Erano in tutto “una decina”, dicono. E facevano parte dell’associazione ‘Radicali sardi’ che “in queste settimane – si legge in una nota – è stata sciolta”. I vertici – cioè il segretario Valerio Piga, il presidente Massimiliano Piga ( i due sono fratelli) e il tesoriere Maria Chiara Solinas – hanno quindi deciso di ritirare l’appoggio a +Europa di Emma Bonino per aderire a Progetto Autodeterminatzione, “di cui condividiamo il programma elettorale”. I tre lo hanno fatto definendosi “un collettivo” che sia chiama “Radicales sardos”.
Tutto è cominciato lo scorso 1° febbraio, dopo la presentazione delle liste per le Politiche 2018 all’Ufficio elettorale della Corte d’appello di Cagliari. Valerio Piga ha lasciato l’incarico da segretario, seguito dal presidente e dal tesoriere. “La nostra associazione – è scritto nel comunicato – aderiva a Radicali italiani”. Poi, appunto, la decisione di cambiare in corsa il gruppo di riferimento puntando sugli indipendentisti. Per questo “invitiamo tutti i radicali sardi che credono nelle battaglie storiche fatte dal partito a sostenerci e a votare la lista Autodeterminatzione presentata in Sardegna”.
La scelta di sposare la causa indipendentista alle Politiche del 4 marzo, nasce dal fatto che “consideriamo il programma di Autodeterminatzione il più radicale, tra quelli proposti a queste elezioni nazionali. Noi abbiamo sempre creduto e crediamo nell’autodeterminazione dei popoli. Ci rifacciamo ai valori dell’European radical alliance, nata nel ’94 e purtroppo sciolta nel ’99. Era composta da partiti regionalisti dell’Alleanza libera europea, come gli autonomisti delle Canarie e del Belgio, i nazionalisti Scozzesi, la lista Pannella e il Partito radicale francese di sinistra”.
Entrando nel dettaglio degli obiettivi di governo, i tre ‘radicales sardos’ scrivono: “Come nel programma di Autodeterminatzione, è di fondamentale importanza l’accoglienza delle persone che arrivano in Sardegna, migranti forzati o per scelta. E ciò deve diventare parte integrante nelle politiche sociali”. Ancora: “Vogliamo anche noi il progressivo smantellamento dei territori destinati alle esercitazioni militari, così come le bonifiche immediate di tutti i siti compromessi”. Sul turismo questa la posizione: “È necessario integrare il segmento del balneare con le altre tipologie di vacanza puntando, per esempio, sull’albergo diffuso”. Quanto ai diritti civili, nella nota si legge: “Il Progetto Autodeterminatzione si impegna a sostenere, per tutti, uguali possibilità di accesso alle istituzioni e a contrastare la discriminazione”. Infine lo sguardo all’Europa che “non potrà continuare a esistere senza la difesa delle minoranze linguistiche e nazionali. Ma, sebbene le politiche economiche dell’Ue siano contestabili in alcuni punti, l’interesse strategico dell’Europa per noi sardi non può essere messo in discussione”. (al. car.)