La Sardegna figura all’interno della lista di violazioni commesse all’interno delle aree naturali protette della Rete 2000 a causa delle esercitazioni militari condotte nel poligono teuladino, dove insiste il S.i.c – Sito d’interesse comunitario – “Isola Rossa-Teulada”. “Il punto – spiega Stefano Deliperi – è che non è stata svolta alcuna valutazione d’incidenza ambientale delle esercitazioni a fuoco. Nonostante la procedura d’infrazione sia stata aperta nel luglio 2014, ad oggi niente è cambiato”. Era stato proprio Deliperi a presentare ricorso contro le violazioni rilevate nel S.i.c di Teulda, poi divenute oggetto della procedura europea.
“La manchevolezza della regione” potrebbe avere un prezzo salato, visto che “le sanzioni pecuniarie conseguenti a una condanna al termine di una procedura di infrazione sono state fissate recentemente dalla Commissione europea in un minimo di 9.920.000 euro mentre la penalità di mora può oscillare tra 22.000 e 700.000 euro per ogni giorno di ritardo nel pagamento, in base alla gravità dell’infrazione”, aggiunge Deliperi. Da aggiungere anche che fino a qualche anno fa le sentenze della Corte di giustizia europea si limitavano a certificare l’avvenuta violazione della normativa comunitaria da parte dello Stato membro. In pratica non c’erano conseguenze, ma ora le cose sono diverse: l’esecuzione della sentenza della Corte per gli aspetti pecuniari avviene molto rapidamente: la Commissione europea decurta direttamente i trasferimenti finanziari dovuti allo Stato membro condannato: in Italia gli effetti della sanzione pecuniaria vengono scaricati sull’Ente pubblico territoriale o altra amministrazione pubblica responsabile dell’illecito comunitario”, conclude Deliperi. In questo caso la regione.
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