Commissione uranio, Scanu: “Promesse inevase, bonifiche al palo”

“Le bonifiche dei poligoni? Tutto fermo, i governi che si sono succeduti dal 2012 ad oggi non sono stati di parola. Oltre tre anni fa, sono stati stanziati 75 milioni di euro, 25 milioni l’anno per tre anni – precisa il presidente della Commissione sull’uranio impoverito Gian Piero Scanu (Pd) -, ma solo una piccola parte di quel denaro è stata utilizzata”. Insomma, i soldi che più di tre anni orsono il Ministero della Difesa voleva utilizzare “in via prioritaria per il risanamento e la bonifica del poligono di Salto di Quirra” sono ancora lì. E nel frattempo il testimone di palazzo Chigi è passato di mano in mano, fino a quelle di Matteo Renzi.

Bonifiche, ma non solo. Ai margini dell’audizione del Segretario generale della Difesa Carlo Magrassi, categorico “nell’escludere che l’Italia abbia mai acquistato armi all’uranio impoverito”, Scanu interviene anche sull’addio dell’aeronautica tedesca all’aeroporto di Decimomannu, struttura militare collegata al poligono di Capo Frasca. “In linea teorica, l’addio dei tedeschi agevola la dismissione di Capo Frasca” che la Commissione d’inchiesta si è impegnata a proporre al governo entro giugno. “Ma la chiusura del poligono avverrà a prescindere dalle decisioni della Luftwaffe”, precisa il deputato Pd.

E non si parli di perdita di posti di lavoro: “Fermo restando che la commissione terrà conto dei lavoratori impiegati nelle strutture militari, non può essere un pseudo-aspetto economico a bloccare la dismissione degli insediamenti militari che hanno conseguenze per la salute pubblica. Il barattare qualche posto di lavoro con la salute è una tragedia che, come sardi, abbiamo vissuto e ancora viviamo in campo industriale”.

Insomma, come già indicato dalla precedente Commissione, Scanu riproporrà la chiusura di Teulada e Capo Frasca, ma per Quirra le intenzioni sono diverse: “Metà del territorio in cui sorge il poligono può essere utilizzato dall’industria aerospaziale”. Ma un’area industriale potrebbe non essere meglio di un poligono militare: a tal riguardo, la Commissione parlamentare sugli illeciti connessi al ciclo dei rifiuti denuncia l’assenza di dati provenienti dal settore industriale del poligono di Quirra.  L’assenza di informazioni su tutte le attività che hanno luogo all’interno della base ogliastrina viene confermata dallo stesso Scanu: “Ai vertici della Difesa si è chiesto di dare conto anche di questo aspetto”.

Scanu non risparmia critiche neanche alla recente indagine epidemiologica su Quirra e dintorni dell’Istituto Superiore di Sanità: “Non è stata completata. A Loredana Musmeci, coordinatrice del team che ha condotto lo studio, dissi che era mancata la volontà politica di andare sino in fondo, mentre  parlavano di privacy, di fatto non c’era la volontà di andare sino in fondo”. Ragion per cui “solleciteremo supplementi di indagine, ma nel frattempo procediamo con la presentazione delle nostre proposte al governo, non possiamo permetterci il lusso di perdere tempo”.

Oltre alla richiesta di dismissione di Capo Frasca e Teulada, e alla riconversione di Quirra, la Commissione pretenderà modifiche al sistema di valutazione delle cause di servizio intentate dai malati che hanno contratto malattie in seguito all’esposizione ad inquinanti: pensiamo all’Inail. Si tratta di una rivoluzione rispetto all’assetto attuale, che cercheremo di realizzare in tempi assolutamente brevi”.

La strada della commissione è dunque ancora lunga, anche se c’è l’intenzione di percorrela in breve tempo. Resta da capire se e in che misura il governo accoglierà le proposte del gruppo parlamentare d’inchiesta. L’unico dato certo, al momento, è che nell’estate del 2014 il governo ha presentato alle camere un decreto legge (approvato anche grazie ai voti dei parlamentari di maggioranza che oggi partecipano alla Commissione sull’uranio impoverito) che ha innalzato i limiti-soglia che gli inquinanti possono raggiungere all’interno dei poligoni, dando licenza di inquinare ai militari. Come a dire, “salute e ambiente possono aspettare”.

Piero Loi

@piero_loi on Twitter

 

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