Insar, la spa pubblica dove convivono Pd e Forza Italia. Presto il cambio al vertice

Ha ormai le settimane contate, Antonello Melis il commercialista che nella spa regionale Insar è stato riconfermato il 22 gennaio 2014, a pochi giorni dalla fine della passata legislatura, quando la Sardegna era governata dal centrodestra di Ugo Cappellacci (qui la delibera). Il mandato di Melis sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2016, contestualmente all’approvazione del bilancio, come riportato nel sito istituzionale della società. Ma siccome il documento contabile della società ha ottenuto il via libera solo a giugno (comunque nei termini di legge), per l’amministratore delegato scelto tre anni fa da Forza Italia è arrivata un’ulteriore proroga. Melis dovrebbe definitivamente lasciare l’Insar ad agosto, lasciandosi alle spalle anche l’ultima grana sul blitz fatto le scorse settimane della Guardia di finanza, andata via dalla sede di via Mameli a Cagliari coi faldoni dei contratti e delle consulenze firmati dalla società nell’ultimo triennio (leggi qui).

Nomi di successori non ne circolano. È invece sicuro che nello scacchiere dei posti di sottogoverno in quota centrosinistra, la casella della società dovrebbe restare nel perimetro degli ex Ds del Pd. Ovvero la corrente dem dell’assessora al Lavoro Virginia Mura, cui spetta la supervisione di Insar.

Proprio dal Pd filtra un solo dettaglio: il partito non ha ancora sostituito Melis perché non è conclusa la ricerca di un profilo professionale adatto a gestire la società, la quale nel 2015 aveva un capitale sociale di 15.889.306 euro e ha chiuso il bilancio con un utile di esercizio pari a 24.937 euro, in calo rispetto ai 31.913 del 2014 (non sono ancora pubblici i dati economici del 2016). La spa esiste dal 1981 e venne costituita dalla Regione per promuovere programmi per l’occupazione.

Sull’Insar l’anno scorso è scoppiato un caso politico, sollevato in Consiglio regionale dagli alleati del Pd: su tutti gli allora Sel e il Centro Democratico, i quali denunciarono “il sistematico ricorso a collaborazioni esterne, di norma senza procedure di selezione pubblica, con affidamenti diretti o tramite utilizzo di short list“. E questo all’indomani della pubblicazione online, sul sito della società, dei 129 contratti del 2015, come aveva raccontato Sardinia Post (leggi qui). A maggio 2016 di Insar si occupò pure il presidente Francesco Pigliaru che sul progetto Ico destinato alle imprese, con bonus e incentivi, ordinò l’apertura di un’indagine interna (leggi qui).

LEGGI: Insar, una rete di relazioni che passa per Carloforte (e Cappellacci)

Il Pd, tuttavia, non ha mai voluto rimuovere Melis, nemmeno lo scorso settembre, quando l’amministratore delegato è stato condannato, insieme a Cappellacci, a un anno di reclusione per il crac della Sept, la società che produceva vernici industriali e di cui Melis era componente del collegio sindacale. Dagli uffici dell’assessorato al Lavoro hanno sempre motivato la mancata sostituzione del commercialista per via dei costi, visto che ‘licenziare’ l’Ad prima della scadenza del mandato avrebbe comportato una cospicua spesa. All’Insar Forza Italia e Pd hanno quindi convissuto pacificamente, con riunioni settimanali tra lo stesso Melis e il capo di gabinetto della Mura, Luca Mereu.

A fine anno sarebbe dovuto scadere anche il mandato del presidente, l’avvocato Giuseppe Grillo, ugualmente entrato in carica agli inizi del 2014, ma su mandato dell’allora Italia Lavoro, l’attuale Anpal Servizi che è il socio di minoranza di Insar con il 44,61 per cento di quote. Nel Cda c’è pure Gabriella Massidda, attuale direttore generale dell’assessorato ai Trasporti, ma tre anni fa era il Dg della Regione e venne nominata all’Insar sempre dal centrodestra di Ugo Cappellacci.

I rapporti tra Melis e Grillo si sono fatti tesissimi negli ultimi mesi. Tanto che il presidente non ha partecipato alla seduta di approvazione del bilancio, lo scorso giugno. Ufficialmente per un disguido nella convocazione dell’assemblea dei soci, ma l’eventuale rinvio della seduta sarebbe stato scontato se il clima interno fosse stato sereno.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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