Via libera definitivo della Giunta regionale al Programma regionale di sviluppo da 32 miliardi sino al 2019, che include l’intero programma elettorale e disegna strategie e obiettivi per l’intera legislatura. Tra i punti principali del documento gli investimenti sul capitale umano con istruzione e ricerca, la creazione di lavoro, il miglioramento delle politiche socio-sanitarie, la gestione dei beni comuni, il rafforzamento delle infrastrutture e trasporti e la costruzione delle istituzioni di alta qualità.
“Abbiamo raccolto e preso in considerazione i contributi arrivati dalle parti sociali – dice l’assessore al Bilancio Raffaele Paci -. In questo programma la priorità è assolutamente il lavoro, intervenendo direttamente sul sistema economico con opere e cantieri, incentivando le imprese ma anche investendo sul capitale umano, l’innovazione tecnologica e sull’istruzione, senza dimenticare la semplificazione della burocrazia”.
Il documento è articolato in sei capitoli che tracciano il percorso della Giunta, dalla strategia, ovvero l’individuazione di un’idea della Sardegna ai progetti, che da quella idea di Sardegna devono derivare. E poi la crisi economica, come affrontarla attraverso riforme, piani strategici, programmi; l’individuazione delle fonti finanziarie a disposizione, l’analisi socio-economica della situazione regionale e infine le schede del progetto con l’articolazione dettagliata di ciascuno.
L’elenco delle strategie messe a punto dal governo regionale parte dall’investimento sulle persone, sul capitale umano dunque passa attraverso l’istruzione e la ricerca universitaria. “Servono interventi strutturali e culturali di cambiamento per competere ad alto livello in questo mondo sempre più globalizzato”, ha detto Paci. Elaborate le strategie, si punta a creare lavoro, con una politica per le imprese che parta dalla semplificazione burocratica e si snodi lungo un percorso che prevede meno tasse, più infrastrutture, trasporti migliori, continuità territoriale merci. Fondamentale dedicarsi e investire nelle politiche sociali e sanitarie: “La lotta a povertà e discriminazione si può fare solo garantendo istruzione e lavoro – ha più volte ribadito il titolare del Bilancio -. Certo le emergenze vanno affrontate, ma se non si mettono tutti i cittadini nelle condizioni di studiare e lavorare le emergenze continueranno a esistere per sempre”.
Altri punti strategici del Prs sono la gestione dei beni comuni, a cominciare da quelli artistici e architettonici, le reti infrastrutturali sul territorio, la valorizzazione delle risorse e, infine, la trasparenza e la partecipazione di tutti i soggetti interessati.