Approvazione giovedì sera o venerdì mattina. È questo l’obiettivo che il Consiglio regionale si è dato sulla Finanziaria 2016, manovra da 7,4 miliardi, di cui 1,174 destinato alla crescita. L’esame dei 12 articoli è ricominciato alle 16: finora ne è passato uno, il primo, ma in maggioranza è ormai trovato l’accordo sui 26 milioni di tesoretto che rappresentano l’ultimo nodo della lunga trattativa con la Giunta.
Sui tempi dell’approvazione se n’è discusso stamattina nella commissione Bilancio che si è data un cronoprogramma escludendo definitivamente il rischio del quarto mese di esercizio provvisorio. E questo a differenza di quanto sembrava due settimane fa, nei giorni in cui non s’intravedeva la via d’uscita sui 4,450 milioni di maggiori risorse chiesti dal Consiglio. Alla fine l’Assemblea li ha ottenuti e sul punto voterà all’unanimità l’emendamento presentato dai questori Piermario Manca (Partito dei Sardi), Alessandro Unali (Sinistra sarda) e Giorgio Oppi (Udc) col sostegno del presidente Gianfranco Ganau (leggi qui l’intervista).
Quanto al tesoretto, inizialmente valeva 33 milioni. E sono i soldi sui quali i consiglieri di centrosinistra ha libertà di scelta nella destinazione, sentito comunque l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, che sta presenziando tutte le riunioni della commissione Bilancio. Il tesoretto è stato ridotto a 26 milioni dopo la cancellazione degli 8 che sarebbero arrivati dal Fondo unico degli enti locali. I Comuni li avrebbero dovuti utilizzare obbligatoriamente per le politiche del lavoro, ma i sindaci non ne hanno voluto sapere e la maggioranza ha deciso la marcia indietro.
Questa mattina in commissione Bilancio è stato stilato un documento con la ripartizione dei 26 milioni nei diversi capitoli di spesa. Al momento si sa soltanto che 5 saranno destinati alle università. Così ha rilanciato su Facebook il vicecapogruppo del Pd, Roberto Deriu, che sul tema ha ingaggiato una vera e propria battaglia personale. Resta il fatto che se, per qualsiasi ragioni, l’approvazione prima di Pasqua dovesse saltare, il quarto mese di esercizio provvisorio è scongiurato perché l’esame della manovra verrebbe concluso tra il 29 e il 31 marzo.
Al. Car.
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