Guide turistiche, Federagit contro Barracciu: “Posizioni contraddittorie”

Le guide sono una categoria professionale o no? Vedremo presto una guida turistica tedesca (o francese, o inglese..) non abilitata in Sardegna illustrare Barumini ai turisti? La Federagit (Federazione italiana guide turistiche, accompagnatori e interpreti) contro Francesca Barracciu. Chiamata in diretta mercoledì scorso su Radio Rai 1 alla trasmissione “La Radio ne parla”, il Sottosegretario ai Beni Culturali e al Turismo con delega alle Guide è prima intervenuta sulla valorizzazione del turismo nella Penisola e in difesa della professione contro l’esercizio abusivo del mestiere di guida (pratica diffusa soprattutto a Roma e nelle città d’arte, ma anche in Sardegna) poi, in nome della normativa europea ex Bolkenstein, ha parlato di liberalizzazione. Una contraddizione, secondo la Federagit. La Barracciu prima ha messo in evidenza come l’Italia possa vantare oltre 200 mila siti di interesse artistico e culturale, e sia un vero e proprio “museo a cielo aperto”, che però “deve anche essere riorganizzato per diventare la vera ricchezza dell’Italia”.

L’intervento è legato alla normativa nazionale che prevederà l’esercizio esclusivo delle guide turistiche per alcuni siti specifici (di interesse maggiore), per il quale il Ministro dei beni culturali e turismo, Dario Franceschini ha firmato il decreto che individua i requisiti necessari per ottenere l’abilitazione specifica per lo svolgimento della professione di guida turistica in siti di particolare interesse storico, artistico e archeologico (la cernita dei siti è ancora in atto). Saranno quindi le Regioni ad abilitare, per titoli o esami, le guide specializzate che dovranno dimostrare una conoscenza approfondita delle eccellenze culturali presenti sul nostro territorio. “Ci stiamo lavorando”, ha affermato la Barracciu, “il Governo ha preso in mano la situazione per tutelare le guide e migliorare l’erogazione dei servizi culturali. Quello è il nostro obiettivo”. Poi la frase che ha spiazzato la Federagit: “Ma non vogliamo pressioni di alcun tipo”, ha continuato il Sottosegretario, “né dall’Europa, né dalle lobby”. Quindi alla domanda della presentatrice del programma: “Attuerete l’ex direttiva Bolkenstein o l’altra sulle professioni?”, la risposta della Barracciu: “Noi utilizzeremo la direttiva Bolkenstein sui servizi. Il Ministero ai Beni Culturali ha l’obbligo di recepire la Direttiva Europea Servizi (2006/123/CE o ex Bolkenstein), altrimenti incorriamo in una procedura di infrazione. La direttiva sulle professioni non ci interessa, noi non abbiamo l’obbligo di considerare le guide come professioni”.

Una “contraddizione” che Francesca Duimich, vicepresidente nazionale della Federagit non ha gradito, sottolineando quanto l’abusivismo e la mancanza di professionalità possano penalizzare il mestiere di guida e parallelamente banalizzare e dequalificare il patrimonio artistico e culturale italiano. Patrimonio che, utilizzando a tutti i costi un luogo comune, rappresenta il “petrolio” nazionale, però è sfruttato male. “Le affermazioni della Barracciu sono gravissime”, ha affermato la vicepresidente Federagit, “numerosi Deputati ed Euro-Deputati, in vari ordini del giorno, risoluzioni e pareri scritti, hanno affermato esattamente il contrario, ossia che le guide ricadono sotto la direttiva professioni. Esattamente come stabilito anche attraverso varie sentenze dalla Corte Costituzionale”. In Italia esistono due figure, l’accompagnatore (figura che in Sardegna non c’è, ndr) e le guide turistiche. Il primo è un organizzatore di gruppi e deve offrire poche informazioni ma non è una figura specializzata. Ma i tour operator europei pressano (così pagano meno) per modificare le nostre leggi, il diritto europeo invece dice che ogni stato è libero di determinarle. Ecco quindi che l’abusivo (che è anche quello che svolge una prestazione temporanea senza qualifica, sia chiaro) dovrebbe regolarizzarsi, mentre lo straniero che viene qui a fare la guida deve essere riconosciuto tale dopo un esame integrativo in Italia. L’abusivo e l’accompagnatore che talvolta (molto spesso) al Colosseo (ma anche Barumini, Nora, Cagliari..) dicono una marea di inesattezze (per fare qualche esempio: “Il Pantheon è stato costruito da Vespasiano”, “Al Colosseo è morto San Pietro, o regionalizzando, “Il culto della Madonna di Bonaria è attivo anche a Rio de Janeiro”). L’abusivismo verrà realmente combattuto? E soprattutto quali criteri verranno seguiti per stabilire quali saranno quelle guide che potranno esercitare nei siti prescelti? La categoria è in fermento e i dubbi crescono, così come la paura di dover risostenere un esame per ottenere un’abilitazione che già si possiede. E come se a un insegnante o a un giornalista togliessero la qualifica sulla base di nuove disposizioni. Nel frattempo il Ministero sembra percorrere due percorsi diversi e divergenti che, per ovvie ragioni, non potranno mai incontrarsi.

Federico Fonnesu

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