Fondi ai gruppi, il grande interrogativo: quali spese non configurano il peculato?

Dopo la sentenza Salis si apre un ‘caso Uggias’ nell’inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale.

La campagna elettorale è una spesa che poteva essere sostenuta coi soldi dei fondi ai gruppi? È questo il grande interrogativo a cui dovrà dare risposta il giudice Mauro Grandesso, davanti al quale si stanno tenendo le udienze del processo che vede imputati per peculato 18 consiglieri regionali (già condannato l’ex Idv Adriano Salis, mentre è stata stralciata la posizione dell’ex Fortza Paris Silvestro Ladu). Oggi ha deposto una teste citata dall’accusa perché ex collaboratrice di Giommaria Uggias (Idv), uno dei 18 finiti sotto processo. Sara Catasta, olbiese come l’ex consigliere regionale ed europarlamentare uscente, ha spiegato di aver lavorato con Uggias tra novembre 2008 e marzo 2009 “per la campagna elettorale”.

La teste sentita oggi è la sesta ex collaboratrice del dipietrista. Il suo nome figura nella lista che Uggias consegnò in Procura il 20 novembre 2009, precisamente 18 giorni dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia. L’elenco venne portato direttamente al pm Marco Cocco, titolare della doppia inchiesta sui fondi ai gruppi. Si trattava di un report sulle spese fatte con quei soldi pubblici. E come già è successo per gli altri cinque collaboratori, anche la Catasta firmò la ricevuta dell’avvenuto pagamento a distanza di molti mesi dalla prestazione professionale resa e valsa nel suo caso “2.100 euro”. Nella ricevuta si fa menzione a tre mensilità, tuttavia la stessa teste ha dichiarato in udienza di aver lavorato con Uggias per cinque mesi.

Lo schema dell’accordo professionale non cambia: Uggias non ha mai versato contributi né il Tfr. I collaboratori dell’ex consigliere regionale erano tutti in nero e i loro nomi non si sarebbero mai conosciuti se la Procura di Cagliari non avesse indagato sui fondi ai gruppi. Di certo, il precedente di Salis non sembra deporre a favore di Uggias: lo scorso novembre, quando l’ex Idv venne condannato con rito abbreviato a un anno e otto mesi dal gup Cristina Ornano, il giudice per l’udienza preliminare ha motivato così la sentenza: i fondi destinati all’attività del gruppo consiliare venivano usati per soddisfare “un interesse privato, anche se di tipo politico”. Il gup, in buona sostanza, ha evidenziato la non attinenza tra gli obiettivi istituzionali e le pezze giustificative consegnate in Procura. Una questione, questa, dibattuta già nei mesi scorsi proprio all’indomani della sentenza contro Salis.

Adesso toccherà al presidente Grandesso decidere se una campagna elettorale, come è emerso nell’udienza odierna, sia da considerarsi una spesa pubblica o appunto un “interesse privato”. Ma lo stesso ragionamento vale, per esempio, per le due Audi A3 che l’ex consigliere sardista, Beniamino Scarpa, attuale sindaco di Porto Torres, ha detto di aver comprato per incontrare gli elettori in giro per la Sardegna. Di recente, nel processo sono venute fuori anche le ricevute di una lavanderia e di un pernottamento in albergo fatto a cavallo di un Capodanno, così come la festa in discoteca organizzata al Bounty di Cagliari dal gruppo dell’ex Udeur, il Campanile di Mastella.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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