Giunta, parte il toto-rimpasto: ecco i nomi sul tavolo dei partiti

Sul rimpasto della Giunta è pronto uno schema di massima. Il presidente Pigliaru, tuttavia, insiste nel dare precedenza al programma piuttosto che ai nomi.

Sul rimpasto della Giunta regionale è già pronto uno schema di massima, adesso che la staffetta di deleghe è tornata in cima all’agenda politica sarda. L’ipotesi è cambiare quattro assessori su dodici, i quattro meno forti in seguito ai mutati equilibri all’interno dei partiti e in Consiglio regionale. La corsa è aperta, anche se il presidente Francesco Pigliaru insiste sul non farne una questione di nomi ma di programma di governo. E per questo ieri, nel vertice di maggioranza, il capo dell’Esecutivo ha consegnato un dossier con le “cose fatte” e i prossimi obiettivi di legislatura. Pigliaru vuole che a prevalere sia il criterio della competenza, come già aveva imposto a febbraio 2014, sebbene non tutti i risultati siano stati ottenuti (ma questa è un’altra storia).

Nella nuova Giunta che i partiti stanno disegnando, il Pd, prima forza della coalizione, chiede cinque assessori anziché gli attuali quattro. Il posto in più lo rivendicano i renziani che puntano a riportare a Cagliari Pier Luigi Caria, commercialista di Olbia, ex consigliere regionale. In quota Soru la staffetta pare certa: Gianmario Demuro, attuale titolare di Riforme, Affari generali e Personale, dovrebbe uscire dall’Esecutivo per lasciare il posto a Barbara Argiolas, ex del Turismo nel Comune di Cagliari. L’area Fadda dovrebbe confermare Cristiano Erriu agli Enti locali e all’Urbanistica, mentre gli ex Ds non avrebbero intenzione di togliere il Lavoro a Virginia Mura.

Tutto questo sulla carta. Sardinia Post ha fatto la ricostruzione incrociando le posizioni che filtrano informalmente da partiti ed esponenti della maggioranza. Ma bisogna tenere conto che, in fasi delicate come questa, conta anche il tatticismo nel fare alcuni nomi piuttosto che altri.

Nel Pd, discorso a parte per la componente di Antonello Cabras: Massimo Deiana, alla guida dei Trasporti, è considerato un intoccabile. Ma il professore di Diritto della navigazione non è mai uscito dalla rosa per guidare l’Autorità portuale (unica) della Sardegna, quando si farà. Tanto che il consigliere regionale Antonio Solinas, attuale presidente della commissione Urbanistica, di recente ha espresso il desiderio di fare l’assessore al posto di Deiana, ma tenendo lo scranno nell’Assemblea. Cabras ha quindi convocato una riunione ristretta di gruppo e ha categoricamente vietato l’ipotesi del doppio incarico. Solinas non avrebbe gradito e da qui sarebbe nato il sostegno a Emiliano Deiana anziché a Giuseppe Ciccolini alla presidenza dell’Anci.

Il caso Solinas ha prodotto uno scossone pure all’interno dei soriani, dove il sassarese Luigi Lotto si è ugualmente fatto avanti per fare il consigliere-assessore. La legge lo consente. E anzi: nella passata legislatura fu il centrodestra a cambiare la legge. Ma la soluzione più probabile è che il Pd non ammetta il doppio incarico come metodo.

In casa Sel è difficile che Claudia Firino, titolare di Pubblica istruzione e Cultura, superi indenne il rimpasto. La sua sostituzione è data per sicura, sebbene il partito dovrebbe mantenere in Giunta una sola casella, vista la presidenza della Sfirs di recente con l’avvocato Paolo Sestu. E vale quanto un assessorato.

Il Partito dei Sardi, invece, punta a raddoppiare la propria presenza nell’Esecutivo per una questione di peso politico: il PdS, infatti, ha adesso quattro consiglieri regionali: ad Augusto Cherchi, Piermario Manca e Gianfranco Congiu (entrato coi ricorsi dello scorso anno) si è aggiunto Roberto Desini, ex del Centro Democratico. Al leader del partito, Paolo Maninchedda, alla guida dei Lavori pubblici, si dovrebbe quindi aggiungere un altro assessore.

Se così sarà, uno dei partiti che rischia di perdere l’assessorato è il Centro Democratico di Roberto Capelli che adesso in Consiglio regionale ha un unico seggio, quello di Anna Maria Busia. In Giunta, invece, la quota Cd è rappresentata da Francesco Morandi, titolare di Turismo, Artigianato e Sport: la sua è stata una nomina tecnica e per questo più facilmente sacrificabile, nella logica dei partiti. Resta il fatto che questo passaggio, in caso di conferma, è destinato a segnare la definitiva rottura dei rapporti tra Maninchedda e Capelli che, a luglio 2015, nel momento della loro massima intesa politica, avevano dato vita al gruppo consiliare “Sovranità, democrazia e lavoro”, avviato verso lo scioglimento.

Con lo schema dei cinque assessori al Pd, piu uno a Sel e due al PdS, siamo a otto. Vanno aggiunte le tre caselle della Giunta che controlla Pigliaru con Raffaele Paci (Programmazione), Luigi Arru (Sanità) e Donatella Spano (Ambiente). Si tratta di altri tre intoccabili, di cui il governatore è soddisfattissimo per il lavoro finora svolto. Paci, peraltro, è anche il vice della Giunta, mentre Arru, dopo la questione risolta alla Asl unica con la nomina di Fulvio Moirano, non ha più motivo per lasciare l’Esecutivo.

Una guerra interna alla maggioranza rischia di aprirsi anche sul dodicesimo assessorato, perché la casella in Giunta vogliono mantenerla sia i RossoMori che l’Upc, rispettivamente all’Agricoltura con Elisabetta Falchi e all’Industria con Maria Grazia Piras. La soluzione non è facile. Sul numero dei consiglieri regionali è pareggio tra i due partiti: i RossoMori hanno in Aula Emilio Usula e Paolo Zedda, mentre con l’Upc ecco Pierfranco Zanchetta e Antonio Gaia. Pigliaru dovrà metterci del suo per chiudere il cerchio senza creare strappi. Ma c’è un precedente: anche la Sinistra Sarda, che pure ha in Aula Alessandro Unali e Fabrizio Anedda, due anni e mezzo fa è rimasta fuori dall’Esecutivo.

I tempi del rimpasto non si conoscono. Li detterà ovviamente il presidente della Regione che non sembra intenzionato a disperdere il patrimonio di autorevolezza rinforzato con la nomina di Moirano, spezzando le pressioni della “lobby sarda” della sanità. Per questo prima di procedere con la staffetta di assessori è facile immaginare che nel centrosinistra ci sarà un ampio confronto sul dossier consegnato ieri da Pigliaru nel vertice di maggioranza. E tra gli obiettivi indicati ecco la legge sulla semplificazione amministrativa, la riorganizzazione della rete ospedaliera, l’Agenzia sarda delle entrate e il futuro della Conservatoria delle coste.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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