Crisi in Sardegna, da Senato ok a 4 mozioni: “Isola sia questione nazionale”

La Sardegna deve diventare una questione nazionale e un’emergenza del nostro Paese, perché la regione è sempre più povera, con una disoccupazione giovanile allarmante ed una recessione che allontana di molto la ripresa: con quattro mozioni presentate in Senato l’Assemblea ha chiesto al Governo un’impegno reale per trovare soluzioni ai problemi territoriali senza aspettare altro tempo. Le mozioni sono state approvate. Quella presentata da da Sel è stata votata al’unanimità mentre alle altre (FI, Lega, Pd) è mancato il voto di M5s che aveva chiesto una votazione per parti separate che l’Aula non ha accolto. Bocciato anche l’Ordine del giorno di M5s che ha avuto il parere contrario del governo.

In Aula era stato Ivan Scalfarotto, sottosegretario alle Riforme, a dare il via libera a nome dell’esecutivo. “Il governo non ha difficoltà a esprimere parere favorevole su tutte le mozioni presentate, e aprire un lavoro e un cantiere che continui a portare l’attenzione sull’economia della Sardegna anche su temi puntuali. Il tema della valorizzazione della Sardegna – ha aggiunto il sottosegretario – è molto importante. Dalla lettura delle varie mozioni si nota una sostanziale convergenza su molti temi portati all’attenzione del governo”.

Nello specifico, una delle richieste è quella di istituire un comitato di coordinamento tra Governo nazionale e governo regionale “nel più breve tempo possibile” – questo l’appello di Luigi Marino (Ap) che ha raccolto le indicazioni presenti nelle varie mozioni. E la Lega per voce del senatore Nunziante Consiglio ha proposto di fare della “questione sarda” un modello “su cui lavorare anche per le altre regioni”.

Sono tanti i fattori endemici e quelli socio economici che rappresentano punti di criticità preoccupanti per la Sardegna e che questa mattina sono stati sollevati in Aula al Senato: le aree sottoposte a siti militare; i problemi ambientali e di inquinamento; le scorie nucleari; il regime carcerario; le calamità del 2013; la mobilità interna e quella verso il continente; il rilancio delle attività produttive e gli aggiornamenti sullo stato delle vertenza Meridiana. Tutti d’accordo, inoltre, nel chiedere la chiusura delle vicende relative al mancato svolgimento del G8 sull’isola de La Maddalena. Mentre capitolo a parte è quello dell’energia. Non solo si tratta dell’unica regione senza metano, ha precisato Giuseppe Cucca (Pd), ma il costo dell’energia è il 15% in più rispetto al resto del paese. Il riconoscimento della lingua e della cultura sarda ha trovato il parere favorevole della Lega “musica per le orecchie di noi leghisti” ha detto Consiglio invocando l’aumento di autonomia anche per le altre regioni a statuto speciale. “Chiediamo – ha aggiunto – che anche le altre Regioni abbiano la possibilità di essere fruitrici di un sistema diverso, anche sotto il profilo fiscale”.

“La condizione di insularità, – ha detto Cucca – crea una condizione disagiata per la ridotta connessione con il resto del Paese e, ormai, dell’intero Continente europeo”. La Sardegna non è soltanto “il territorio in cui noi sardi viviamo, ma un patrimonio storico, naturale e culturale per l’intero Paese” ha affermato l’azzurro Emilio Floris. In termini di numeri rispetto al 2013, come ha sottolineato Luciano Uras (Sel), “la diminuzione del Pil è pari al 4,4 per cento, con una perdita complessiva negli anni di crisi, dal 2007 in poi, di oltre 13 punti di prodotto interno lordo. Con un tasso di disoccupazione del 20% mentre i giovani in cerca di lavoro superano il 54%”.

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