Dietrofront della maggioranza sul dl Urbanistica, le reazioni della politica

“Il ritiro della legge urbanistica è un fatto positivo, perché sarebbe venuta fuori una cattiva legge, che non avrebbe risolto i problemi ma li avrebbe anzi amplificati, gettando nel caos gli uffici tecnici comunali”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Riformatori sardi Michele Cossa, intervenendo in Aula sul rinvio del Dl Urbanistica in commissione Governo del territorio, come auspicato dall’assessore Cristiano Erriu. “Non ci sono i numeri per l’approvazione in consiglio regionale del provvedimento – ha scritto il titolare dell’Urbanistica al presidente della Regione Pigliaru – quindi è auspicabile che il dl torni in commissione”. Così l’Aula ha rispedito il testo al parlamentino, decretandone quasi sicuramente il naufragio, come peraltro ha precisato il presidente della commissione consiliare Antonio Solinas (Pd): “Sul dl la commissione non ha altro da dire”, ha dichiarato.  

Per Cossa, “occorre riconoscere lo sforzo fatto dall’assessore Erriu, ma la mediazione tra visioni troppo differenti fra di loro hanno prodotto un testo senza visione e senza anima, certo non in grado di favorire l’economia della Sardegna. I Comuni si sono risparmiati i patemi d’animo legati alle difficoltà interpretative e anni di prevedibili contenziosi: quale semplificazione e quale chiarezza può venire da una legge di 90 articoli più allegati? Che introduce nuovi concetti e nuove e inedite definizioni? Che inventa il “bando di gara” (art 51) per i nuovi interventi edilizi, che apre le porte a nuove forme di clientelismo? Non si affronta il tema del golf, il problema dei PUL viene affrontato nel solito antiquato modo di strutture da montare e rimontare, senza affrontare il problema vero, quello del loro decoro. E così si potrebbe continuare a lungo. La legge però è stata ritirata perché la giunta non è più sorretta da una maggioranza: come pensa Pigliaru di affrontare il nodo politico, con la legge finanziaria alle porte?”.

Per la sindaca di Fonni Daniela Falconi, firmataria insieme con altri nove sindaci della commissione Istruttoria del Consiglio delle autonomie locali di un documento alquanto critico nei confronti del disegno di legge, “ha fatto bene l’assessore Erriu a chiedere al presidente Pigliaru di sospendere la discussione sulla legge urbanistica e rimandarla in commissione per eventuali aggiustamenti ma soprattutto per ulteriori confronti con il sistema delle Autonomie Locali. La politica è questa: confronto e discussione, sempre. Senza personalismi né personalizzazioni su tutto. Ma soprattutto, quando ti sembra di essere arrivato, si riparte da zero. Staremo a vedere”.

Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, nel commentare la vicenda ha chiesto le dimissioni della giunta. “La mancata discussione della legge Urbanistica segna l’ennesimo fallimento della Giunta Pigliaru. Questa maggioranza deve andare a casa oggi stesso – si legge in una nota -. Pigliaru sta prendendo in giro il Consiglio regionale e tutti i sardi. La legge andava discussa e questo prendere tempo e un perdere tempo ai danni di un settore importante per ridare una speranza di sviluppo e di uscita dalla crisi alla nostra Isola. Già in passato – ha ricordato Truzzu – su queste materie il centrosinistra è stato schiavo dei capricci dell’allora Presidente e oggi è succube dei capricci di altre forze che tengono in scacco tutti i sardi”, denuncia il capogruppo di FdI.

“La giornata di oggi segna l’ennesimo fallimento di Pigliaru e di questa maggioranza – è il pensiero unanime del gruppo di Fratelli d’Italia -. La creazione dell’Asl unica e la ridorma della Rete ospedaliera hanno scontentato tutti i sardi; la riforma degli Enti locali ha visto la levata di scudi di sindaci e amministratori, il Ppr non è stato modificato come invece promesso e ora la legge Urbanistica non ha i numeri per essere presentata e discussa in Aula”, commentano gli esponenti di FdI. “Questi erano i quattro cardini su cui hanno basato la loro campagna elettorale e che li hanno portati al governo della Regione, ma su tutti i fronti hanno fallito. Ne prenda atto il presidente Pigliaru e liberi oggi stesso la Sardegna e i sardi dall’incapacità e dai capricci del centrosinistra”, concludono.

“Questo rimando in commissione non deve essere letto come la morte della legge urbanistica”, ha commentato Gianfranco Congiu (PdS). Se la discussione generale fosse andata avanti, il Partito dei sardi avrebbe votato contro il testo che porta la firma di Cristiano Erriu. “La lettera dell’assessore – ha aggiunto – dimostra una profonda intelligenza politica e una capacità di sintesi su una problematica complessa: questo è un passaggio che favorirà la sintesi verso l’unità di tutti i sardi che non può essere decisa dall’Aula”. D’altra parte, ha aggiunto Congiu, “questa è la posizione che ho espresso anche nella capigruppo prima della votazione finale in commissione, quando sottolineai la necessità di una pausa di riflessione perché esiste uno scollamento tra ampi settori della società. Adesso facciamo correre in commissione questa legge per le parti che possono essere accolte immediatamente, per esempio sull’adozione dei Puc, valorizzando la spinta deterministica degli enti locali e facendo in modo, attraverso lo stanziamento di risorse, che i nostri Comuni licenzino i Puc”. Non aver fatto questo, ha concluso, “ha determinato lo scollamento”.

“Il centrosinistra ci ricasca: dopo la legislatura Soru anche quella di Pigliaru frana in Aula sulla legge Urbanistica. Ma se le conseguenze dello stop del 2008, sulle ipotizzate norme per il governo del territorio, segnarono la fine dell’esperienza di Soru al governo della Regione, difficilmente l’attuale Giunta dimostrerà medesimo coraggio, ammettendo il fallimento del suo mandato e consegnandosi anticipatamente al giudizio degli elettori”, ha scritto in una nota il capogruppo del Psd’Az in consiglio regionale Gaetano Ledda. “Noi però confidiamo in un sussulto di dignità e ci auguriamo che, dopo aver raccolto 25 consiglieri regionali, su 60, a sostegno dell’operato dell’assessore della Sanità ed aver ricacciato nel cestino delle riforme abortite la legge urbanistica dell’assessore Erriu, il presidente della Regione e la maggioranza di centrosinistra che lo sostiene, rassegnino le dimissioni – ha aggiunto Ledda – e consentano così la chiamata anticipata dei sardi alle urne, per garantire, in fretta, alla Sardegna un nuovo governo e una politica nuova”.

“Game over, Pigliaru si dimetta”. Così il deputato e coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, commenta il rinvio in commissione della legge urbanistica. “Quando un presidente non ha maggioranza – prosegue Cappellacci – se ha un briciolo di dignità, saluta e va a casa. Pigliaru ha bloccato la Sardegna e l’ha portata indietro di 12 anni, riesumando il PPR di Soru del 2006, cancellando il piano casa e diventando ostaggio dell’ipocrisia del centrosinistra sulla legge urbanistica: tutti con la bocca spalancata a venerare il piano di Renato ma poi c’è un Soru che ne chiede l’annullamento ai giudici amministrativi e, giusto per fare l’esempio più clamoroso, perfino il sindaco di Cagliari si guarda bene dall’adeguare il PUC a tale strumento. Appena entrati – ricorda Cappellacci- avevano cancellato la nostra revisione del PPR e l’avevano mostrata come un trofeo di guerra alle truppe dei finti ambientalisti di sinistra con la erre moscia e la villa a due passi dal mare. Dicevano che entro l’estate avrebbero rivoluzionato tutto, che sapevano cosa fare, hanno ignorato gli amministratori locali e dopo cinque anni sono ancora a fare filosofia. A fine mandato Pigliaru farfuglia che bisogna aspettare? Perché attendere? Nel frattempo la sua maggioranza trascorre il tempo a rinnegare la disastrosa riforma sanitaria, a far dimenticare la resa davanti allo Stato che è costata 4 miliardi ai sardi, a far finta di non averlo mai visto né conosciuto, tanfo da andare alla disperata ricerca di un candidato alternativo. Questo inganno – ha concluso Cappellacci- sarà sventato dai sardi che al ‘cominciamo il domani’ di Pigliaru risponderanno che ‘domani arriverà lo stesso’ nonostante cinque anni di nulla condito da tanta presunzione e millanteria politica”.

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