Comunali, il Pd respira. Oppi festeggia. Gli apparati sperano

Se erano un test (piccolo, parziale ma non irrilevante) per le  Regionali del prossimo anno, queste amministrative tranquillizzano un po’ i democratici, allarmano fortemente il centrodestra, rafforzano il già potente leader dell’Udc sarda Giorgio Oppi e corroborano i disegni ‘sovranisti’ del sardista Paolo Maninchedda. E in generale fanno tirare un piccolo sospiro di sollievo agli apparati. Ai quali del calo dei votanti (comunque più contenuto di quello nazionale) importa relativamente poco.

 Si tratta, naturalmente, di una sintesi estrema e forse un po’ brutale di un quadro estremamente variegato la cui lettura è resa ancora più complessa dal fatto che in molti casi le forze politiche tradizionali si sono diluite, smembrate e confuse in liste civiche locali.

Ma vediamo alcuni degli aspetti più rilevanti del voto di domenica e lunedì. A partire da quanto è accaduto nei soli due comuni sopra i 15mila abitanti chiamati al voto, Iglesias e Assemini. In entrambi si dovrà andare al ballottaggio per eleggere il sindaco.

A Iglesias – dove fino all’ultimo il democratico Emilio Gariazzo ha sperato di superare il 50 per cento e vincere al primo turno – il prossimo 5 giugno la sfida sarà appunto tra Gariazzo e il secondo classificato, il rappresentante del centrodestra Gian Marco Eltrudis. Un sfida aperta: Gariazzo ha avuto alla fine il 49,6 per cento, ma Eltrudis non è molto distante (ha raggiunto il 45,5). Dovranno contendersi i voti conquistati al primo turno dal sardista Sandro Esu (la sua Lista Quattro Mori ha ottenuto il 2,4 per cento) e da Dario Carbini (la sua civica “Identità Iglesiente” ha avuto il 2,5 per cento). Ma soprattutto dovranno tentare di riportare alle urne almeno una parte di quanti hanno deciso di disertarle. Il calo dei votanti è stato pari al 10 per cento, il doppio della media regionale.
Ad Assemini al ballottaggio la sfida sarà tra il candidato del centrosinistra Luciano Casula, e quello del Movimento 5 Stelle (che qua ottiene uno dei rari successi non solo in Sardegna ma anche considerando l’intero paese) Mario Puddu. Resta fuori (ed è la sorpresa maggiore) la candidata del centrodestra Carla Marras. Al ballottaggio la sfida è apertissima. I candidati erano undici e Casula, il più votato, ha raccolto il 24 per cento. Inoltre subito dopo la chiusura delle urne hanno cominciato a correre voci attorno alla possibilità che il centrodestra concentri il suo voto sul candidato grillino per far perdere il ballottaggio al centrosinistra.

A Macomer, terzo per ordine di importanza tra i comuni isolani chiamati al voto, il ballottaggio non era previsto. Il sindaco, dunque, è stato eletto subito. Si tratta del sardista Antonio Onorato Succu che, col 33,3 per cento dei voti, ha battuto sia il sindaco uscente di centrodestra Riccardo Uda (26,6 per cento), sia il candidato del centrosinistra Giuseppe Pirisi, segretario provinciale del Partito democratico ed ex consigliere regionale, che si è fermato al 18,8 per cento. Succu, il vincitore, guidava una lista denominata “Democrazia e partecipazione per Macomer” formata da parte dei sardisti, dal movimento Unidos, da esponenti di sinistra e da indipendenti. A ispirarla il consigliere regionale sardista Paolo Maninchedda, teorico del “partito dei sardi”.

E’ dai risultati di questi tre comuni che si ricava per buona parte la sintesi politica esposta all’inizio. Il dato più rilevante per il centrosinistra e in particolare per il Pd è che sia a Iglesias, sia ad Assemini riesce a mandare il suo candidato al ballottaggio. E se tra due settimane Gariazzo a Iglesias e Casula ad Assemini riusciranno a prevalere il Pd potrà addirittura parlare di ‘vittoria’. Una parola che da lungo tempo appare bandita dal vocabolario democratico.

Può invece già farlo, anche se in un’area ben circoscritta dell’Isola, l’Unione di centro. Che, come è ben noto, in Sardegna è lo pseudonimo di Giorgio Oppi. La lista da lui ispirata (Piazza Sella, collegata al candidato di centrodestra Eltrudis) è risultata la prima a Iglesias col 35 per cento dei voti e inoltre l’Udc ha messo suoi sindaci in alcuni comuni importanti come Senorbì, Maracalagonis, Furtei e Villaspeciosa.

E di certo sarà soddisfatto il sardista Paolo Maninchedda per la vittoria a Macomer della lista trasversale che è un modello in piccola scala dell’organizzazione sovranista alla quale lavora da tempo. Con l’ambizione – ancora non dichiarata esplicitamente ma nota a molti – di correre per la presidenza della Regione.

Questi risultati, uniti al crollo dei grillini, nel Partito democratico rafforzeranno le posizioni di chi vorrebbe allargare a destra la coalizione per le Regionali. La prima verifica a breve, con la decisione della data e del regolamento per le primarie per la scelta del governatore.

N.B.

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