Facebook, quasi una rissa tra fan di Soru e della Barracciu

Uno scontro durissimo, a tratti feroce. Da una parte i sostenitori dell’ex governatore Renato Soru – oggi consigliere regionale oltre che amministratore delegato di Tiscali Spa – dall’altra Francesca Barracciu, consigliere regionale, parlamentare europeo e consigliere comunale a Sorgono. Un’anticipazione del confronto/conflitto interno al Pd per la scelta del candidato governatore, ma anche una fotografia drammatica delle tensioni che attraversano il Partito democratico in Sardegna dopo la doccia fredda delle Politiche.

Il teatro della battaglia è  la pagina Facebook Sardi per Soru presidente. Una pagina riconosciuta e approvata dall’ex governatore e , infatti, inserita tra le pagine preferite nella pagina Facebook di Sardegna democratica, l’associazione fondata dallo stesso Soru. Nata il 13 gennaio di quest’anno, la pagina ha quasi 8000 fan e ha come obiettivo la promozione della candidatura di Renato Soru alle prossime regionali e la rendicontazione puntuale di tutte le iniziative politiche, degli interventi pubblici, fino agli auguri di buona Pasqua, dell’ex presidente della giunta regionale. Ha soprattutto l’obiettivo di convincere Soru a candidarsi: “Vogliamo – scrivono gli amministratori nella presentazione – far sentire al presidente Soru la voce di tutti quei sardi che ancora credono nel suo/nostro progetto di Sardegna, per ottenere la sua disponibilità a candidarsi alle prossime elezioni per il governo della Regione”.

A dare fuoco alle polveri è un post degli amministratori della pagina, cioè dei titolari della sua linea editoriale. Un post che in apparenza sintetizza una considerazione di principio, anche abbastanza ovvia, attorno alla inopportunità dei doppi incarichi. Le pubblichiamo di seguito in sintesi, come faremo per il resto del lungo dibattito. Evidenziando in neretto le frasi-chiave dello scontro. Naturalmente chi volesse vedere l’originale non deve far altro che andare nella pagina Facebook  Sardi per Soru presidente.  Ecco comunque il primo post.

“La moralizzazione della politica passa attraverso gli esempi concreti e virtuosi (se non normali e doverosi). Chi dentro il Pd ricopre un doppio incarico elettivo, se è onesto e perbene, considerando anche il momento di grave crisi economica che affligge il Paese e la Sardegna, dovrebbe pensare con rapidità di lasciarne uno. Altrimenti sono solo intenzioni e parole non agite e Grillo continuerà a scorrazzare per le praterie della rabbia, della protesta e del rifiuto di una classe politica percepita come inadeguata e corrotta. Non siate sordi alle richieste di miglioramento provenienti dalla società, perché la vostra sordità non danneggia solo voi ma un’intera forza politica.Buona domenica a tutti”. Il messaggio viene infatti postato di domenica, precisamente il 24 marzo.

Non passa molto tempo e si passa dal generico allo specifico. Commenta Franca Brotzu: “Due consiglieri regionali del Pd , Giuseppe Luigi Cucca e Marco Meloni, si sono dimessi da consiglieri regionali un attimo dopo essere stati proclamati eletti al parlamento italiano…dando esempio concreto e celere di moralità, come chiede il post…” Poco dopo Carlo Grossu chiosa: “Mentre la Barracciu è attanagliata alla poltrona di via Roma, di Bruxelles e di Sorgono. Triplo incarico, ed record!”. 

A parte il verbo improprio, il concetto è chiarissimo. E i meccanismi di Facebook consentirebbero agli amministratori della pagina di nascondere i commenti inappropriati oltre che, ovviamente, di
inserire dei loro commenti per confutarli. Gli amministratori della pagina Sardi per Soru president”, invece, tacciono. Non Francesca Barracciu la quale, evidentemente informata da qualcuno dell’antipatico post, interviene in modo perentorio:

“Eccomi qua, tanto per iniziare e per chiarire, sappiate che dal primo giorno in cui sono parlamentare europeo (17 gennaio 2013) ho rinunciato allo stipendio che questa carica prevede quindi non percepisco due stipendi ma uno. Detto questo, sono in attesa, di capire se riuscirò ad avere in Europa le commissioni che più servono per i problemi della Sardegna. Se le avrò lascerò il consiglio regionale altrimenti valuterò cosa fare. E siccome sono non onesta ma di più (visto che ci sono vi informo anche che a suo tempo e per 5 anni ho rinunciato, senza mai renderlo pubblico, alle indennità da sindaco ne mai ho chiesto rimborsi per nulla mettendo tutto di tasca) anche per avere la serenità di decidere ho eliminato da subito la questione doppio stipendio! Un dovere per me morale e politico. I nostri eletti hanno tanti altri obblighi che non tutti rispettano: nella vita politica istituzionale come in quella professionale. I grillini cari miei impazzano anche per quelli. A presto”.

Solo a questo punto intervengono gli amministratori della pagina, con un post che poco dopo si rivelerà incauto. Scrivono infatti:
“Apprezziamo molto per la precisazione che ha fornito. Ma ci chiediamo anche perché si sia sentita interrogata, On. Francesca Barracciu. Noi non abbiamo fatto riferimenti né a persone specifiche né a contesti particolari. Tuttavia, poiché molti elettori e simpatizzanti del Pd non erano a conoscenza della rinuncia da lei compiuta, voglia darci atto dell’opportunità chiarificatrice che ha avuto grazie al nostro post. Cordialità”.

Tradotto in parole povere, gli amministratori dicono alla Barracciu: non pensavamo mica a te, comunque sei ti sei considerate colpita, bene, prendiamo atto della tua precisazione. L’espressione ‘coda di paglia’ non è utilizzata ma, diciamo, aleggia. Ad aggravare la situazione arriva un post lapidario di Daniela Serra, che va a colpire i presupposti della spiegazione data dalla Barracciu. Si legge infatti:

“Comunque non è solo questione di indennità ma di “poltrone” occupate….Non è un bel fare”.

IL CONFRONTO S’INFIAMMA

A questo punto il confronto comincia a infiammarsi. Interviene nuovamente la Barracciu che in primo luogo invita gli amministratori della pagina a rivelare la loro identità (invito che non sarà accolto) e, dopo aver ribadito in modo più articolato le sue ragioni (la mancata scelta, afferma, non dipendente da me ma “dalla complessità dei meccanismi europei di attribuzione delle commissioni”) torna sulla sua rinuncia alla indennità quando era sindaco di Sorgono: “È la prima volta peraltro che rendo pubblica questa cosa e sono costretta a farlo perché ho capito che, a iniziare da questa pagina, la macchina del fango e’ sempre in moto“.

E qua gli amministratori “offesi” escono fuori dai gangheri e commettono un errore. Se nel primo post avevano finto di essere sorpresi  per l’intervento della Barracciu e avevano escluso di averla voluta chiamare in causa personalmente, ora cambiano linea. E la attaccano in modo diretto:

“Qui non si tratta “soltanto” di stipendio, On. Barracciu. Qui si tratta di agire nei termini della correttezza e dell’etica politica circa il lavoro da svolgere in una istituzione piuttosto che in un’altra. Lei non si trova davanti al banco di una lotteria dove a seconda del gusto sceglie di comprare un biglietto al posto di un altro. Lei si trova dinanzi a due istituzioni, quella europea e quella regionale, entrambe molto importanti per le politiche che riguardano la Sardegna. E, a nostro modestissimo avviso, non può continuare il gioco: scelgo cosa fare in funzione delle commissioni che mi verranno assegnate in Europa. Lei oggi può permettersi questo ricatto politico perché siede in Consiglio Regionale, diversamente avrebbe preso anche la commissione che si occupa del merluzzo dei mari del Nord, ammesso che esista. Per cortesia, non sottovaluti l’intelligenza nostra e dei molti sardi che l’hanno votata. Scelga responsabilmente cosa fare e lo faccia alla svelta. E rispetti le critiche, anche quelle più fastidiose. E’ una questione di rispetto, stile ed etica pubblica. Grazie“.

Francesca Barracciu risponde poco dopo con un lungo post in apertura del quale sottolinea con soddisfazione di aver obbligato gli  amministratori della pagina (che invita nuovamente a presentarsi) a rivelare il loro ‘retropensiero’, torna ancora una volta sulla sua attività politica, sul suo impegno, sulla sua rinuncia alle doppie indennità, ma soprattutto, nelle ultime righe, punta i cannoni della polemica direttamente verso il quartier generale. E scrive: “Se avete l’aspirazione a fare da moralizzatori della politica e i fustigatori dei facili costumi politici dei rappresentanti istituzionali del Pd, sarebbe auspicabile che stigmatizzaste chi, eletto, non fa il proprio dovere e si distingue esclusivamente per l’assenza in commissione e in aula ma percepisce comunque le indennità previste! In attesa che rendiate nota la vostra identità, vi saluto cordialmente”. Il riferimento a Renato Soru e alle sue frequenti assenze dai lavori consiliari è evidente.

Ed ecco che scendono in campo i Democratici Sardi Liberi. Sono furenti:

“Francesca Barracciu, stai per caso insinuando su Renato Soru?  Abbi il coraggio delle tue azioni, accusalo esplicitamente. Anche tu sei il prodotto di una politica politicante e maschilista, ne hai preso l’arroganza dei toni e la presunzione tipica di chi sa di non essere nessuno. La strada per la presidenza della Regione per te è troppo in salita; lascia stare, non hai il fisico. Anche se dopo l’esperienza del pagliaccio attualmente a capo della Giunta, tutti i mediocri possono ambire alla presidenza della RAS. L’esercito dei Forrest Gump è sempre più numeroso”.

Non paghi, dopo qualche minuto i Democratici Sardi Liberi scrivono un secondo post per rincarare le dose:

“Ancora una cosa, Francesca Barracciu, quando si è candidata al Parlamento Europeo pensava, una volta eletta, di scegliere se restare o tornarsene a casa qualora non l’avessero inserita in commissioni di suo gradimento? Non ci faccia ridere, su. Abbia un po’ di senso del ridicolo“.

SCOPPIA LA RISSA

Se fossimo nel Saloon di un film western, questo sarebbe il momento in cui vola tutto: bottiglie, tavoli, clienti, pianista. Tutti contro tutti. E’ un sostenitore della Barracciu, Fernando Frongia, a sferrare il destro più violento e preciso con un post che insinua un dubbio terribile per i fan di Soru:

“Quanta rabbia e quanto veleno democratici sardi liberi!!! Facile scrivere ingiurie nascosti nell’anonimato. Come mai pensate che la Barracciu si riferisca a Soru? Non sarà che anche voi sapete bene quali sono le gravi immoralità di Soru consigliere regionale? Non avevo ancora pensato alla possibilità concreta di una candidatura di Barracciu alla presidenza, ma la vostra ferocia contro questa possibilità mi fa pensare che ne abbiate davvero paura perché sapete che, lungi dall’essere nessuno o mediocre (come voi l’avete definita), è’ l’unica voce forte che in questi anni di opposizione si è fatta
sentire. Voce forte, coraggiosa, onesta e competente che con impegno è’ diventata autorevole e molto nota. Perché tanto odio nei suoi confronti? Il Pd dovrebbe esserle grato perché tra vecchi marpioni, giovani vecchi, assenteisti ed evasori, rinviati a giudizio e chi più ne ha più ne metta, e’ l’unica faccia e testa presentabile”.

E’ chiaro che i sostenitori della Barracciu hanno deciso di intervenire e hanno in un certo senso “occupatO” la pagina dei sostenitori di Soru. I cui amministratori appaiono ammutoliti. e incassano in silenzio accuse come quelle che lancia Alessia Marras:

“In maniera veramente scorretta avete lanciato la pietra nascondendo ovviamente la mano. È a dir poco sconvolgente che si scenda a questi livelli, al voler scatenare attraverso ( il gioco dell’indovina chi?) una polemica dalla quale per primi vi siete tirati fuori e poi, solo sotto attacco, siete usciti allo scoperto a dire a chiare lettere a Francesca Barracciu che quel post era riferito a lei allegando tutta una serie di critiche che non stanno nè in cielo né in terra. Tutto ciò denota a mio modesto parere un leggero timore, ben mascherato, che possa prender piede la corsa verso la presidenza della Regione Sardegna”.

Ormai il tema del confronto è diventato un altro. Non più il doppio incarico della Barracciu (che comunque interviene ancora, con nuove precisazioni sulla questione dell’attribuzione delle commissioni all’europarlamento), ma la competizione per la guida del centrosinistra alle Regionali e lo stato dei rapporti all’interno del Partito democratico. Scrive Antonio Murru:

“Vorrei capire prima di tutto una cosa: questa pagina è stata creata da persone vicine a Renato Soru o da suoi pseudo sostenitori? Dico pseudo perché con il vostro modo di fare danneggiate sia il Pd che il vostro e mio Presidente Soru, visto che lo stimo e ho votato per lui! E ora di smetterla con le guerre sporche all’interno del Pd. L’onorevole Barracciu ci mette la faccia ogni giorno… Ha sempre sostenuto Renato Soru, lottando all’interno dello stesso Pd fianco a fianco. Spero che ci sia ancora un po’ di riconoscenza in politica e spero che il presidente Soru prenda le distanze da certe dichiarazioni dannose e gratuite, perché se così non fosse mi sentirei preso in giro anche da lui”.

Il dibattito attorno al post va avanti per due giorni. Gli ultimi messaggi sono datati 26 marzo. gli amministratori della pagina tacciono. Né arriva da parte di Soru alcuna presa di distanze. Gli ultimi due messaggi sono amari. Matteo Sini: “Prendo in prestito una frase di Biagi per descrivere la discussione su questa pagina: La democrazia è fragile, e a piantarci sopra troppe bandiere si sgretola”. Fabio Miceli: “Ma non vi è bastata una volta ? E’ vero allora che siete più duri dei calabresi…”.

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