Consiglio regionale, nuova indagine. Residenze false per incassare i rimborsi

Nel Palazzo non è una grandissima notizia. Sono cose che si sanno da anni. Se ne parlava col fastidio e la pena che si riservano alle meschinità dei ricchi. Quando una persona che già gode di innumerevoli privilegi ne rosicchia anche altri, con l’inganno. La novità è che i tempi sono cambiati e che si è improvvisamente scoperto che certi mezzucci hanno rilevanza penale. La Procura della Repubblica di Cagliari, infatti, ha aperto una nuova inchiesta sulle spese dei consiglieri regionali. Un’inchiesta che si aggiunge a quella sui fondi ai gruppi consiliari che vede poco meno di sessanta onorevoli indagati e due – Mario Diana e Carlo Sanjust – carcerati da cinque giorni.

La nuova inchiesta – di cui dà notizia l’Unione sarda oggi in edicola – riguarda la cosiddetta “extra diaria”. Si tratta di un ulteriore beneficio economico – pari alla cifra di 960,75 euro al mese, cioè poco meno dello stipendio di un operaio o di un insegnante – riservato ai consiglieri che hanno la casa a più di 35 chilometri dal capoluogo. E che, dunque, devono percorrere questa distanza siderale per raggiungere l’aula dell’assemblea regionale.

Un meccanismo che di per sé ha sempre suscitato parecchie perplessità. La “distanza” è pari o inferiore a quella che quotidianamente milioni di sardi e decine di migliaia di sardi devono percorrere per raggiungere il loro luogo di lavoro. Gli insegnanti, per esempio. Che per risparmiare sulle spese della benzina organizzano complessi sistemi di turni e viaggi collettivi. Davvero non si capisce perché mai un consigliere regionale, con i suoi 8000 euro al mese (ma fino a poco tempo fa, prima delle ‘limature’ erano molti di più) debba ricevere un rimborso.

Fatto sta che è previsto. E che c’è stato chi – su questo indaga la procura della Repubblica – ha trasferito fittiziamente la propria residenza per beneficiarne. Insomma, ha fatto una dichiarazione non vera producendo un documento infedele per ottenere, attraverso questo artifizio dei soldi che non gli spettano. Questo si chiama “falso in atto pubblico” e “truffa”. Sono appunto i reati ipotizzati nella nuova indagine.

Se ne parlava da tempo nel gossip politico. Per superare i 35 chilometri ci vuole poco. Per un cagliaritano con casa al mare a  Santa Margherita di Pula, era sufficiente dichiarare di essersi trasferito là. Un modo semplice e rapido per pagare il giardiniere, e magari qualche altra spesuccia.

A quanto pare la nuova inchiesta (condotta dal Pm Marco Cocco, lo stesso che si occupa di quella sui fondi ai gruppi) è partita diversi mesi fa con la visita della polizia giudiziaria nella sede del consiglio regionale. il sequestro della lista completa dei beneficiari della “extra diaria” e di alcuni atti nel frattempo prodotti dalla presidenza nel tentativo di limitare l’andazzo. Stabilendo che non è sufficiente dichiarare di “risiedere” ma bisogna avere realmente, nel luogo indicato, la propria “dimora abituale”. Cioè trascorrere in quel luogo più della metà dell’anno. Per quanto si sa, nella storia nazionale solo un uomo politico ha trascorso periodi così lunghi nella seconda casa al mare. Si chiamava Bettino Craxi e la casa si trovava in Tunisia, ad Hammamet.

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