Giunta, ormai sciolto il nodo degli ex Sel: la Firino rischia di saltare

È ormai sciolto il nodo degli ex Sel: ecco lo schema di rimpasto che va per la maggiore. C’è tuttavia un piano B, sempre col cambio di quattro assessori.

È ormai sciolto il nodo degli ex Sel, ovvero lo scontro che ha diviso Sinistra ecologia e libertà, sino a diventare la causa del ritardo nella definizione della nuova Giunta regionale: il presidente Francesco Pigliaru avrebbe deciso – con il condizionale sempre d’obbligo in questi casi – di far scegliere l’assessorato che spetta al partito ai tre consiglieri in guerra col senatore Luciano Uras. Quindi a Daniele Cocco (capogruppo), Eugenio Lai e Luca Pizzuto. Vuol dire che a saltare sarebbe Claudia Firino, la titolare della Pubblica istruzione, voluta nel 2014 proprio da Uras a chiusura di un altro scontro interno, allora col deputato Michele Piras.

È da febbraio che i tre ex Sel sono ai ferri cortissimi col senatore, tanto da aver chiesto la sfiducia dell’assessora. Ma solo adesso si conoscono le ragioni: a fine gennaio la Firino aveva silurato sia il capo di gabinetto, Giuseppe Dessena, sia il consulente, Andrea Dettori, entrati nell’ufficio della Pubblica istruzione in quota Piras. Ma in due anni e mezzo dentro Sel è cambiato tutto, addirittura è stato sciolto il partito, ed è in atto una battaglia senza precedenti. Uras, comunque, ha già vinto due guerre: alla Sfirs è riuscito a far nominare un suo fedelissimo, l’avvocato Paolo Sestu; ugualmente nell’ex provincia del Medio Campidano ha sistemato Ignazio Tolu, attuale sub commissario. Di qui la decisione di Pigliaru di ascoltare la richiesta dei tre consiglieri, anche per evitare che alla maggioranza possano mancare numeri importanti. Ma il capo della Giunta avrebbe spiegato di gradire poco il ruolo da arbitro nelle questioni interne ai partiti.

Cocco, Lai e Pizzuto hanno incontrato il governatore nei giorni scorsi. I tre vorrebbero mantenere lo stesso assessorato. Tra i papabili lo stesso Dessena che, in alternativa, potrebbe tornare a guidare l’ufficio di gabinetto.

Se questo schema verrà mantenuto, la casella in Giunta la perderà il Centro Democratico che ha in mano il Turismo con il tecnico Francesco Morandi. La delega verrebbe presa dai soriani del Pd: metterebbero la quarta donna dell’Esecutivo, Barbara Argiolas, che ha ricoperto lo stesso incarico nel Comune di Cagliari, per cinque anni.

Sempre ipotizzando questo scenario, all’Agricoltura, libera da dicembre dopo le dimissioni di Elisabetta Falchi in quota RossoMori, entrerebbe Pier Luigi Caria, il renziano del Pd. Alle Riforme, invece, è sicuro da settimane Filippo Spanu, attuale capo di gabinetto di Pigliaru: sostituirà Gianmario Demuro, ugualmente dimissionario a dicembre.

Il piano B del rimpasto prevede che gli ex Sel prendano in mano l’Agricoltura: in questo caso in Giunta farebbe ingresso uno dei tre consiglieri che hanno sfiduciato la Firino, sebbene l’ipotesi non sia gradita agli stessi ex Sel. Ma se prevarrà questo schema, è probabile che il renziano Caria vada all’Industria: vorrebbe dire che fuori dall’Esecutivo finirebbe l’Upc che controlla l’assessorato attraverso Maria Grazia Piras. La Pubblica istruzione, invece, verrebbe assegnata ai soriani. E si fa ancora il nome della Argiolas.

Nell’una e nell’altra ipotesi cambierebbero quattro deleghe. Non sono in discussione Raffaele Paci (Programmazione, quota Pigliaru); Paolo Maninchedda (Lavori pubblici, Partito dei sardi) e Cristiano Erriu (Urbanistica ed Enti locali, Pd area Fadda). Idem Luigi Arru, titolare della Sanità, scelto nel 2014 dal governatore e destinato a diventare il secondo assessore dei soriani. Donatella Spano, anche lei una quota Pigliaru, manterrà la guida dell’Ambiente. Massimo Deiana sarà riconfermato ai Trasporti, a meno che il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, non lo scelga come presidente dell’Autorità portuale della Sardegna. Ma a Roma non hanno ancora preso una decisione.

I tempi del rimpasto sono comunque vicinissimi: dopo questa ultima settimana di vertici decisivi, già il primo marzo il governatore potrebbe ufficializzare il Pigliaru bis a tre anni esatti dall’inizio della legislatura.

Tuttavia, proprio in virtù della prima ipotesi di rimpasto, con la Firino fuori dall’Esecutivo insieme a Morandi, il senatore Uras e il deputato Roberto Capelli, leader sardo del Centro democratico, chiedono a Pigliaru “la convocazione di un vertice di maggioranza”. Così in una nota a doppia firma: “Sulle ricorrenti voci circa una ipotesi di rimpasto della Giunta regionale riteniamo giusto intervenire con parole di chiarezza. Siamo pronti a discutere nel merito le necessarie soluzioni, ma non ad avvallare percorsi basati su vecchie e ammuffite pratiche immorali della contrattazione di potere che passa sopra e affossa i diritti dei sardi. Il governo della Regione non è un piatto di poker e gli assessorati non sono fiches”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

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