Il giudice: “Contabilità falsificata”

Dopo l’avvio dell’inchiesta sui fondi ai gruppi si è scatenato il panico. E alcuni dei consiglieri indagati hanno avviato una frenetica attività per tentare di rimettere le cose a posto. Non solo facendosi fare fatture e ricevute di comodo, ma anche “rimettendo a posto” fisicamente degli oggetti. Che sono passati dalle loro abitazioni private agli uffici del gruppo consiliare. In modo da poter sostenere che erano stati acquistati appunto “per il gruppo”.

E’ uno degli aspetti più sconcertanti, e penosi, che emergono dalle 55 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Giampaolo Casula. “Si è dimostrato – scrive il giudice – che il comportamento tenuto dagli indagati fin dal momento delle illecite appropriazioni è stato sempre finalizzato a creare una apparente regolarità contabile e a rendere ardua qualsiasi successiva verifica”.

La scoperta del “va e vieni” degli oggetti è stata fatta attraverso l’interrogatorio come testimoni di alcuni dipendenti regionali. I quali hanno raccontato dell’improvvisa comparsa negli uffici del gruppo consiliare Pdl dei libri antichi e delle penne di pregio che in precedenza si trovavano nell’abitazione di Mario Diana. E anche l’apparizione – nell’ufficio di Onorio Petrini, che oggi ha subito la perquisizione dell’ufficio e dell’abitazione – di un televisore. Si tratterebbe di uno degli apparecchi acquistati con i fondi del gruppo.

Spiccioli rispetto al totale delle somme contestate. Che però hanno confermato negli inquirenti il dubbio che, mentre l’inchiesta andava avanti, fosse in atto un tentativo di inquinarla. Ed è stato questo a far scattare gli arresti.

Ma non ci sono solo televisori, penne, oggetti d’argento. Ci sono, soprattutto, le fatture false. Qua le cifre sono ben diverse: per il solo Diana si parla di più di centomila euro.

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