Finanziaria 2017, i RossoMori: “Niente soldi per sviluppo, lavoro e lotta alle povertà”

Rossomori all’attacco della Giunta sulla Finanziaria 2017 e sulla gestione complessiva del bilancio della Regione. In una lunga conferenza stampa il presidente del partito, Gesuino Muledda, e il consigliere regionale Emilio Usula hanno bocciato l’operato dell’assessore alla Programmazione Raffaele Paci e la politica economica della Giunta Pigliaru.

Usula ha detto: “Quella 2017 è la terza finanziaria della legislatura, ma come le altre non ha un’anima. Mancano del tutto le risorse destinate allo sviluppo, lavoro e lotta alle povertà: la nostra proposta, presentata anche lo scorso anno, di sbloccare i fondi Sfirs (circa 300 milioni di euro) per destinarli agli investimenti e alle politiche di svilupp,o è stata ancora una volta rispedita al mittente. In questa Finanziaria la massa manovrabile è ridotta a 25 milioni di euro: 14 serviranno per il ritiro del pecorino romano dal mercato, altri 11 andranno invece a coprire le solite marchette”.

Il primo punto toccato da Muledda ha riguardato il fatto che in Aula debba ripassare la Finanziaria 2016, seppure si tratti di un passaggio tecnico come spiegato ieri da Paci. “L’impugnazione dello Stato sulla manovra 2016 (e il conseguente accoglimento di illegittimità da parte della Corte Costituzionale ) ha di fatto determinato una paralisi – ha detto il presidente Muledda –. Il Consiglio oggi non è in grado di dire quando potrà iniziare la discussione della Finanziaria 2017: prima occorre intervenire per rimettere in pristino la contabilità 2016”. Secondo i Rossomori, però, “non si tratta di un solo fatto tecnico come sostenuto dall’assessore Paci. Siamo tornati indietro di un anno. Il rischio è che i tempi si allunghino ancora”. E sul documento finanziario del 2017: “Andiamo verso il 4 mese di esercizio provvisorio, ciò determina il rallentamento dei pagamenti di un anno. Così si spiegano le lamentele delle Comunità di recupero dei detenuti per la mancata erogazione dei fondi regionali o dell’Associazione della Stampa per i ritardi nei pagamenti alle tv private delle provvidenze della legge n.3 del 2015. Stesso discorso per i mutui: finora è stato speso solo il 18% dei 700 milioni per le infrastrutture».

Così il presidente dei Rossomori sulla Vertenza entrate: “La Regione ha deciso di rinunciare unilateralmente ai ricorsi nei confronti dello Stato. Le conseguenze dell’accordo firmato dalla Giunta nel 2014 sono drammaticamente evidenti: quell’intesa – ha affermato Muledda – ha prodotto uno squilibrio finanziario di circa 3 miliardi di euro”. Muledda ha parlato di “clausole eversive, anticostituzionali e anti Statuto: come definire altrimenti un accordo nel quale l’Esecutivo ha deciso di rinunciare agli effetti positivi di sentenze passate in giudicato e che hanno premiato altre amministrazioni regionali. Con quell’intesa – ha aggiunto il numero uno dei RossoMori – la Sardegna ha inoltre accettato di rinunciare alla partita sugli accantonamenti pregressi contestando solo l’allungamento del prelievo statale al 2020. Si è trattato di accordi che hanno svuotato le casse regionali producendo un inevitabile irrigidimento della spesa”.

Muledda ha commentato anche il Patto per la Sardegna, firmato lo scorso luglio dall’allora premier Matteo Renzi e dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru. “Il ministro De Vincenti nei giorni scorsi è venuto a dirci che lo stato erogherà i primi 267 milioni di euro sui 3 miliardi pattuiti: per il resto deciderà il Cipe sulla base delle disponibilità finanziarie dello Stato. Sui fondi futuri non c’è dunque certezza e, vista la situazione delle casse nazionali, nemmeno una buona prospettiva”.

 

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