Gli occhi della Procura sulla beneficenza (con soldi pubblici) dei Riformatori

Dai fondi del gruppo soldi a diocesi, parrocchie e associazioni vicine ai consiglieri. A totale discrezione degli onorevoli. Grazie a una norma approvata a gennaio.

Pochi giorni prima di ricevere un avviso di garanzia dalla Procura di Cagliari nell’ambito dell’inchiesta sui fondi consiliari, il presidente dei Riformatori Attilio Dedoni continuava a firmare mandati di pagamento. Faceva beneficenza. Attingendo dal conto corrente del gruppo. Un assegno alla diocesi, un bonifico alla parrocchia, un versamento all’associazione amica. Secondo personalissima discrezione, visto che i beneficiari erano individuati “dai colleghi del gruppo: proponevano, si discuteva e io firmavo. Che c’è di strano? Abbiamo agito sulla scorta di una precisa norma”, racconta Dedoni a Sardinia Post (leggi l’intervista completa).

Tutto vero. La norma in questione se la sono approvata gli stessi consiglieri regionali, quando il 9 gennaio han deciso che anziché restituire al consiglio regionale (e quindi alla collettività) quel che a fine legislatura rimaneva nelle casse dei gruppi, da lì in poi avrebbero potuto destinare i soldi a chi meglio ritenevano (leggi la notizia). Sulle prime, nei corridoi del Consiglio, l’avevano propagandato come un provvedimento in favore degli alluvionati. Poi però nell’emendamento presentato e approvato sei mesi fa, le famiglie di Olbia, Uras e Torpè distrutte da Cleopatra erano sparite. Per fare spazio a enti, associazioni, istituti religiosi e fondazioni. Sulla carta parrebbe tutto in regola,  ma non si sa mai: la Procura avrebbe messo gli occhi anche su questi trasferimenti di denaro, visto che i gruppi hanno ricevuto i fondi per attività squisitamente politiche. Tra le quali, di primo acchito, non sembrano rientrare finanziamenti alla diocesi di Ales o contributi alle chiese dell’Oristanese.

La materia è complessa e scivolosa. Sarà anche per questo che a distanza di sei mesi, malgrado l’approvazione della norma a larghissima maggioranza, tutti i gruppi politici hanno deciso di restituire i fondi al consiglio regionale. Per un totale di oltre 1,5 milioni di euro. Il Pdl ad esempio, come aveva annunciato il capogruppo Pietro Pittalis, ha restituito circa 700mila euro, il Misto oltre 300mila, il Pd 178mila euro, il Psd’Az 92mila e Sel 20mila. L’Udc sta chiudendo i conti e pare che in cassa ci siano ancora 300mila euro. Probabili beneficiari: gli alluvionati del 18 novembre. I Riformatori invece hanno deciso diversamente. E hanno ‘investito’ sul territorio.

L’assegno più sostanzioso, circa 20mila euro, è finito nelle casse dell’associazione A18 di Cagliari, composta da “genitori e professionisti che lavorano insieme – si legge nel sito istituzionale – per ‘disegnare una vita da adulto’ per adolescenti e adulti con autismo”. “Il contributo servirà per l’acquisto di un pulmino”, spiega Franco Meloni. Fino a pochi mesi fa sedeva in consiglio tra i Riformatori, al fianco di Dedoni. Oggi si occupa “di seguire l’associazione da volontario”. Poi aggiunge: “Abbiamo destinato quei fondi su mia richiesta e di sicuro non per fini elettorali. Secondo lei abbiamo fatto del clientelismo? Guardi, in quel caso avremmo dato 20 contributi da 1.000 euro, non uno da 20mila. I soci sono pochi, credo che sia stata fatta una scelta seria e utile”. Nessun dubbio, quanto piuttosto alcune perplessità. Soprattutto pensando alle tante associazioni che lavorano tra mille difficoltà e non hanno la fortuna di avere, tra i propri animatori, un ex consigliere regionale.

Stesso discorso vale per le associazioni di pronto soccorso o assistenza sanitaria. Ma solo per quelle che non hanno sede a Sestu, cittadina che 54 anni fa ha dato i natali all’attuale vicecapogruppo dei Riformatori, Michele Cossa: un paio di migliaia di euro all’Avis, altrettanti alla Sos Sestu. Ai volontari del soccorso di Santa Maria Coghinas invece, nemmeno un centesimo.

E se lo stesso Attilio Dedoni è nato a Masullas (Oristano), dove potevano andare a finire gli ulteriori contributi? Uno alla Diocesi di Ales, l’altro al centro Caritas della parrocchia di Santa Chiara, a San Gavino Monreale. Ancora una volta l’intento è nobile e forse “nessuno si rende conto della povertà che attanaglia quei territori”, come giustamente ricorda Dedoni. Ma pure in Ogliastra tanto bene non stanno. Solo che non votano per i Riformatori.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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