Finanziaria 2019, Pigliaru e Paci: “Ci siamo rifiutati di dare a Roma 479 mln”

“Ci siamo rifiutati di pagare a Roma quasi 500 milioni”. In conferenza stampa a Villa Devoto, durante la presentazione della Finanziaria 2019, lo hanno detto il governatore Francesco Pigliaru e l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Le risorse non versate, che precisamente ammontano a 479,2 milioni, rientrano nel capitolo degli accantonamenti, ovvero i soldi che ogni anno Roma chiede alle Regioni per risanare il debito pubblico nazionale.

È Paci a entrare nei dettagli della partita economica con lo Stato. “Nel 2016 il governo di Matteo Renzi e nel 2017 quello di Paolo Gentiloni avevano imposto alla nostra Regione un aumento degli accantonamenti attraverso le rispettive Leggi di stabilità. Noi ci siamo opposti e abbiamo impugnato i due documenti contabili nazionali davanti alla Corte Costituzionale perché, come ribadito nelle vertenze aperte a livello politico, abbiamo ritenuto eccessivamente onerose le somme richieste. Il ricorso davanti alla Consulta ci ha così permesso di non versare gli accantonamenti maggiorati: il risultato è che quei soldi restano ai sardi attraverso la Finanziaria 2019″.

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Gli accantonamenti sono obbligatori per legge, nessuna Regione può rifiutarsi di pagarli. Rientra invece nei poteri di una Giunta non accettare gli aumenti, come ha stabilito la stessa Corte Costituzionale nel giudizio di un caso analogo a quello sardo sottolineando che lo Stato può chiedere sì le somme a copertura del debito pubblico, ma deve farlo una tantum e con in accordo con le stesse Regioni. Invece i governi Renzi e Gentiloni hanno trasformato gli accantonamenti in una richiesta fissa e per di più aumentando unilateralmente gli importi da pagare. Di qui il rifiuto dell’esecutivo Pigliaru di firmare l’intesa con Roma.

Paci sottolinea: “Lo dico anche per quei politici sardi di opposizione che ci hanno accusato di essere subalterni ai governi amici di Renzi e Gentiloni. Nulla di più fantasioso: questa Giunta ha difeso i diritti dei sardi senza piegarsi e senza essere accondiscendenti. Oggi abbiamo in cassa 481,2 milioni in più”.

Le quote di accantonamenti che la Giunta non ha pagato sono così divisi: 97,7 milioni sul 2017, di cui 96 chiesti in più da Renzi alla Sardegna attraverso la Legge di stabilità 2016 e 1,7 milioni sollecitati dal governo Gentiloni. Sul 2018 la Regione non ha versato a Roma 164,5 milioni, di cui 137,1 imposti sempre da Renzi sul 2017 e 27,4 da Gentiloni. Sul 2019 sono 217 i milioni che la Sardegna non darà a Roma tra i 137,1 previsti dalla Legge di stabilità 2016 e gli 81,9 che si dovrebbero versare in base alla Legge di stabilità 2017″.

Le somme versate sono invece così ripartite: 684 milioni di accantonamenti sul 2017, a fronte dei 781 chiesto dallo Stato; 684 milioni sul 2018 anziché 848,4; 535,6 milioni sul 2019 invece che i 754,6 sollecitati da Roma.

Avendo le manovre regionali anche la parte pluriennale, il documento contabile presentato oggi da Pigliaru e Paci include i 219 milioni di accantonamenti che la Regione non darà a Roma nemmeno nel 2020, limitandosi al contributo di 535,6 milioni. Tuttavia Pigliaru e Paci hanno tenuto fuori questo importo dal conteggio dei 479,2 milioni su hanno diretta responsabilità, perché il loro mandato in Regione finisce a febbraio 2019: la prossima Giunta invece ha la facoltà di prendere una decisione diversa e pagare a Roma tutti gli accantonamenti chiesti da Renzi e Gentiloni sulla programmazione quadriennale 2017-2020.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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