Il Piano paesaggistico dei sardi. Ecco quali

Il Pps resuscita progetti già bloccati e torna in auge il cemento sulle coste. Cui prodest? Alla Lega delle Cooperative e a Sergio Zuncheddu, ad esempio.

Quando la giunta Cappellacci ha deciso di archiviare il Ppr, ha optato per una decisa inversione di rotta già dalla ‘ragione sociale’ del nuovo strumento urbanistico: l’ha chiamato Piano paesaggistico dei sardi. E non è un caso. Perché di quei sardi si possono fare nomi e cognomi. Il passepartout che permette di compilare una lista dei reali beneficiari del Pps è rappresentato dalle ‘Norme tecniche di attuazione’, pubblicate da poche ore sul sito della Regione.

Nomi e cognomi. Si tratta in sostanza delle disposizioni giuridiche che indicano quel che si può e quel che non si può fare grazie al Pps. Una delle parti più interessanti riguarda le norme transitorie, grazie alle quali progetti edilizi in sonno potrebbero improvvisamente ridestarsi. E non sono pochi. Si va dalla L della Lega delle Cooperative, che con la Malfatano Spa vorrebbe tirar su un villaggio turistico tra spiaggia e stagno a Domus De Maria, fino alla S di Sergio Zuncheddu. Che non ha mai digerito lo stop imposto dai giudici al progetto di cementificazione di Cala Giunco, a Villasimius, dove l’immobiliarista ed editore del gruppo Unione Sarda attende con fiducia il via libera a nuove volumetrie per 80mila metri cubi. Ancora, alla R c’è la Real Estate Serenissima dell’imprenditore bolognese Paolo Trento, titolare del progetto che tra Ingurtosu, Naracauli e Piscinas prevede la realizzazione di quattro villaggi su circa 400 ettari. E poi, chiaramente, c’è il piano del Fondo sovrano del Qatar, con appena 500mila metri cubi di cemento in Costa Smeralda.

Poche righe dall’effetto devastante. Il via libera all’Operazione Resurrezione lo danno una manciata di parole inserite tra le righe delle norme di attuazione, quando si legge che i progetti bloccati dal Ppr (e spesso da vari pronunciamenti in sede giudiziaria, proprio grazie al Ppr) possono essere riconsiderati se approvati in base ai vecchi piani territoriali paesistici (in alcuni casi dichiarati illegittimi) e rientrano nei “piani attuativi legittimamente adottati prima dell’approvazione del Ppr”.

Bocciatura senza appello. “È un’operazione tanto spregiudicata quanto dannosa per la Sardegna, solo per fini elettoralistici – taglia corto il responsabile del Gruppo di intervento giuridico Stefano Deliperi -. Alcune disposizioni sono palesemente illegittime ed eversive della normativa di tutela e pianificazione paesaggistica, triste conferma di quanto ipotizzato sulla base delle dichiarazioni provenienti nei mesi scorsi dall’esecutivo regionale. Ritorna in auge la peggiore speculazione immobiliare lungo i litorali sardi. Bene farebbe il Mibac ad adottare provvedimenti inibitori e di contrasto – auspica Deliperi – nei confronti del ‘Piano paesaggistico dei sardi’, un piano illegittimo e sciagurato. Noi faremo di tutto, sfrutteremo ogni appiglio legale, e invitiamo i sardi a dire al ministro Bray, al presidente Cappellacci e alla presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo cosa pensano del Pps”.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

(immagine dal sito gruppodinterventogiuridicoweb.wordpress)

LEGGI ANCHE:

Le altre norme del Pps, tra nuove cubatura, cemento in riva al mare e leggi finite sotto la lente della Corte Costituzionale.

L’EDITORIALE. Il piano paesaggistico dei furbi

 

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