Da prima motrice, la Sardegna diventa così l’ultimo carretto. Trainato dalla Puglia. Spieghiamo. I saggi del ministero ricordano a Cappellacci che il governo sta seguendo con attenzione l’attuazione dell’“Agenda digitale” e che quindi la “Scuola digitale” in salsa sarda dovrebbe raccordarsi alle iniziative nazionali. Si tratta del progetto SmartEdu@work, che vede coinvolte Puglia (capofila), Sicilia e Campania e prevede, in sostanza, tutti gli interventi già inseriti nel bando pubblicato tre mesi prima dalla Regione Sardegna. Con la differenza che la Sardegna ha semplicemente tutto da perdere. La piattaforma digitale, ad esempio, sarà sviluppata e localizzata in Puglia, mentre per l’Isola si parla solo di un data center. Ma solo ipoteticamente localizzato in Sardegna.

Dunque, ricapitolando: c’è un progetto elaborato in Sardegna, quello curato da Silvano Tagliagambe, che sta per essere relizzato. Ne nasce un altro – SmartEdu@work – che vedrà la luce (forse) solo nei mesi a venire. E cosa fa la Regione sarda? Aderisce a quest’ultimo e, revocando il bando, cancella il suo progetto. Che logica c’è in tutto questo?

Dice la giunta sarda che l’accordo prevede l’utilizzazione gratuita del software di gestione del sistema. Un beneficio del genere è sufficiente a giustificare l’annullamento del progetto “Scuola digitale”? Ci sono molti dubbi. Ma, soprattutto, quel beneficio non esiste! Evidentemente il  presidente Cappellacci non ha  letto con attenzione l’accordo che ha sottoscritto, visto che al punto 4 il documento prevede uno specifico cofinanziamento da parte della Regione sarda. Non è “gratis”, insomma.  Ancora, la giunta dice che, in accordo con il ministero, non c’è più tempo per creare contenuti originali e che, quindi, vanno acquistati materiali già belli e pronti. Da qui l’esigenza, per le mutate condizioni, di revocare il bando. Tagliagambe chiaramente non è d’accordo e lo fa presente. Per tutta risposta, la giunta Cappellacci prima revoca il bando, poi l’incarico a Tagliagambe.

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